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ente locale per l'amministrazione di Roma tra il 1925 e il 1945 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Nell'Italia fascista era chiamato governatore di Roma il podestà della capitale, Roma.
Governatorato di Roma | |
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Il primo governatore di Roma, Filippo Cremonesi, con Benito Mussolini nel 1926 | |
Stato | Italia Repubblica Sociale Italiana |
Istituito | 28 ottobre 1925 |
da | Gran consiglio del fascismo |
Predecessore | Comune di Roma |
Operativo dal | 1º gennaio 1926 |
Riforme | 1928 (soppressione dei rettori e del magistrato; riduzione dei vicegovernatori e dei consultori) |
Soppresso | 20 gennaio 1945 |
da | Governo italiano |
Successore | Comune di Roma |
Numero di membri | 16 |
Sede | Palazzo Senatorio, Roma |
Oltre ai poteri tipici del podestà, al governatore di Roma furono trasferite alcune competenze dell'amministrazione statale e della provincia. Il governatorato aveva sede principale in Campidoglio (a Palazzo Senatorio, con altri uffici in Palazzo Caffarelli).[1]
Il 7 marzo 1923 il Gran consiglio del fascismo approvava un progetto di riordinamento della capitale italiana che prevedeva l'istituzione di "un organo di carattere statale con scopi e funzioni municipali".
La definitiva trasformazione del comune di Roma in governatorato (questa la denominazione scelta) avvenne con il regio decreto-legge n. 1949 del 28 ottobre 1925, cui seguì il disegno di legge di conversione del successivo 21 novembre.[2] Il governatorato entrò in funzione il 1º gennaio 1926 ed era alle dirette dipendenze del capo del governo[3]. Il governatore, scelto tra i funzionari dello Stato, era nominato con decreto reale su proposta del ministro dell'interno previa deliberazione del Consiglio dei ministri; era dotato di personalità giuridica (il Governatorato di Roma), al quale era affidata l'amministrazione cittadina della capitale.
Al governatore, oltre a tutti i poteri spettanti negli altri comuni al podestà, potevano essere deferite, tramite decreto reale su proposta del ministro dell’interno di concerto con quello delle finanze e sentito il Consiglio di Stato, talune funzioni che, svolte nella sua circoscrizione, rientravano nelle competenze dell’amministrazione dello Stato o della provincia. Il primo governatore, Filippo Cremonesi, già sindaco e commissario straordinario del Comune di Roma, si insediò il 1º gennaio 1926. L'organizzazione definitiva del Governatorato si ebbe con la legge 6 dicembre 1928 n. 2702.
Ebbe una propria rivista ufficiale, Capitolium.[4]
L'ente fu soppresso con il decreto legislativo luogotenenziale n. 426 del 17 novembre 1944[5] e cessò di esistere il 20 gennaio 1945, quando fu sostituito dal ripristinato comune di Roma.
Il governatorato di Roma era composto da:
Nº | Nome | Mandato | Partito | Carica | ||
---|---|---|---|---|---|---|
Inizio | Fine | |||||
1 | Filippo Cremonesi | 1 gennaio 1926 | 9 dicembre 1926 | Partito Nazionale Fascista | Governatore | |
2 | Ludovico Spada Veralli Potenziani[6] | 9 dicembre 1926 | 13 settembre 1928 | |||
3 | Francesco Boncompagni Ludovisi[7] | 13 settembre 1928 | 23 gennaio 1935 | |||
4 | Giuseppe Bottai | 23 gennaio 1935 | 15 novembre 1936 | |||
5 | Piero Colonna | 15 novembre 1936 | 24 agosto 1939[8] | |||
6 | Giangiacomo Borghese[9] | 30 agosto 1939 | 21 agosto 1943 | |||
— | Riccardo Motta[10] | 21 agosto 1943 | 5 gennaio 1944 | — | Commissario straordinario[11] | |
7 | Giovanni Orgera | 6 gennaio 1944 | 3 giugno 1944[12] | Partito Fascista Repubblicano | Governatore |
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