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frutto di alcune piante del genere Lycium Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Le bacche di goji sono il frutto del Lycium barbarum o del Lycium chinense, entrambe della famiglia delle Solanaceae (che include tra le altre la patata, il pomodoro, la melanzana, il tabacco, il peperoncino e la belladonna).
Lycium, il nome del genere, deriva dalla Licia (Λυκία), una regione dell'Anatolia meridionale. Il frutto è conosciuto nella medicina tradizionale cinese come Frutto di Licia ovvero in latino: Fructus Lycii.
La parola Goji, invece è un’approssimazione della pronuncia cinese gǒuqǐ (枸杞), nome cinese per bacca. Potrebbe derivare dalla stessa radice che ha la parola persiana gojeh (گوجه) che significa anch'essa bacca.
Il nome goji è stato creato nel 1973 dall'etnobotanico nordamericano Bradley Dobos. Queste bacche rosse crescono spontaneamente nelle valli himalayane, nella Mongolia, nel Tibet, nelle province della Cina dello Xinjiang, dello Ningxia, e nella regione autonoma della Mongolia Interna. Vengono coltivate da migliaia di anni e sono considerate un elemento essenziale nella medicina tradizionale cinese[senza fonte]. La più alta densità produttiva si riversa nelle terre attraversate dal fiume Huang He, dove con il passare del tempo le sedimentazioni dei suoi bacini alluvionali hanno dato origine a un terreno fertile. Le piante di Goji possono facilmente utilizzare i minerali grazie alla struttura a grana fine dei sedimenti, mentre altri componenti del silt mantengono il terreno soffice e ben aerato.
Il frutto è una bacca rossa leggermente allungata e contenente diversi semini appiattiti.
Alcune delle principali sostanze contenute nelle bacche di Goji:
La presenza di betaina e luteina rende sconsigliabile l'assunzione di queste bacche in gravidanza[1].
Le foglie della pianta sono ricche di flavonoidi, in particolare di rutina, ma i frutti contengono queste sostanze solo in misura molto ridotta[2].
100 grammi di prodotto contengono:[3]
La medicina tradizionale cinese attribuisce alle bacche di goji, nonché alla corteccia, alle radici e alle foglie della stessa pianta, numerose proprietà curative e preventive[3]. Già nell'antico manuale di erboristeria Shennong Ben Cao Jing la pianta viene citata come curativa per una serie di mali e anche efficace per fortificare muscoli e ossa e rallentare l'invecchiamento[4].
Tuttavia gli studi scientifici in merito sono carenti[3]. Per questo motivo, si ritiene che gli effetti benefici non siano sufficientemente provati, anche se è riconosciuta la presenza di sostanze potenzialmente utili[1][5].
Uno studio cinese condotto sui topi ha riscontrato che le bacche di goji potenziano la capacità antiossidante dell'organismo come dimostrato dall'innalzamento degli enzimi superossido dismutasi (SOD), catalasi (CAT) e glutatione perossidasi (GSH-Px). L'attività antiossidante è risultata essere comparabile a quella della vitamina C.[6]
Uno studio condotto ad Hong Kong nei primi anni duemila ha evidenziato come la zeaxantina contenuta nelle bacche di Goji sia ben assorbibile dall'organismo umano; gli autori suggerivano, nel 2004, la necessità di ulteriori studi su strategie dietetiche per contrastare la degenerazione maculare senile.
I possibili effetti avversi sono considerati improbabili, eccetto per specifiche casistiche[1]. In particolare, l'atropina, una sostanza velenosa presente nei frutti di varie specie della stessa famiglia, è presente in quantità minime[3].
Si può consumare fresca, appena raccolta. Oggi le bacche di goji sono presenti anche nel mercato occidentale, essiccate o in concentrato miscelato con altri prodotti quali succhi di frutta, yogurt, tè, merendine, barrette, marmellate. Il loro sapore è paragonabile a quello del mirtillo, uva passa, lampone e fragola.
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