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antropologo italiano (1841-1936) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Giuseppe Sergi (Messina, 20 marzo 1841 – Roma, 17 ottobre 1936) è stato un antropologo e psicologo italiano.
Iniziata la sua attività come professore di filosofia nei licei subito dopo la laurea, nel 1878 aveva avuto dal Ministero della Pubblica Istruzione autorizzazione a tenere un corso di psicologia all'Università di Messina, quindi nel 1879 insegna filosofia teoretica all'Accademia Scientifico-Letteraria di Milano, per approdare, nel 1880, all'ateneo bolognese con un insegnamento di antropologia presso la Facoltà di Lettere. Negli anni seguenti, grazie all'attività del primo Laboratorio di antropologia e psicologia sperimentale italiano, da lui fondato nel 1889 presso l'Ateneo romano dove si era trasferito nel 1883, sviluppò un programma di ricerche scientifiche nell'ambito della psicologia e dell'antropologia, tramite anche la fondazione dell'Istituto di Antropologia nel 1893, dando così nuova dignità scientifica alle ricerche antropologiche e psicologiche in Italia.[1]
La sua fama è legata soprattutto allo studio dei tipi umani fossili e al grande lavoro di classificazione antropologica, nel quale, fra l'altro, si avvalse di un metodo di valutazione della morfologia del cranio da lui ideato e descritto, ad esempio, nell'opera L'uomo, secondo le origini, l'antichità, le variazioni e la distribuzione geografica del 1911.
A lui si deve l'attribuzione nel 1929 alla specie dell'Homo neanderthalensis del cranio del cosiddetto Uomo di Saccopastore (in realtà appartenuto a una donna), nome dato al tipo umano fossile ritrovato nei pressi dell'Aniene a Roma.[2][3]
Seguace delle teorie evoluzionistiche formulò ipotesi originali che ebbero, ai suoi tempi, notevole risonanza (origine ed evoluzione dei popoli mediterranei; origine e sviluppo dei popoli italici; ecc.).
Si occupò anche di filosofia, pedagogia (sua allieva fu Maria Montessori), linguistica, fisiologia e psicologia sperimentale, facendosi promotore della istituzione di cattedre di psicologia nelle università italiane. Con Enrico Morselli, fonda la Rivista di Filosofia Scientifica. La sua psicologia è orientata in senso organicistico e obiettivo, ed il suo lavoro interdisciplinare fu condotto con il preciso scopo di conferire uno statuto scientifico alla psicologia.
A lui si deve anche l'istituzione della Società Romana di Antropologia (oggi Istituto italiano di antropologia) nel 1893 e la fondazione a Roma del primo laboratorio di psicologia sperimentale. Noto anche all'estero per i suoi contributi nelle scienze dell'uomo, riuscirà a portare il III Congresso Internazionale di Psicologia a Roma, nel 1905, sotto la sua presidenza. Fu membro dell'Accademia Peloritana dei Pericolanti[4].
Nel 1913 fondò il Comitato Italiano per gli Studi di Eugenica.
Sergi, insieme a Ernst Haeckel, fu anche attivista nel Libero Pensiero, organizzò il Congresso internazionale del Libero Pensiero[5] presso il collegio Romano nel 1904 e fu difensore di Francisco Ferrer, partecipando attivamente a manifestazioni contro il suo arresto e proponendo una educazione laica e razionale come emancipatrice delle classi più disagiate.[6]
Per la sua attività di antropologo e i risultati conseguiti gli è stato dedicato il Museo di Antropologia all'Università La Sapienza di Roma.[7]
Anche il figlio Sergio fu un antropologo.
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