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generale italiano e ministro della Guerra del Regno delle Due Sicilie Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Marchese Giuseppe Ruggiero Parisi (Moliterno, 27 marzo 1745 – Napoli, 14 maggio 1831) è stato un generale italiano, ministro della guerra e capo di Stato Maggiore dell'esercito delle Due Sicilie, nonché fondatore della scuola militare Nunziatella di Napoli.
Giuseppe Ruggiero Parisi | |
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Ministro della guerra del Regno delle Due Sicilie | |
Durata mandato | dicembre 1820 – febbraio 1821 |
Monarca | Ferdinando I |
Capo del governo | Giunta provvisoria |
Predecessore | Michele Carrascosa |
Successore | Pietro Colletta |
Dati generali | |
Partito politico | Murattiani |
Professione | Militare |
Giuseppe Ruggiero Parisi | |
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Nascita | Moliterno, 27 marzo 1745 |
Morte | Napoli, 14 maggio 1831 |
Dati militari | |
Paese servito | Regno di Napoli Regno di Napoli Regno delle Due Sicilie |
Forza armata | Esercito del Regno di Napoli Esercito delle Due Sicilie |
Unità | Scuola militare Nunziatella |
Anni di servizio | 1784-1821 |
Grado | Tenente generale |
Guerre | Prima coalizione Seconda coalizione Moti del 1820-1821 |
Campagne | Campagna d'Italia (1796-1797) Campagna d'Italia (1800) |
Comandante di | Scuola militare Nunziatella |
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Figlio del marchese Domenico Parisi e della nobildonna Margherita Porcellini di Stigliano, fu avviato agli studi di matematica, fisica e astronomia dallo zio Angiolo Parisi, che gli permise in Napoli di frequentare amicizie del livello di Antonio Genovesi e di Mario Pagano.
Nel 1764 intraprese la carriera militare, entrando nel 1º Reggimento di fanteria della Brigata "Calabria" e successivamente al corso accademico di artiglieria e genio, conseguendo nel 1771 la nomina di Ingegnere del Genio Militare ed il grado di tenente.
Dal 1774 al 1781 fu professore nella Reale Accademia del Battaglione Ferdinandeo, poi fu inviato a Vienna dove si perfezionò negli studi di architettura militare. In questo periodo ottenne i gradi prima di maggiore e poi di tenente colonnello, con i quali fu richiamato a Napoli nella scuola militare della Paggeria nel 1787.
Nello stesso anno iniziò l'opera di trasformazione della Accademia Militare della Paggeria nella Reale Accademia Militare detta della "Nunziatella", che sotto il comando di Domenico della Leonessa aprì i suoi corsi il 18 novembre 1787 acquistando in breve tempo buona reputazione ed importanza in tutta Europa.
Nel 1790, Parisi fu nominato Comandante effettivo dell'Accademia della Nunziatella, e ne mantenne l'incarico fino al 1797, quando se ne allontanò con il grado di maggior generale.
Fra gli altri incarichi ricoperti dal Parisi, ricordiamo la Presidenza del Consiglio di Stato per la sezione Guerra e Marina, e l'incarico per le fortificazioni del Regno.
Insieme a Florestano Pepe e Davide Winspeare, partecipò alla stesura della Costituzione, utile al Re per la convocazione dei collegi e l'elezione dei deputati.
Nel dicembre 1820 fu nominato Ministro della Guerra, e mantenne tale incarico fino al marzo 1821, quando si ritirò con il grado di tenente generale (oggi Capo di Stato Maggiore).
Fu membro della Massoneria[1].
«Fu dotto, senza superbia, potente senza abuso, spiritoso senza affettazione, benefico senza pretensioni, religioso senza ipocrisia… Il buon Parisi, dopo cinquantacinque anni di continuata milizia cercò più che innanzi di vivere riposato e tranquillo in mezzo de' suoi congiunti; cancellato che ci fu da' ruoli militari, e quindi chiamato presidente dell'accademia delle scienze e corrispondente dell'accademia Ionia. Visse rispettato ed ossequiato da tutti quelli che si ebbero ad estimazione somma il conoscerlo, ed amato anzi venerato dagli amici suoi, a' quali sempre uguale mostrossi nella rea e nella buona ventura, anzi fu più sollecito assai a pro dello sventurato, persuaso che nella prosperità l'amico discreto aspetta l'invito, e nell'infortunio lo previene. Il giorno 14 maggio 1831 fu l'ultimo prezioso giorno della vita lunga, sempre per noi brevissima, del tenente generale Giuseppe Parisi. Al quale, niuno negando il chiaro merito della probità più integra, dell'onestà più intemerata, fu renduto ricco e spontaneo onore di lagrime. E la sua memoria sarà salute alla patria, e sagro fuoco da teneramente avere ad alimentare fra' giovani militari, ne' cui petti fo voto che viva sempre e venerata rimanga.»
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