Giuseppe Lumia
politico italiano (1960-) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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politico italiano (1960-) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Giuseppe Lumia detto Beppe (Termini Imerese, 28 giugno 1960) è un politico italiano.
Giuseppe Lumia | |
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Presidente della Commissione parlamentare antimafia | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Democratico (dal 2007) In precedenza: Ind. di area CS (1990-1991) PDS (1991-1998) DS (1998-2007) Il Megafono (2012-2017) |
Titolo di studio | Diploma di Liceo Scientifico |
Professione | Consulente di Impresa |
Da sempre impegnato del settore cooperativo, è stato responsabile nazionale del Centro nazionale per lo sviluppo della cooperazione e dell'autogestione, vicepresidente nazionale della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI)[1], presidente del Movimento del Volontariato Italiano (Mo.V.I.) e tra i promotori nazionali della Costituente della strada.[2] Partecipa nel 1990, come indipendente, alla costituzione del Partito Democratico della Sinistra, del cui primo Comitato Nazionale entra a far parte.[1]
Diventa deputato nelle elezioni del 1994 nel collegio maggioritario di Termini Imerese (XXIV Circoscrizione Sicilia 1) per I Progressisti. Riconferma il seggio nelle Elezioni del 2001 nel sistema proporzionale con i Democratici di Sinistra. Da sempre impegnato nella lotta alla mafia[3], è stato Presidente della Commissione parlamentare Antimafia dal 2000 al 2001.
A seguito di indagini condotte dalla Procura di Palermo si è scoperto, grazie alle confessioni dei pentiti Nino Giuffrè e Maurizio Di Gati, che Bernardo Provenzano aveva progettato un attentato a Lumia durante il periodo in cui presiedeva la commissione parlamentare antimafia, attentato che però non è stato realizzato.[4]
Nel dicembre 2005 il pentito Francesco Campanella dichiara che Lumia avrebbe ricattato il Sindaco di Bagheria Pino Fricano, minacciandolo altrimenti di avviare le procedure per lo scioglimento del Comune per infiltrazione mafiosa. Lumia ha però smentito ogni accusa, dichiarando: «Smentisco di essere stato a conoscenza di indagini in corso su Campanella, ma ho espresso giudizi netti e precisi sulla sua attività politica e sui suoi rapporti con ambienti mafiosi da prima che si aprisse qualsiasi indagine. La mia "talpa" è la commissione Antimafia, cosa ben diversa dalle talpe per le quali è sotto processo Salvatore Cuffaro. Voglio solo rivendicare come assolutamente coerente con un percorso trasparente di lotta contro Cosa nostra l'indicazione di Giuseppe Cipriani come assessore alle politiche per la legalità ed ai beni confiscati». Lumia ha inoltre annunciato di voler querelare Campanella[5][6].
Alle elezioni politiche del 2006 è stato rieletto alla Camera dei deputati nella circoscrizione Sicilia 1 con la lista dell'Ulivo. Faceva parte della corrente dei "Cristiano Sociali" all'interno dei Democratici di Sinistra, prima che la quercia si unisse alla Margherita nel Partito Democratico.
Alle primarie del PD del 14 ottobre 2007 è in gioco per una possibile candidatura a Segretario Regionale in Sicilia, ma alla fine sostiene la candidatura di Francantonio Genovese[7] e viene eletto Presidente dell'Assemblea regionale siciliana del Partito Democratico.[8]
Alle elezioni politiche del 2008 fece molto discutere la sua iniziale esclusione dalle liste del Partito Democratico, motivata dalle quattro legislature alle spalle, tanto da paventare una possibile candidatura nelle liste dell'Italia dei Valori[9][10]. Tuttavia, dopo molte proteste ed una petizione a sostegno di Lumia, il Partito Democratico decide di schierarlo al Senato della Repubblica come capolista in Sicilia, dove risulta eletto.[10]
Alle elezioni primarie del PD del 2009 si candida alla segreteria regionale in Sicilia del partito[11], in autonomia rispetto alle tre mozioni del Congresso Nazionale Bersani, Franceschini e Marino[12], supera il primo turno con il 31% dei voti[13], ottenendo 53 delegati su 180, ma al ballottaggio dell'8 novembre 2009 viene sconfitto da Giuseppe Lupo.[14]
Alle elezioni politiche del 2013 è candidato come capolista della lista Il Megafono - Lista Crocetta, al Senato in Sicilia a sostegno di Pier Luigi Bersani[15] e viene rieletto.
Nel 2011 il suo storico addetto stampa lo ha denunciato al tribunale del lavoro di Palermo[16] per aver lavorato in nero alle sue dipendenze e lo ha poi querelato per diffamazione a mezzo stampa[17]. Per questa vicenda, è stato duramente attaccato dall'ordine dei giornalisti e dal suo sindacato. Il giudice del lavoro ha però rigettato il ricorso del giornalista condannando quest'ultimo al pagamento delle spese legali.
Dopo 24 anni trascorsi ininterrottamente in Parlamento non è più ricandidato alle elezioni politiche del 2018, in quanto escluso dalle liste del Partito Democratico.
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