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ingegnere agrimensore, architetto e storico italiano (1763-1837) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Giuseppe Guidicini (Bologna, 29 agosto 1763 – Bologna, 25 gennaio 1837) è stato un ingegnere e storico italiano. È ricordato per la sua opera Cose notabili della città di Bologna, pubblicata dal figlio Ferdinando tra il 1868 ed il 1873[1][2].
Giuseppe Guidicini nacque a Bologna in via Santo Stefano il 29 agosto 1763 da Giovanni Battista Guidicini e da Cattarina Salaroli, primo di 13 figli.[3][4] Guidicini fin da piccolo eccelle in aritmetica, matematica e disegno[5], fino a diventare Ingegnere Architetto nel 1791 e Ingegnere Agricoltore e Agrimensore nel 1793, mentre nel 1799 si trasferisce a Parigi, dove stringe amicizia con il conte Ferdinando Marescalchi.[3]
Nel 1800 Guidicini torna in Italia, per incarichi affidatigli dal conte Marescalchi, prima a Milano e poi a Bologna, dove viene nominato Amministratore del Dipartimento del Reno e, sempre nello stesso anno, Ispettore Generale dell’illuminazione pubblica di Bologna[1][6], incarico che conserva fino al 1816, "con ragguardevole stipendio"[5]. Durante i suoi soggiorni a Parigi, conosce Maria Fanfard che diventa sua moglie nel 1804[3][7] e con cui avrà un figlio, di nome Ferdinando (Bologna, 6 aprile 1815 - Bologna, 2 dicembre 1895)[1][8].
Parallelamente alla sua carriera pubblica, Guidicini si dedica anche ad una serie di ricerche archivistiche sulla storia di Bologna. Il frutto di queste ricerche in oltre 350 archivi pubblici e privati, lo porta alla stesura della sua opera più conosciuta Cose notabili della città di Bologna ossia storia cronologica dei suoi stabili pubblici e privati, un lavoro molto dettagliato di ricerca storica sull’urbanistica bolognese sacra e profana e sulle trasformazioni subite dalla città nel tempo. Composta tra il 1817 ed il 1829 e pubblicata postuma in cinque volumi, l'opera era una delle poche indagini di questo genere in quel periodo e gli vale ancora oggi il riconoscimento di storico.[2]
Guidicini muore la mattina del 25 gennaio 1837[6] all’età di 77 anni[9] e viene sepolto nel Cimitero monumentale della Certosa di Bologna[1][10]. Dopo la sua morte, tra il 1868 ed il 1873 il figlio Ferdinando pubblicherà le opere del padre, benché con rimaneggiamenti e omissioni, come in parte aveva fatto lo stesso Guidicini in vita, quando per esempio aveva venduto una raccolta di documenti storici al conte Giovanni Gozzadini, lo scopritore della cultura villanoviana.[2]
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