Loading AI tools
politico, giornalista e patriota italiano (1825-1886) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Giuseppe Brambilla (Giussano, 24 ottobre 1825 – Como, 28 ottobre 1886) è stato un politico, patriota e giornalista italiano.
Giuseppe Brambilla | |
---|---|
Sindaco di Como | |
Durata mandato | 1872 – 1877 |
Dati generali | |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Università | Università di Pavia |
Professione | Notaio |
Nato nel 1825 a Giussano dal fisico Luigi e da Giuditta Mazzucchelli, crebbe a Como in un ambiente progressista e anti-austriaco, dove un ruolo importante ebbe lo zio paterno, l'omonimo Giuseppe, che nel 1848 fu incarcerato a Milano dalle autorità austriache per "delitto di Stato". Prese parte alle cinque giornate di Como e militò nella colonna di Antonio Arcioni a Brescia, nel Trentino e a Venezia.[1]
Nel 1850 conseguì la laurea in legge all'Università di Pavia e nel 1852 si trasferì a Genova, dove frequentò il circolo di Agostino Bertani. Dopo cinque anni rientrò a Como, dove si impegnò in una forte attività propagandistica a favore della lotta armata e per l'arruolamento nell'esercito sabaudo. Nel 1859 partecipò alla liberazione di Como, avendo modo di conoscere Giuseppe Garibaldi. L'anno successivo fondò insieme allo zio il bisettimanale Patriota.[1]
Nel giugno 1860, mentre era in corso la spedizione dei Mille, fece rientro a Genova su sollecito di Bertani per collaborare all'organizzazione della Cassa centrale di soccorso a Garibaldi. Il 21 agosto raggiunse Garibaldi a Palermo e lo seguì a Napoli come membro della sua segreteria generale. L'11 settembre venne inviato a Torino dal generale nizzardo, allo scopo di richiedere a Vittorio Emanuele II il licenziamento di Cavour, la nomina di Giorgio Pallavicino Trivulzio quale prodittatore di Napoli e mantenere fermo il proposito della conquista di Roma; le richieste tuttavia non furono accolte.[1]
Deluso dall'atteggiamento sabaudo, rifiutò la nomina a prefetto del Regno e si ritirò a Como per dedicarsi alla professione di notaio. Nel 1868 venne nominato conservatore dell'archivio notarile di Como. Tra il 1866 e il 1869 collaborò per la Gazzetta di Como, dove scrisse articoli dal forte idealismo democratico e attenti alle problematiche locali. Dal 1876 al 1879 fu redattore del Progresso.[1]
Attivo politicamente a livello cittadino, fu più volte consigliere provinciale e comunale in seno al movimento democratico e dal 1872 al 1877 fu sindaco di Como. Presentatosi alle elezioni politiche del 1876, non risultò eletto.[1]
Morì a Como il 28 ottobre 1886.[1]
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.