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Giuramento del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il giuramento del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana è l'atto ufficiale col quale si forma il governo italiano, prestando giuramento davanti al Presidente della Repubblica presso il Palazzo del Quirinale.
La nomina è l'atto che porta alla formazione del governo e che precede il giuramento del Consiglio dei ministri: infatti il presidente del Consiglio incaricato, dopo delle consultazioni, si reca dal capo dello Stato per sciogliere la riserva. Subito dopo lo scioglimento della riserva si perviene alla firma e alla controfirma dei decreti di nomina del Capo dell'esecutivo e dei ministri. In sintesi il procedimento si conclude con l'emanazione di cinque o sei tipi di decreti del presidente della Repubblica:
Prima di assumere le funzioni, il Presidente del Consiglio e i Ministri devono prestare giuramento secondo la formula rituale indicata dall'art. 1, comma 3, della legge n. 400/88. Il giuramento rappresenta l'espressione del dovere di fedeltà che incombe su tutti i cittadini e, in modo particolare, su coloro che svolgono funzioni pubbliche fondamentali (in base all'art. 54 della Costituzione).
Il giuramento avviene nel Salone delle Feste al Palazzo del Quirinale, davanti al presidente della Repubblica accompagnato dal suo Segretario Generale.
È bene precisare che il Presidente del Consiglio e i Ministri assumono le loro responsabilità sin dal giuramento e, quindi, prima del voto di fiducia.
Il Presidente del Consiglio e i ministri giurano pronunciando la seguente formula rituale:
«Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione.»
Dopo la formula viene firmato l'atto ufficiale dal neo-ministro e dal Presidente della Repubblica.
La formula deriva da quella utilizzata durante il Regno d'Italia (1861-1946):
Questa derivava, a sua volta, dalla formula utilizzata dai Savoia nel Regno di Sardegna (1720-1861) prima della concessione dello Statuto albertino (1848):
«Giuro di essere fedele a Dio e alla Maestà del Re nostro Signore e di Lui successori, di servirlo con onore e lealtà, di sagrificare anche li miei beni e la mia vita pella difesa e pel sostegno della Corona e dello Stato; di non aver alcun carteggio diretto od indiretto con Principi o Ministri stranieri, né accettare pensioni o distinzioni dai medesimi senza licenza di Sua Maestà e di educare i miei figliuoli in questi leali sentimenti; e così Dio mi aiuti»
La cerimonia del giuramento avviene nel Salone delle Feste del Palazzo del Quirinale, l'ambiente più maestoso della Sede della Presidenza della Repubblica. Secondo la consuetudine il Presidente del Consiglio e i ministri vanno a giurare uno per volta davanti al Presidente della Repubblica, accompagnato dal Segretario generale che legge le formule di rito, presso un tavolo dove si trovano una copia originale della Costituzione Italiana, conservata presso gli Archivi Storici del Quirinale nel Palazzo Sant'Andrea, e i documenti ufficiali.
Per primo presta giuramento il Presidente del Consiglio, quindi i ministri senza portafoglio per concludere con i ministri con portafoglio. Dopo aver giurato il Presidente del Consiglio si pone di fianco al Presidente della Repubblica e lo accompagna nel giuramento dei ministri.
A conclusione di tutto vi sono le foto ufficiali del nuovo Consiglio dei Ministri insieme con il Presidente della Repubblica.
Nel caso in cui il giorno del giuramento del nuovo governo non fossero presenti uno o più ministri incaricati, perché impossibilitati o all'estero, questi prestano giuramento in un giorno successivo. La cerimonia ha luogo il prima possibile, sempre presso il Palazzo del Quirinale e con le stesse modalità, ma non più nel Salone delle Feste bensì nella più piccola Sala della Pendola.
Dopo il giuramento del nuovo governo presso il Palazzo del Quirinale, viene svolto a Palazzo Chigi la tradizionale cerimonia della campanella, ossia il passaggio di consegne dal Presidente del Consiglio uscente a quello entrante.
Subito dopo la cerimonia della campanella il nuovo Governo si riunisce nella Sala del Consiglio di Palazzo Chigi e tiene il primo Consiglio dei ministri. Durante questa seduta presta giuramento il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con funzioni di segretario del Consiglio.
Entro dieci giorni[2] dal decreto di nomina, il Governo è tenuto a presentarsi davanti a ciascuna Camera per ottenere il voto di fiducia, voto che deve essere motivato dai gruppi parlamentari e avvenire per appello nominale, al fine di impegnare direttamente i parlamentari nella responsabilità di tale concessione di fronte all'elettorato. Successivamente avviene la nomina e la cerimonia di giuramento dei sottosegretari del governo.
Se il governo non dovesse ottenere la fiducia delle Camere, il Governo appena nominato si dimette e resta in carica per il disbrigo degli affari correnti fino all'insediamento di un nuovo governo.
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