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scultore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Giovanni Scanzi (Genova, 23 febbraio[1] 1840 – Genova, 21 aprile 1915) è stato uno scultore italiano.
All'età di 12, Scanzi entrò nella bottega dello scultore Santo Varni, dove iniziò spolverando statue e gradualmente sviluppato le sue abilità. Varni era professore presso l'Accademia Ligustica, e incoraggiò il suo protetto all’inizio degli studi. Nel 1863 Scanzi vinse la pensione Durazzo, grazie alla quale poté andare a Roma a continuare gli studi. Lì incontrò Giulio Monteverde, anch’egli vincitore del premio di Roma.[2] Dal 1879 al 1892, Scanzi fu professore all’Accademia Ligustica. Luigi Brizzolara, Eugenio Baroni e Francesco Messina furono tra i suoi studenti.[3] [4] [5]
Le opere di Scanzi si possono trovare in tutta Genova, comprese le aree pubbliche, la Basilica di Santa Maria Immacolata, la Chiesa del Sacro Cuore e San Giacomo e altre chiese. Il Cimitero monumentale di Staglieno contiene circa 50 monumenti creati da Scanzi, tra cui le tombe di Carlo di G.B. Casella (1877), Giacomo Carpaneto (1886), Elisa Falcone (Cippo No.1024, 1893) e Giacomo Pastorino (1896).[6]
Giovanni Scanzi morì a Genova il 15 aprile 1915.
Orto Botanico dell'Università di Genova
Giardini Botanici Hanbury
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