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abate italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Giovan Battista Pacichelli (Roma, 1641[1] – Roma, 1695[1]) è stato uno storico e abate italiano.
Nato a Roma da genitori pistoiesi, seguì a Pisa gli studi giuridici per addottorarsi in diritto civile e canonico; tornato a Roma, si laureò in teologia sotto la guida del cardinale Brancati. Dopo aver pubblicato un panegirico dedicato a Clemente IX, due opere giuridiche (Schediasma e De distantiis) e alcune biografie agiografiche, ebbe la nomina di abate commendatario di San Marco (1670). Nominato Protonotario Apostolico, nel 1672 venne destinato da Clemente X ad Auditore per la conferenza di pace di Colonia per far terminar le guerre in Germania. Dopo il trattato di Münster-Westfalia (1674), intraprese una serie di viaggi per l'Europa (Olanda, Francia, Fiandre, Inghilterra, Scozia, Irlanda, Spagna, Portogallo, Svezia, Danimarca, ancora Germania, Austria e Ungheria). Fu membro della Royal Society (1674).[2]
Tornò a Roma nel 1677, dove fu ben accolto da Innocenzo XI e proposto per sedi vescovili che ricusò; fu allora chiamato dalla Corte di Parma come consigliere del duca Ranuccio II Farnese (1678-1682). Mandato da questi nel Regno di Napoli agli inizi del 1683, vi rimase per una dozzina di anni abitando una lussuosissima residenza fuori porta Costantinopoli. Viaggiando per il Regno operò studi di storiografia e di costumi.
Tornato a Roma, mori nei primi mesi del 1695, dopo aver consegnato agli editori Muzio e Parrino l'opera che gli darà maggior fama e che verrà pubblicata postuma, il Regno di Napoli in prospettiva.
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