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Il Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice è una ricorrenza della Repubblica Italiana istituita con la legge 4 maggio 2007 n° 56. Viene celebrato il 9 maggio di ogni anno in considerazione del fatto che il 9 maggio 1978 fu ucciso Aldo Moro.[1]
Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice | |
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Fotografia del politico italiano Aldo Moro, scattata durante la sua prigionia dalle Brigate Rosse. | |
Tipo | nazionale |
Data | 9 maggio |
Celebrata in | Italia |
Data d'istituzione | 2007 |
Altri nomi | Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo |
La legge del divieto di terrorismo fu approvata al Senato dalla 1ª Commissione in sede deliberante il 3 aprile 2007. Successivamente è stata approvata alla Camera il 2 maggio 2007, con una maggioranza di 420 voti favorevoli e 46 astenuti (ovvero i deputati del Partito della Rifondazione Comunista e del Partito dei Comunisti Italiani) e 1 voto contrario (Francesco Saverio Caruso del Partito della Rifondazione Comunista). Alcuni deputati hanno abbandonato l'aula al momento del voto.[2]
Gli esponenti dei due partiti comunisti motivarono la propria astensione perché non ritenevano la data del 9 maggio sufficientemente rappresentativa e avrebbero voluto che la ricorrenza venisse celebrata il 12 dicembre in onore delle vittime della strage di Piazza Fontana.[3][4] Caruso ha motivato diversamente il suo voto contrario.
In occasione della prima ricorrenza, il 9 maggio 2008 il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha pronunciato un fermo discorso condannando la violenza politica stigmatizzando «la reviviscenza del più datato e rozzo ideologismo comunista» e la «reviviscenza addirittura di un ideologismo».
In particolare in merito allo scopo del Giorno della memoria ha dichiarato:
«Quel che più conta, tuttavia, è scongiurare ogni rischio di rimozione di una così sconvolgente esperienza vissuta dal paese, per poter prevenire ogni pericolo di riproduzione di quei fenomeni che sono tanto costati alla democrazia e agli italiani.»
Sugli ex-terroristi il presidente ha poi detto:
«Lo Stato democratico, il suo sistema penale e penitenziario, si è mostrato in tutti i casi generoso: ma dei benefici ottenuti gli ex terroristi non avrebbero dovuto avvalersi per cercare tribune da cui esibirsi, dare le loro versioni dei fatti, tentare ancora subdole giustificazioni»
La Presidenza della Repubblica ha realizzato per l'occasione il volume Per le vittime del terrorismo nell'Italia repubblicana edito dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. La prefazione è stata scritta dal capo dello Stato e il volume contiene una serie di 378 schede di vittime degli anni dal 2003 ai primi anni '60, ordinate in maniera inversa rispetto alla data, dalla più recente Emanuele Petri assassinato nel 2003 alle più lontane negli anni del terrorismo altoatesino.[5][6]
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