Giacomo Tolomei
vescovo cattolico italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Giacomo Tolomei (Siena, prima metà del XIV secolo – 26 gennaio 1390) è stato un vescovo cattolico italiano.
Giacomo Tolomei vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti | |
Nato | prima metà del XIV secolo a Siena |
Nominato vescovo | 11 gennaio 1378 da papa Gregorio XI |
Deceduto | 26 gennaio 1390 |
Biografia
Nato nella nobile famiglia senese dei Tolomei da Zosimo (o Sozzino) Tolomei, entrò nell'Ordine dei frati minori conventuali e intraprese presto la carriera ecclesiastica.[1][2] Fu inquisitore a Siena nel 1363 e vicario generale dell'Ordine nel 1373; fu collettore apostolico di Toscana, del ducato di Spoleto e del Patrimonio di San Pietro.[1] L'11 gennaio 1378 venne nominato vescovo di Narni da papa Urbano VI.[1] Lo stesso pontefice si servì di lui nel 1379, in qualità di nunzio pontificio, per assolvere la Repubblica di Siena dalle censure cui era incorsa.[1][2]
Nel 1383 fu destinato alla diocesi di Chiusi, che resse solo un anno, poiché l'anno successivo venne nominato vescovo di Grosseto.[2] In Toscana predicò con vigore la crociata contro l'antipapa Clemente VII.[1][2]
Cadde in disgrazia alla Repubblica di Siena quando venne scoperta una congiura che Giacomo Tolomei, insieme a Raimondo Tolomei, alcuni parenti e i Ricasoli di Cacchiano, avrebbero ordito ai danni del governo senese.[1][2] Esiliato dalla città natale, morì presumibilmente nelle sue vicinanze nel gennaio 1390.[1][2] Il suo corpo venne trasportato segretamente a Siena e tumulato nella chiesa di San Francesco.[1]
Note
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni
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