Prolifico autore di teatro, fu una delle figure di spicco più contraddittorie della drammaturgiaespressionista, autore di settantaquattro drammi. Le sue opere vennero bandite dal regime nazista e Kaiser, all'avvento di Hitler, lasciò la Germania per stabilirsi in Svizzera.
Era sposato con Margarethe Habenicht, da cui ebbe tre figli.
Figlio di un commerciante, Kaiser interruppe gli studi per dedicarsi al mestiere paterno, professione che lo portò a stabilirsi in Argentina per tre anni, fino al 1901, quando ritornò in patria. Dal 1903 frequenta ambienti simbolisti e si dedica alla drammaturgia. Il suo I cittadini di Calais, rappresentato al Neues Theater di Francoforte nel 1917, gli garantì un'improvvisa celebrità. La fama di Kaiser lo rese oltreconfine l'autore teatrale tedesco più acclamato nel mondo[1].
Nell'arco degli anni venti ebbe occasione di viaggiare in tutta la Germania. Convinto democratico e di sentimenti socialisti, nel 1933, con la presa del potere da parte del nazismo, Kaiser subì la messa al bando dei propri lavori dai teatri e gli fu interdetta la possibilità di pubblicare. Nel 1938 si aggiunse alla schiera degli esuli, prendendo la via dapprima dell'Olanda e poi della Svizzera, dove, dimenticato e povero, visse fino alla morte, avvenuta nel 1945, poche settimane dopo il crollo del regime.
Le sue opere si caratterizzarono per i personaggii schematizzati, per le storie al limite dell'assurdo, per lo stile brillante e peculiare.[2]
Al cinema e in tv
Georg Kaiser lavorò per il cinema sia come attore che come sceneggiatore.
I suoi lavori sono stati spesso adattati o trasposti per lo schermo già ai tempi del muto, quando nel 1916 Hubert Moest ridusse per il cinema Hans im Glück. Il suo Zwei Krawatten, che aveva avuto sul palcoscenico come interprete una giovane Marlene Dietrich pre-Angelo azzurro, è approdato su grande e piccolo schermo.
I. A. Chiusano, Nota bio-bibliografica in G. Kaiser, Il cancelliere Krehler; Dal mattino a mezzanotte; L'incendio del Teatro dell'Opera, Milano, Mondadori, p. XVII.