Figlio illegittimo di un Orsini del ramo di Mugnano, nel 1539 era entrato come chierichetto a San Giovanni in Laterano, dove le sue doti intellettuali gli avevano fatto presto guadagnare la protezione di Gentile Delfini, canonico lateranense, erudito e collezionista di antichità, che si occupò della sua formazione e lo presentò in seguito ai Farnese.[1]
Nel 1544, egli figurava già sul "rotolo de' familiari" a carico del cardinaleAlessandro sebbene fosse a servizio del cardinale Ranuccio (o, più probabilmente, addetto al Palazzo Farnese) come bibliotecario e nel 1555Annibale Caro, il segretario di Alessandro, lo presentava già come "un giovane di molto merito, il quale è molto amico mio".
Alla morte di Ranuccio[2], egli rimase al servizio di Alessandro e, pur restando incaricato della biblioteca, funse presto da conservatore delle collezioni, pensionato e alloggiato al secondo piano del palazzo fino alla sua morte.
Appassionato collezionista di busti, monete e gioielli, la sua raccolta confluì dopo la morte in quella dei Farnese. Fu considerato dai contemporanei uno dei più grandi antiquari d'Europa[3].
Fu coinvolto nelle importanti campagne decorative di Annibale Carracci all'interno di Palazzo Farnese. La spettanza ad Orsini del programma iconologico degli affreschi del Camerino Farnese, studio-appartamento privato del cardinale Odoardo, è certa, ma anche in ordine alla celeberrima Galleria Farnese è stata avanzata l'ipotesi che l'ideazione degli Amori degli dèi che abitano le pareti dell'ambiente, possa essere frutto della sua ragguardevole erudizione classica.
Gentile Delfini era figlio di Giambattista e di Giacomella de' Cavalieri, ed era stato creato canonico lateranense nel 1546 (Domenico Iacovacci, Repertorio di famiglie romane, Biblioteca Apostolica Vaticana, ms Ott. lat. 2550, Parte I, pp. 38-45). Da non confondersi con il suo omonimo nipote Gentile Delfini, figlio del fratello Mario, che fu vescovo di Camerino e che morì a 42 anni nel 1601.
Haskell, Francis, La collezione Farnese di antichità, in "Classicismo d'età romana: la collezione Farnese", Napoli, 1988.
P. de Nolhac, La bibliothèque de Fulvio Orsini. Contributions à l'histoire des collections d'Italie et à l'étude de la Renaissance, Paris 1887.
J. Ruysschaert, Fulvio Orsini et les élégiaques latins. Notes marginales à une bibliothèque du XVIe s. et à une biographie du XIXe, in Tradizione classica e letteratura umanistica. Per Alessandro Perosa, a cura di R. Cardini, E. Garin, L. Cesarini Martinelli, G. Pascucci, II, Roma 1985, pp. 675-684.
G.A. Cellini, Il contributo di Fulvio Orsini alla ricerca antiquaria, Roma 2004 (= «Atti della Accademia Nazionale dei Lincei. Classe di scienze morali, storiche e filologiche. Memorie» s. IX, 18, 2004, pp. 227-513).
N. Bianchi, Fulvio Orsini e i romanzi greci. Una lista di scrittori di amatoria nel Vat. gr. 1350, in «Quaderni di storia» 73, 2011, pp. 87-103.
N. Bianchi, Romanzi greci ritrovati. Tradizione e riscoperta dalla tarda antichità al Cinquecento, Bari, Stilo (Universitaria, 4), 2011, Appendice: Una lettera di Fulvio Orsini a Baccio Valori (1587), pp. 127-131.
A. L. Di Lello-Finuoli, Ateneo e Stobeo alla Biblioteca Vaticana: tracce di codici perduti, in «Bollettino della Badia Greca di Grottaferrata (Studi in onore di mgr. P. Canart)» n. s. 53, 1999, pp.13-55.
A. L. Di Lello-Finuoli, Per la storia del testo di Ateneo, in «Miscellanea Bibliothecae Apostolicae Vaticanae» 7, 1999, pp.129 -182.
A. L. Di Lello-Finuoli, Il Vaticano greco 954 e il restauro del Florilegio di Stobeo, in «Thinking through excerpts: Studies on Stobaeus», 2011- Brepols Publishers n.v., Turnhout, Belgium, pp.125-142.
D. Baldi, A Bibliothecis di Fulvio Orsini, in «il Bibliotecario» 3 (2010), p. 125-158.