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pittore e incisore fiammingo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Jean François Millet, detto Francisque[1] (Anversa, 27 aprile 1642 – Parigi, 3 giugno 1679 o 1680), è stato un pittore e incisore fiammingo attivo soprattutto in Francia.
Dopo essere stato allievo di Laurent Francken ad Anversa[1], si trasferì a Parigi nel 1659, dove divenne membro dell'Académie royale de peinture et de sculpture nel 1673[1][2].
Viaggiò nella Fiandre, nei Paesi Bassi e in Inghilterra, ma poco dopo il suo ritorno a Parigi morì prematuramente[1].
Si dedicò principalmente alla pittura di paesaggi, in particolare italiani, e di soggetti religiosi[3]. Le sue opere di natura paesaggistica rivelano l'influenza di Gaspard Dughet, ma con uno stile meno libero e sono caratterizzate dalla profondità dell'orizzonte e dall'utilizzo di verdi acidi punteggiati da piccole macchie di rosso vermiglio[1]. È, assieme a Sébastien Bourdon, uno dei rappresentanti della pittura di paesaggi eroici, calmi e grandiosi, secondo la definizione di Nicolas Poussin[1][2].
Millet ebbe svariati allievi, fra cui Augustin Coppens, Jean Coustel ed il figlio Jean François[3], detto Francisque, che proseguì l'opera del padre nella produzione di paesaggi, come pure il nipote Joseph, anch'egli soprannominato Francisque[1].
La presenza di parenti con lo stesso nome o lo stesso soprannome e la mancanza di documentazione certa relativa alle opere, hanno creato e creano problemi di attribuzione delle stesse[2].
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