Francesco Sturbinetti

patriota e politico italiano (1807-1865) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Francesco Sturbinetti (Roma, 28 aprile 1807Frascati, 26 aprile 1865) è stato un avvocato, politico e patriota italiano.

Fatti in breve Ministro pontificio dei Lavori Pubblici, Durata mandato ...
Francesco Sturbinetti

Ministro pontificio dei Lavori Pubblici
Durata mandato12 febbraio 1848 
marzo 1848
MonarcaPapa Pio IX
Predecessorecarica creata

Ministro pontificio di Grazia e Giustizia
Durata mandatomarzo 1848 
29 aprile 1848
MonarcaPapa Pio IX

Vice Presidente del Consiglio di stato
Durata mandato12 giugno 1848 
?
MonarcaPapa Pio IX

Presidente del Consiglio di stato
Durata mandato3 agosto 1848 
?
MonarcaPapa Pio IX

Deputato dell'Assemblea costituente della Repubblica Romana
LegislaturaUnica
CollegioRoma

Senatore di Roma
Durata mandato19 aprile 1849 
?

Ministro dell'Istruzione
Legislatura18 marzo 1849

Dati generali
Partito politicoPartito Moderato
Titolo di studioLaurea in Legge
UniversitàUniversità di Roma
ProfessioneAvvocato
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Biografia

Riepilogo
Prospettiva

Laureatosi in Legge all'Università di Roma, divenne avvocato della Sacra Rota.

Entrò in politica nel 1847 al seguito delle riforme statuali di Pio IX e di cui nel 1848 fu uno dei primi ministri laici: prima dei Lavori Pubblici in febbraio e poi di Grazia e Giustizia da marzo.[1] Si dimise tuttavia, come gli altri ministri, il 29 aprile con la pronuncia dell'allocuzione del pontefice, in cui questi rifiutò di dichiarare guerra all'Austria in quanto nazione cattolica.

Il 21 gennaio 1849 fu eletto con il maggior numero di voti tra i deputati dell'Assemblea Costituente.[1][2] Nel voto dell'8 febbraio dell'Assemblea Costituente, dopo l'iniziale indecisione, votò infine a favore della Repubblica e contro il potere temporale del papato: sarà per questo, più tardi, condannato all'esilio. Durante la Repubblica Romana fu eletto Ministro dell'Istruzione: come tale, il 20 marzo abolì i privilegi dei protonotari apostolici nei conferimenti delle Lauree e la loro giurisdizione sull'Università.[3] Fu eletto Senatore di Roma il 19 aprile, carica con cui presiedette il nuovo Consiglio comunale: dovette, però, presto fronteggiare l'invasione militare francese e difendere la città in qualità di generale della Guardia Nazionale.

La sua divisa da ufficiale durante la Repubblica Romana del 1849 è esposta al Castel Sant'Angelo.[4]

Rientrato in patria solo nel 1857, si ritirò dalla politica.

Uomo profondamente religioso, fu sepolto alla Basilica dei Santi Giovanni e Paolo.[5] La lapide sepolcrale ne ricorda la riconciliazione con il pontefice, con le parole: "Abreptus et exsul studio rerum novarum anno MDCCCXLIX, reditus veniam a pontifice maximo consecutus est".[6]

Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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