librettista italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Francesco Silvani, noto anche con lo pseudonimo di Frencasco Valsini (Venezia, 1660 circa – Venezia, tra il 1718 e il 1724[1]), è stato un librettista italiano.
Poco si conosce sulla sua vita. Silvani iniziò l'attività di librettista verso il 1682-1683 sotto l'anagramma di Frencasco Valsini. I suoi primi lavori furono Ottone il grande (1682) e Marzio Coriolano (1683). Dal 1691 al 1716 scrisse parecchi libretti sotto il suo vero nome per vari teatri veneziani. Tra 1699 e il 1705 fu al servizio di Carlo IV Gonzaga, duca di Mantova; tuttavia sembra che in questo periodo si sia trattenuto maggiormente a Venezia. Raggiunse l'apice della sua carriera negli anni tra il 1708 e 1714, durante il quale periodo lavorava presso il Teatro Grimani a San Giovanni Grisostomo, il principale teatro veneziano dell'epoca.
Una raccolta contenente 24 suoi libretti fu pubblica postuma a Venezia nel 1744 con il titolo Opere drammatiche del signor Abate Francesco Silvani.
I libretti di Silvani, grazie principalmente alla loro chiara trama, sono contrassegnati dall'esaltazione della parola e dal prolungamento dei recitativi (in sintonia alle riforme condotte da Apostolo Zeno e Pietro Pariati). Occasionalmente egli fece ricorso anche ai vecchi modelli (come ad esempio Seneca, Torquato Tasso e Pierre Corneille). Nella maggior parte dei suoi libretti egli impiega personaggi storici, ma la trama è tuttavia inventata. Silvani per i suoi lavori preferì anche usare titoli lunghi e astratti, che però, nelle ultime opere, subirono una riduzione al nome della figura principale.
L'anno si riferisce alla prima rappresentazione.
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