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docente e politico italiano (1858-1942) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Francesco Scaduto (Bagheria, 28 luglio 1858 – Favara, 29 giugno 1942) è stato un giurista e politico italiano.
Francesco Scaduto | |
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Senatore del Regno d'Italia | |
Legislatura | dalla XXVII |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Titolo di studio | Laurea in lettere e storia |
Professione | docente universitario |
Frequentò il liceo ginnasio Vittorio Emanuele II di Palermo, frequentò la facoltà di lettere di Palermo per un biennio e poi si laureò in lettere nel 1879 e in storia nel 1881 a Firenze. Dopo essersi perfezionato in studi giuridici in Germania, nel 1884 iniziò la carriera universitaria insegnando Diritto canonico a Palermo, Diritto ecclesiastico nel 1887 a Napoli (divenendo ordinario nel 1889) e dal 1911 alla Sapienza di Roma. [1]
Fu preside di facoltà e nel 1919 divenne rettore dell'Università di Roma[2]; mantenne la carica fino al 1922. Consigliere comunale a Roma dal 1914 al 1920, fu presidente del consiglio provinciale di Agrigento dal 9 agosto 1915 al 15 agosto 1922.[3]
Fu nominato senatore del Regno d'Italia dalla XXVII legislatura (1º marzo 1923).[4] Nel 1932 si iscrisse al PNF.
Visse gli ultimi anni della sua vita a Favara, dove morì. Sposò la baronessa Angela Mendola di Favara, e fu padre del futuro ambasciatore d'Italia Gioacchino Scaduto Mendola che sposo Virginia Moritz e Antonio Scaduto Mendola, ambasciatore d'Italia che sposo Irina Plamenatz (figlia du Jovan Plamenatz, ultimo régente del Monténégro), e di Francesca che sposò Gaspare Ambrosini, suo allievo e futuro presidente della Corte costituzionale.[5]
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