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rivoluzionaria italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Francesca Lechi, detta Fannie (Brescia, 1773 – Brescia, 1806), è stata una rivoluzionaria, giacobina e patriota italiana.
Francesca Lechi | |
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Giovanni Battista Gigola, Ritratto di Francesca Lechi Ghirardi, 1800 ca, Metropolitan Museum of Art | |
Contessa | |
Trattamento | Sua Eccellenza |
Altri titoli | Patrizia bresciana |
Nascita | Brescia, 1773 |
Morte | Brescia, 1806 |
Dinastia | Lechi |
Padre | Conte Faustino Lechi |
Madre | contessa Doralice Bielli |
Consorte | Francesco Ghirardi |
Figlia del conte Faustino Lechi e della contessa Doralice Bielli,[1] fu dapprima istruita nel collegio di Salò e, più tardi, in quello di Castiglione.
Con i fratelli Teodoro, Giuseppe, Angelo, Bernardino e Giacomo condivise gli ideali giacobini, partecipando all'epopea napoleonica fino alla sua morte prematura.
Fuggita di casa in giovane età, il 21 agosto 1793 sposò Francesco Ghirardi, avvocato della Repubblica veneta. Prese parte alla Rivoluzione di Brescia del 1797.[1]
Donna dal carattere vivace ed appassionato, ebbe una relazione con Gioacchino Murat, con il quale, inoltre, pare intrattenne un fitto epistolario assai passionale.[1] Trasferitasi con il marito a Milano ebbe modo di esercitarvi una propria influenza nell'ambiente politico.
A Milano conobbe Stendhal che la citò in una sua opera, la Vie de Napoléon, dove lo scrittore definisce gli occhi della Lechi i più belli di tutta Brescia:[1][2]
«La comtesse Gherardi, fille du comte Lecchi, avait peut-être les plus beaux yeux de Brescia, le pays de beaux yeux.»
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