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unità militari addestrate a condurre operazioni militari ad alto rischio Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Le forze speciali sono delle unità militari per condurre operazioni militari ad alto rischio[1][2][3], appositamente designate, organizzate, selezionate, addestrate ed equipaggiate utilizzando tecniche e modalità di impiego non convenzionali.
I loro appartenenti vengono definiti incursori.
Le forze speciali emergono all'inizio del XX secolo, con una crescita significativa sul campo durante la seconda guerra mondiale, quando le parti coinvolte crearono formazioni dedicate alle operazioni speciali dietro le linee nemiche.[4]
Negli Stati Uniti il termine forze speciali è generalmente impiegato per riferirsi alle United States Army Special Forces (berretti verdi), mentre il termine forze di operazioni speciali (special operations forces - SOF) è generalmente utilizzato negli altri paesi per definire questi tipi di unità. Nei paesi russofoni, le forze speciali di qualunque paese sono tipicamente chiamate in russo спецназ?, spetsnaz (che letteralmente significa uso speciale).
Le origini di queste unità speciali vanno ricercate nelle truppe d'assalto, costituite nel corso della prima guerra mondiale, prima dai tedeschi nel 1915 (Stoßtrupp) e nel 1917 dagli italiani (Arditi).
Il 1º luglio 1939, in Italia a La Spezia, nacque la Iª Flottiglia MAS, nel 1941 ridenominata Xª Flottiglia MAS, uno dei primi tipi di tali unità al mondo, mentre nel giugno 1940 furono creati i British Commandos.
Altri reparti speciali nascono nel corso della seconda guerra mondiale: i SAS inglesi nel 1941, i Friedenthaler Jagdverbände di Otto Skorzeny o gli Spetsnaz della Marina sovietica.
Sebbene nel 1942 fossero nati i primi Marine Raiders statunitensi, solo nel 1952, a Fort Bragg, North Carolina, (USA) nasce il primo centro di addestramento per SOC, con la costituzione dei Berretti verdi, cui nei primi anni '60 seguono i Seals della Marina Usa, mentre la Delta Force venne creata successivamente, nel 1977.
Durante la seconda metà del XX secolo, le forze speciali sono diventate più importanti, poiché i governi hanno scoperto che a volte gli obiettivi possono essere meglio raggiunti da un piccolo gruppo di specialisti anonimi, invece che da un dispiegamento convenzionale più ampio e molto più politicamente controverso.
Hanno preso parte ad operazioni militari sia in tempo di guerra che in tempo di pace. Le forze speciali belghe dalla fine degli anni '50 sono intervenuti nella lunga crisi del Congo e in Africa centrale.
A seguire queste unità hanno condotto famose operazioni speciali e operato in diversi conflitti: la guerra civile in Laos, la guerra indo-pakistana del 1971, la guerra del Vietnam, la guerra coloniale portoghese, l'Operazione Entebbe, la guerra di frontiera sudafricana, la guerra delle Falkland, il conflitto nordirlandese, la prima e la seconda Guerra del Golfo, la guerra in Afghanistan, guerra d'indipendenza croata, la guerra del Kosovo, la guerra in Bosnia ed Erzegovina, la prima e la seconda guerra cecena, l'assedio dell'ambasciata iraniana (Londra), il dirottamento del volo Air France 8969, l'operazione Scudo difensivo, l'operazione Khukri, la crisi degli ostaggi al teatro di Mosca, l'Operazione Orchard, la crisi degli ostaggi dell'ambasciata giapponese (Lima), nello Sri Lanka contro le LTTE.
L'invasione statunitense dell'Afghanistan ha coinvolto le forze speciali di diverse nazioni della coalizione, che hanno svolto un ruolo importante nel rimuovere i talebani dal potere nel 2001-2002. Le forze speciali hanno continuato a svolgere un ruolo nella lotta contro i talebani nelle operazioni successive (Guerra in Afghanistan (2001-2021)).
L'ammiraglio William H. McRaven, ex nono comandante del "United States Special Operations Command" (2011-2014) ha descritto i due approcci alle operazioni delle forze speciali nella dichiarazione sulla postura del 2012 al United States Senate Committee on Armed Services: "l'approccio diretto si caratterizza da una piccola unità tecnologicamente abilitata con letalità di precisione, intelligence focalizzata e cooperazione inter-agenzia integrata su un campo di battaglia digitalmente collegato", mentre "l'approccio indiretto include il rafforzamento delle forze delle nazioni ospitanti, fornendo assistenza adeguata alle agenzie umanitarie e coinvolgendo le popolazioni chiave."[5] Elementi del potere nazionale devono essere schierati di concerto senza fare eccessivo affidamento su una singola capacità, come le forze speciali, che lascia l'intera forza impreparata e vuota nello spettro delle operazioni militari.[6]
Poiché le limitazioni di genere sono state rimosse in molte parti del mondo, le donne possono partecipare alle selezioni per le unità di forze speciali, e nel 2014 il Forsvarets spesialkommando norvegese ha creato una unità di sole donne, la Jegertroppen.
Secondo la definizione NATO, le operazioni speciali sono attività militari condotte da forze specialmente designate, organizzate, selezionate, addestrate e equipaggiate, utilizzanti delle tecniche e dei modi d'azione non convenzionali.[1][7]
Secondo il glossario NATO-Russia del 2001:[8]
Secondo il glossario del DOD:[9]
Vi sono poi truppe altamente addestrate come le 11e brigade parachutiste, la Légion étrangère, i Marines, i Royal Marines, la Brigata paracadutisti "Folgore", la Brigata marina "San Marco", che non sono inquadrate come unità di forze speciali secondo la definizione della NATO; anche se, in alcuni casi, queste integrano una componente che può svolgere operazioni speciali di supporto.
Vi è infine una informale classificazione nelle forze armate statunitensi, con la struttura a "livelli" (Tier) tra operatori speciali e membri delle forze convenzionali che rappresenta un sistema di classificazione non ufficiale delle unità, basato sulle loro capacità e missioni.
Queste unità militari vanno in ogni caso nettamente distinte dalle unità tattiche di polizia (gendarmeria, polizia o polizia militare) come le SWAT statunitensi, le francesi GIGN e RAID, i NOCS italiani o di altre unità d'élite di polizia (teste di cuoio) che non sono forze speciali.
Esse sono unità appositamente designate delle forze armate a condurre delle operazioni militari speciali. A unità di questo tipo sono demandati i compiti più difficili, che i militari o agenti del resto del corpo non sono addestrati ad affrontare. Per questo motivo l'accesso alle unità d'élite è generalmente subordinato ad una severa selezione e ad un addestramento impegnativo.
Gli operatori delle unità di forze speciali sono solitamente impiegati in piccole unità, anche di tipo commando, dedicate ad operazioni caratterizzate da alto rischio ed elevato livello di tecnica ed addestrati alla singola missione che viene preventivamente pianificata, provata (eventualmente con simulazione della situazione e delle prevedibili evoluzioni) e discussa.
Gli addestramenti comprendono in genere corsi di roccia, armamento, topografia, combattimento corpo a corpo, paracadutismo, discesa in corsa da veicoli e da elicotteri, guida veloce, psicologia, criminologia, medicina, lingue e spionaggio. A seconda dei teatri e dei contesti operativi, le forze speciali possono realizzare funzioni includenti guerriglia e controguerriglia, antiterrorismo, intelligence, covert operations, azione diretta, liberazione ostaggi, ricerca-cattura-eliminazione di obiettivi ad alto valore, operazioni di tipo C4ISTAR, operazioni mobili e guerra non convenzionale.
Solitamente le azioni dei corpi speciali sono eseguite da appositi gruppi operativi addestrati alla singola missione che viene preventivamente pianificata, provata (eventualmente con simulazione della situazione e delle prevedibili evoluzioni) e discussa. Esempi di attività possono essere:
Operano generalmente in ambienti e contesti particolarmente ostili anche a grande distanza dalle unità amiche. Esse consistono in un complesso di movimenti e trasferimenti intermodali, multiambientali e normalmente non palesi o discreti, nonché in comunicazioni, attività logistiche e azioni sull'obiettivo con cui un'unità di limitata consistenza organica ma di elevato profilo operativo si infiltra in un'area obiettivo, consegue nella stessa risultati di rilevanza strategica e successivamente rientra alla propria base.
La maggior parte delle forze armate convenzionali, e dei rispettivi ufficiali, sono riluttanti ad impiegare forze militari irregolari, viste come inaffidabili, di dubbia utilità militare, e inclini a commettere atrocità che suscitano reazioni della stessa natura. Di norma tali forze sono istituite al di fuori dell'esercito regolare, per esempio il SOE britannico nella seconda guerra mondiale, o la Special Activities Division della CIA in tempi più recenti. Tuttavia in alcuni casi, e talvolta per disperazione, forze armate convenzionali fanno ricorso a tattiche di guerriglia, di solito per concedersi spazio e tempo di respirare, nell'imbrigliare le forze nemiche insidiandone le linee di comunicazione e retrovie, come ad esempio il 43rd Battalion, Virginia Cavalry (Guerra di secessione americana) e i Chindits.
Benché appartengano ad un esercito regolare, le United States Army Special Forces sono addestrate, fra l'altro, anche ad applicare le tattiche delle forze irregolari. Tuttavia, al di fuori degli Stati Uniti il termine "forze speciali" non implica generalmente una forza addestrata a combattere come i guerriglieri e gli insorgenti.[senza fonte] In origine, le United States Special Forces erano state create per costituire l'ossatura su cui costruire forze di resistenza stay-behind nel caso di vittoria comunista in Europa ed altrove. Le United States Special Forces e la Special Activities Division della CIA possano vantare la discendenza dagli operatori OSS nella Seconda guerra mondiale, incaricati di ispirare, addestrare, armare ed istruire i movimenti di resistenza ai nazisti che occupavano l'Europa e ai giapponesi che occupavano l'Asia.
In Finlandia, le ben addestrate unità di fanteria leggera Sissi usano tattiche irregolari come ricognizione, sabotaggio e operazioni di guerriglia dietro le linee nemiche.[11]
Le forze speciali francesi sono organizzate sotto il Commandement des opérations spéciales (COS). Di seguito, le tre unità di comando delle forze speciali (in grassetto) e le differenti unità ad esse subordinate:[12]
L'intelligence francese utilizza per le sue operazioni all'estero anche unità di forze speciali:
Le forze speciali italiane sono organizzate sotto il Comando interforze per le operazioni delle forze speciali (COFS). Le unità di forze speciali sono:
Queste operano in stretto contatto con le forze di supporto operativo per operazioni speciali (SOOS):
Le forze speciali britanniche sono organizzate sotto l'United Kingdom Special Forces (UKSF). Le unità di forze speciali sono:
Le forze speciali russe sono le Truppe per usi speciali della Federazione Russa (in russo Войска специального назначения Российской Федерации?, Vojska specialʹnogo naznačeniâ Rossijskoj Federacii), dette, nel gergo militare e nel linguaggio comune, Specnaz. Esse sono inquadrate in diversi comandi:
Le forze speciali statunitensi sono organizzate sotto l'United States Special Operations Command (USSOCOM). Le unità di comando delle forze speciali sono:
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