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FontanaArte S.p.A. è un'azienda italiana fondata a Milano (come Fontana Arte) nel 1932 da Luigi Fontana e Giò Ponti e specializzata nella lavorazione del vetro e nella realizzazione di complementi d'arredo. È nota per la lavorazione del cristallo curvato e per la produzione di apparati per l'illuminazione diventando negli anni un nome di rilievo per il design italiano.[1]
FontanaArte S.p.A. | |
---|---|
Stato | Italia |
Forma societaria | Società per azioni |
Fondazione | 1932 a Milano |
Fondata da | Luigi Fontana e Giò Ponti |
Sede principale | Corsico |
Gruppo | ItalianCreationGroup S.p.A. |
Persone chiave | Gio Ponti, Pietro Chiesa, Max Ingrand, Gae Aulenti |
Settore | Illuminazione |
Prodotti | Illuminazione, complementi d'arredo |
Note | Premio Compasso d'oro alla carriera nel 1998 |
Sito web | www.fontanaarte.com |
Nel 1881 Luigi Fontana fonda un'industria produttrice di lastre di vetro per usi edilizi: la Luigi Fontana & Compagni. La crescita dell'azienda porta il fondatore a darle ulteriore visibilità partecipando, nel 1906, alla Fiera internazionale di Milano con un proprio padiglione; la visibilità porta nel giro di pochi anni nuovi investitori e nel 1910 la Saint-Gobain ne acquisisce la maggioranza; Luigi Fontana mantiene il ruolo di direttore artistico. L'azienda cambia nome in Società Anonima e la rete distributiva si estende a livello internazionale. Vengono aperti punti vendita a Torino, Genova, Venezia, Trieste, Roma, Cagliari, Sassari, Messina, Palermo; agenzie nelle colonie italiane, in Europa e Sudamerica.[1]
Nel 1930 inizia la collaborazione tra Luigi Fontana e Giò Ponti, allora direttore artistico presso la Richard Ginori. Ponti, nel 1931, viene chiamato alla direzione artistica dell'azienda e disegna per Fontana alcune lampade tra le quali la 0024 e la Bilia. Con l'aumento di richiesta di prodotti artistici in cristallo, settore dove l'azienda italiana si stava sempre più allargando grazie al sodalizio artistico fra i due creativi milanesi, nel 1933 Ponti e Fontana fondano la Fontana Arte, vera e propria divisione aziendale specializzata nella creazione di elementi artistici in cristallo. Un notevole ed importante passo evolutivo si ha l'anno successivo, quando nel 1933 la Fontana Arte acquisisce una piccola bottega milanese di proprietà di Pietro Chiesa specializzata in lavorazioni di lastre in cristallo e vetrate artistiche; la bottega era molto celebre e la bravura di Chiesa era molto nota a Ponti. La nuova collaborazione dà vita ad una forte sinergia fra Ponti, Chiesa e Fontana che porterà l'azienda ai vertici mondiali del settore, grazie non solo alle capacità creative dei progettisti ma anche alle tecnologie sviluppate da questi e agli strumenti altamente innovativi come per esempio un forno speciale unico in Italia per la produzione di lastre di vetro di qualsiasi curvatura.[1]
Tra le produzioni del periodo:
Su suggerimento dello stesso Ponti, la direzione artistica viene affidata a Pietro Chiesa, in questi anni l'azienda acquista una notorietà internazionale, specializzandosi in produzioni artigianali altamente elaborate. La produzione aziendale fu fin dall'inizio di notevole fermento artistico, le creazioni di Ponti e Chiesa comprendevano oggetti di varia natura, caratterizzati tuttavia da elevati costi di realizzazione e un processo produttivo totalmente artigianale. Le produzioni riscontrarono molto successo testimoniato dalle recensioni sulle riviste del settore e accompagnato da costanti partecipazioni a importanti manifestazioni come la Biennale di Venezia, la Triennale di Milano e altre partecipazioni nelle più importanti capitali europee. Durante tutto il periodo che seguirà, fino al 1948, anno in cui Pietro Chiesa morirà prematuramente, la produzione di oggetti viene ampliata; si realizzano piatti, scatole, portaritratti, vetrate, cornici, specchi, sculture, anche mobili con inserti in vetro e tavoli con basi in vetro curvato.[1]
Tra le produzioni del periodo:
Con l'avvento della seconda guerra mondiale la lavorazione del vetro viene, per legge, limitata a soli scopi militari; la Fontana Arte quindi, che era specializzata in lavorazioni artistiche venne fortemente penalizzata da questa situazione, che doveva confrontarsi con la totale assenza di vetro nel mercato. L'azienda, inoltre, venne posta sotto sequestro per la presenza nella casa madre di rilevante partecipazione di capitale straniero. Pieni poteri vennero dati al consigliere nazionale: Amilcare Preti, mentre Luigi Fontana venne sollevato da qualsiasi incarico. Per motivi di improduttività, vennero chiusi i due punti vendita principali: Roma e Milano. Lo stabilimento produttivo in via Tortona, inoltre, venne quasi completamente distrutto dai bombardamenti su Milano. L'azienda rimase praticamente "esiliata" fino al termine del conflitto.[1]
Nel 1948, dopo la morte di Chiesa, la direzione artistica dell'azienda viene affidata a Max Ingrand, in questi anni la produzione aziendale vede un sostanziale ammodernamento dei processi, orientandosi verso un regime di produzione di tipo industriale. Vengono riaperti gli showroom: a Milano in via Montenapoleone, e a Roma in via Condotti. Negli stessi anni, Lucio Fontana collaborerà nella realizzazione di grandi basi in ceramica per tavoli e tavolini con piano in cristallo, su disegno dell'architetto Roberto Menghi. I prodotti vengono presentati alle più importanti mostre internazionali, e viene dato vita, a partire dal 1962, ai «Quaderni di Fontana», una serie di pubblicazioni periodiche dove venivano presentate, per tipologia, le nuove produzioni. Nel 1967 Giò Ponti torna con un ruolo di primo piano all'interno della direzione artistica dell'azienda e realizza le lampade Pirellina e Pirellone. Nell'agosto 1969 muore repentinamente Max Ingrand, all'età di sessantuno anni.[1]
Tra le produzioni del periodo:
Dopo la morte di Ingrand, Ponti abbandona l'azienda per scarsa condivisione con la nuova politica produttiva indetta dalla casa madre[1], l'azienda affronta così un periodo di appannamento che porta il gruppo Saint-Gobain a cedere l'attività. L'azienda viene acquistata nel 1979 da un gruppo di imprenditori privati; Carlo Guglielmi viene nominato direttore operativo ed amministratore.[2]
La nuova direzione affida tempestivamente la direzione artistica all'architetto Gae Aulenti, già da qualche anno in azienda. Vengono prodotte lampade e oggetti d'arredo ancora oggi a catalogo. Tra i collaboratori di maggior rilievo compaiono Piero Castiglioni, Pierluigi Cerri, Daniela Puppa e Franco Raggi. Nel 1987, su disegno dell'architetto Renzo Piano, vede la luce una produzione coordinata di sistemi d'arredo; tavoli, tavolini, consolle, librerie, interamente in vetro. Nel 1989 l'architetto Franco Raggi realizza la lampada da parete Velo; nel 1992 viene prodotta "Prima signora", lampada da terra a tre piedi, su disegno di Daniela Puppa. L'azienda negli anni ottanta torna in grande fermento creativo seguito negli anni novanta da molteplici acquisizioni che allargano la produzione a nuovi mercati di riferimento. In questi anni l'azienda si specializza sempre più nel settore dell'illuminazione. Nel 1993 "Fontana Arte" acquista "Candle", sviluppando una linea dedicata di nuovi prodotti destinati alla clientela più giovane, con nuove tecniche produttive che consentono prezzi più contenuti. Nel 1997 "Fontana Arte" acquista "Naskaloris", azienda specializzata nell'illuminazione. Nel 1998 "Fontana Arte" viene premiata da ADI con il Compasso d’Oro alla carriera.[2] Nel 2012 muore Gae Aulenti all'età di 84 anni, nello stesso anno in cui l'azienda compie 80 anni d'attività.[3]
Tra le produzioni del periodo:
Nel 2010 FontanaArte S.p.A. viene acquisita dal gruppo industriale italiano Nice S.p.A., che rileva un pacchetto di maggioranza pari al 60% delle azioni. La scalata societaria si completa nel 2012 quando Nice S.p.A. acquisisce il rimanente 40%. Nel 2012 la direzione artistica passa a Giorgio Biscaro.[2]
Nel 2016 l'azienda viene acquistata dalla holding ItalianCreationGroup. Dal 2018 Francesco Librizzi, architetto e designer milanese d'adozione e palermitano di nascita, è alla direzione artistica del marchio.
Tra le produzioni del periodo:
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