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La fonderia Ferdinandea è stata una fonderia operante in Calabria nella zona delle Serre, e precisamente nel territorio di Ferdinandea. Avviata per iniziativa di Ferdinando I delle Due Sicilie, al fine di sostituire la ormai obsoleta Regia Fonderia di Stilo, fu completata sotto il regno di Ferdinando II, e ne prese il nome.
«... Un magnifico fornello vi si è costruito, e un altro si sta costruendo, talché vi si potrà fondere insino a 24000 cantaja di ferraccia all'anno. A dir certo siffatti stabilimenti sono tra i primi in Europa, e tutto concorre a renderli tali, se ricordi le miniere di ferro che ivi si trovano che sono inesauribili e fonditore di ferro malleabile e ferraccia: il prodotto è del quaranta per cento rispetto alla ferraccia detta nera... di convenevole consumo, e daultimo gli abitanti di queli luoghi, in ispezionalità del Comune della Serra, hanno tale abilità a fare qualsiasi lavoro di ferro, che destan meraviglia a chiunque li vede...»
Dal 1874 la fonderia insieme alla residenza reale e l'area boschiva divennero proprietà di Achille Fazzari[2]. Nel 1922 fu rilevata dalla Banca d'Italia , poi passo di proprietà alla società idroelettrica Borilli e poi ancora alla società idroelettrica Immobiliare Calabra per poi passare tramite il processo di nazionalizzazione all'Enel[2]. Ad oggi appartiene nuovamente a dei privati che per motivi fiscali demolirono l'altoforno intorno al 1950 e che gestiscono solo la parte boschiva[2], la fonderia è in stato di abbandono[2].
I lavori per la sua costruzione iniziarono nel 1814[3][2] e vennero conclusi solo nel 1833[3][2] nel regno di Ferdinando II[2] e costò ben 400.000 ducati[4][5], questo dovuto alle continue sospensioni di costruzione dell'opera. Si riuscì a risparmiare, nelle spese il 30% nei confronti della fonderia di Mongiana, dovuto soprattutto alla vicinanza con la materia prima. Il ferro veniva estratto dalle miniere di Pazzano, molto più vicine alla località Ferdinandea che a Mongiana.
Il progetto si rifaceva a uno già esistente del 1736[4].[3] redatto dall'ingegnere D. Giuseppe Stendardo[2] e fu guidato dall'ingegnere Teodoro Paolotti[3]. Il luogo della costruzione fu scelto nell'area Piani della Chiesa Vecchia (attuale Ferdinandea)[3].
I lavori furono velocizzati durante il periodo di governo francese nel 1814 stanziando ben 14.000 ducati e fu inaugurata dal re Ferdinando II nel 1833, quando visitò il complesso siderurgico il 23 aprile dello stesso anno[5]. Nel 1852 ne finanziò anche il restauro con 5.000 ducati.
Il complesso occupava 15.000 metri quadrati[4]. Oltre alla fonderia, composta da 4 fabbricati, e l'altoforno vi era anche la residenza amministrativa, carceri, alloggio per i soldati e una chiesa. Dall'altoforno venivano prodotti 6.860 quintali di ghisa all'anno.
Dal lavoro della fonderia dipendevano diverse ferriere già esistenti o costruite ex novo del circondario ubicate lungo la fiumara Stilaro e i torrenti: Ruggero, Acciarello e Mulinelle[4]:
Attualmente è un luogo facente parte dell'Ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria, della fonderia sono rimasti solo due edifici, e la residenza amministrativa, con un'edicola in ghisa e un busto in granito di Ferdinando II. Gli edifici della fonderia sono ancora in attesa di restauro (ottobre 2024).
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