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economista italiano (1936-1986) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Fausto Vicarelli (Osimo, 18 gennaio 1936 – Roma, 23 novembre 1986) è stato un economista italiano.
«Nel pensiero di Fausto una società è giusta se offre a ogni suo membro la possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro; se permette a ognuno di collaborare al bene della comunità di cui è parte, di realizzare la propria personalità, di aprirsi ai superiori valori intellettuali e spirituali. Merito e coesione sociale possono convivere. Sono fattori potenti di progresso.»
«Come studioso, egli aveva raggiunto una maturità piena, che ha contribuito in modo penetrante e originale alla sfavillante ripresa che le generazioni più giovani hanno assicurato al pensiero economico italiano sul piano internazionale. Come insegnante [...] egli aveva saputo conquistare il carisma che viene soltanto dal difficile giudizio e dalla convinta ammirazione dei numerosi allievi. […] Era bensì paziente, ma fermo nei propositi che non ammettono cedimenti. La sua vita è stata densa; le sue giornate estremamente laboriose. Egli era consapevole di quanto numerosi fossero gli afflitti e i diseredati e di quanto poche fossero le persone impegnate a rendere loro giustizia.»
Figlio di Egidio Vicarelli e di Giulia Magnalardo, fratello di Silvano, anch’egli economista, ha vissuto nella sua città natale fino alla maggiore età.
Si è iscritto alla Facoltà di economia e commercio della Sapienza Università di Roma nel 1954. In questo periodo strinse amicizia con Antonio Fazio, futuro governatore della Banca d’Italia. Laureato a pieni voti nell’anno accademico 1958-59 con una tesi in economia politica su “La teoria dinamica secondo Hicks e la scuola svedese”, relatore Volrico Travaglini, ha prestato servizio militare nella Scuola per allievi ufficiali e sottufficiali di artiglieria di Foligno. Nel 1961 ha vinto la borsa di studio Stringher della Banca d’Italia, con cui ha proseguito gli studi all’Università di Harvard e al Massachusetts Institute of Technology con sede a Cambridge.
Nella sua esperienza americana si è avvicinato al pensiero di John Maynard Keynes, che è stato poi il suo riferimento nell’attività di ricerca. Tornato a Roma, ha lavorato prima al Servizio studi del Comitato nazionale per l’energia nucleare (CNEN), poi alla Facoltà di Economia e Commercio della Sapienza, avendo vinto a maggio del 1965 il concorso per assistente ordinario presso la cattedra di economia politica. Il suo pensiero scientifico si è sviluppato all’interno dell’istituto di economia politica della Sapienza, dove nel 1968 ha superato l’esame di libera docenza in economia politica.
Nel 1970 è stato chiamato nella sede di Ancona dell’Università di Urbino, a ricoprire l’incarico di docente economia politica, ruolo che ha svolto fino al 1976. In quella facoltà, costituita da Giorgio Fuà ha lavorato insieme a Guido Maria Rey, cui era legato da una profonda amicizia, e predisposto una ricerca sui nessi esistenti, nell’Italia del secondo dopoguerra, tra sviluppo economico e struttura finanziaria, coinvolgendo, fra gli altri, Pierluigi Ciocca.
Dopo aver vinto nel giugno del 1976 il concorso da ordinario a cattedra in economia politica, ha insegnato nella facoltà di scienze politiche “Cesare Alfieri” all’Università di Firenze, dove è rimasto fino al 1980. Tra i suoi colleghi, oltre a Rey, Ezio Tarantelli e Giangiacomo Nardozzi. In questo periodo Tarantelli e Vicarelli chiamarono ad insegnare il loro allievo Mario Draghi, come docente incaricato di economia e politica monetaria ed economia internazionale[4].
Nel 1981 si trasferisce a Roma, dove insegna economia politica I e II nella facoltà di Economia della Sapienza Università di Roma, nel plesso dove trova Federico Caffè e in cui rimarrà fino alla sua morte. In questo periodo collabora anche con l’Ente per gli studi monetari, bancari e finanziari “Luigi Einaudi”, come consulente scientifico del Presidente Paolo Baffi su una ricerca sulle prospettive economiche e finanziarie dell’Italia.
La sua opera di studioso si è incentrata sul rapporto tra sviluppo economico e struttura finanziaria, per la cui comprensione ha riformulato un’analisi di teoria e di politica economica che ha al proprio centro gli investimenti e il credito. L’impostazione macroeconomica lo ha portato ad approfondire il pensiero di Keynes, del quale ha fornito un’originale lettura dell’intero percorso scientifico nel libro “Keynes. L’instabilità del capitalismo” (1977)[5].
L’approfondimento del pensiero del grande economista inglese è stato il frutto di due gruppi di ricerca da lui guidati sui fondamenti del pensiero keynesiano (a Roma, “La controversia keynesiana”, 1974) e sul rapporto tra capitale industriale e capitale finanziario (ad Ancona, “Capitale industriale e capitale finanziario: il caso italiano”, 1976)[6]. Da essi sono seguiti importanti contributi sul ruolo che svolgono gli assetti finanziari dell’economia e i condizionamenti che essi pongono alla dinamica della produzione, dell’accumulazione e dell’occupazione.
Ha partecipato al dibattito internazionale sugli sviluppi del pensiero post-keynesiano, coinvolgendo figure di spicco keynesiane e post-keynesiane in una riflessione sull’Attualità di Keynes (1983)[7].
È intervenuto nel dibattito corrente sulle linee di politica economica italiana della prima metà degli anni Ottanta con vari interventi raccolti in un volume postumo ("La questione economica nella società italiana. Analisi e proposte", 1987)[7]; ha impostato e guidato un ampio progetto di ricerca per l'Ente per gli studi monetari, bancari e finanziari “Luigi Einaudi” sulle prospettive economiche e finanziarie dell’Italia a metà degli anni Ottanta i cui risultati sono apparsi postumi ("Oltre la crisi, Le prospettive di sviluppo dell'economia italiana e il contributo del sistema finanziario", 1986)[8].
È stato consulente del Servizio Studi della Banca d’Italia dal 1968 al 1986, partecipando anche alla costruzione dei modelli econometrici M1BI e M2BI, in particolare coordinando gli studi riguardanti il settore della bilancia dei pagamenti e l’economia internazionale, analizzando i flussi finanziari internazionali. All’interno della Banca ha anche svolto attività di aggiornamento dei giovani funzionari del Servizio studi sull’evoluzione della ricerca macroeconomica e partecipato al comitato di redazione dei "Contributi alla ricerca economica" del Servizio studi, analizzando gli aspetti strutturali, finanziari e reali, che stavano condizionando la crescita economica del Paese.
Ha intrattenuto rapporti con personalità del movimento sindacale, in particolare della CISL (Confederazione Italiana Sincadati Lavoratori). Amico di Franco Bentivogli, ha svolto corsi di formazione e attività di consulenza al Centro studi nazionale della CISL a Firenze e presso il Romitorio di Amelia, centro della FIM-CISL[9]. Cercò di orientare l’attività dei sindacati dalle discussioni sui problemi del salario verso le problematiche dello sviluppo, unica garanzia per il mantenimento dell’equilibrio sociale.
È stato membro, fin dalla fondazione nel 1975, del Gruppo di lavoro della casa editrice "Il Mulino" per i programmi editoriali nell'area economica.
Dal 1982 al 1986 ha contribuito al dibattito di politica economica con interventi sul quotidiano Il Sole 24 Ore.
Fausto Vicarelli ha fatto parte della ”Rete Radié Resch” di solidarietà internazionale, fondata da Ettore Masina, particolarmente attiva in Brasile ed in Palestina.
Si è, inoltre, impegnato nella sua comunità parrocchiale e nel comitato di quartiere (Casal de' Pazzi a Roma), nell’aiuto agli individui o gruppi bisognosi.
È morto in un incidente automobilistico a Roma nella notte di pioggia del 23 novembre 1986[10].
L’intera produzione scientifica di Fausto Vicarelli - esclusi il libro su Keynes (1977a) e quello su "La questione economica nella società italiana" (1987) - è stata raccolta in C. Gnesutta (a cura di), “FAUSTO VICARELLI. Tornare a Keynes. Scritti scientifici” (3 voll.), 2021, Roma (opera stampata dalla Banca d’Italia).
Colleghi e allievi lo hanno ricordato in varie occasioni e, in particolare, nei Convegni del 1996 a Roma in occasione del decennale della sua morte, del 2001 ad Ancona e nuovamente del 2006 e del 2016 a Roma.
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