Nacque a Cerro Veronese in contrada Bertin da Marcello e Arcangela Grossule. Il padre era fabbro e direttore della banda musicale del paese, mentre il fratello Celeste aveva una bottega d'arte funeraria. A dodici anni si trasferì con la famiglia a Verona.[1] Si diplomò presso il patronato operaio "Stimate" di Verona nel 1907 in disegno e in arti plastiche nel 1910. Dal 1910 al 1914 frequentò l'Accademia di belle arti Gian Bettino Cignaroli di Verona dove ebbe come maestri lo scultore Egidio Girelli e il pittore Carlo Donati. Partecipò alla prima guerra mondiale.
A Verona strinse amicizia con un gruppo di letterati, pittori e scultori quali Angelo Zamboni, Ettore Beraldini, Guido Trentini, Giuseppe Zancolli, Antonio Nardi, Gino Rossi, Alessandro Zenatello e Pino Casarini. Nacque in questo periodo l'amicizia con il poeta Lionello Fiumi, che si protrasse fino al 1973.[2] Negli anni 1917 e 1918 collaborò alla rivista "Antologia della Diana" di Gherardo Marone, pubblicata a Napoli. Tra il 1923 e il 1925 gli furono commissionati numerosi monumenti ai caduti in provincia di Verona, opere che in molti casi portò a compimento in collaborazione con Egisto Zago.[1]
Nel 1926 emigrò in Brasile e si stabilì a San Paolo, dove si sposò ed ebbe due figlie.[1] Si dedicò quasi esclusivamente alla scultura funeraria ispirandosi ai modelli preferiti dalla borghesia genovese alla fine del XIX secolo. Eseguì su commissione alcune sculture nei cimiteri di San Paolo, Araçá e Consolação.
Nel 1932 vinse un concorso per la decorazione le tombe dei caduti della rivoluzione costituzionalista del 1932. Nel 1935 e nel 1936 fece parte della Commissione di selezione del Salão Paulista de Belas Artes. Negli ultimi anni della sua vita abbandonò l'arte funeraria dedicandosi completamente allo studio, rinunciando a esporre le sue opere.
“Eugenio Prati si inserisce nell’avanguardia artistica veronese degli anni Venti con un linguaggio assolutamente individuale, a tratti percorso da un umorismo tetro e doloroso, difficilmente collocabile in una corrente codificata”.[3]
Egli “iniziò a seguire molto presto la propria vocazione di scultore creando i primi gessi e i primi disegni, subito ritenuti un attentato alle "Belle Arti" per la loro eccentricità d'avanguardia; Lionello Fiumi parla espressamente di "arte pratiana", riconoscendola agli antipodi dell'arte greca, anti-accademica e piuttosto ricca di spunti espressionistici e di intenso contenuto spirituale. I volti dei suoi conterranei, come lui figli della montagna, restarono sempre nella sua fantasia e nella sua opera: figure tozze e sgraziate, dai lineamenti spropositati e dagli occhi vitrei. Ma la deformazione dei suoi personaggi divenne presto lirica espressione di una precisa dimensione interiore e rivelazione di sofferenza, fatica, sarcasmo, allucinazione, tutti elementi primordiali dell'uomo, esemplificati attraverso sculture, pitture e disegni fatti di silenzio, di capelli scomposti, di sguardi dolenti e vuoti, di miseria e paradosso, di muti colloqui ed angosciosi smarrimenti” [4]
I disegni realizzati attorno al 1913[5] quando l’artista ancora frequentava l’Accademia
“dichiarano espressamente influenze della Secessione viennese, arrivate attraverso Felice Casorati e Gino Rossi [...] Prati fu un precursore […] capace di sviluppare un linguaggio autonomo, assolutamente moderno. Egli adotta la linea sintetica ed elegante di Wildt, conosce, attraverso Martini, il Futurismo e il relativo dinamismo della forma, ma finisce per esprimere una cifra personalissima che si connota, nelle sculture in bronzo, gesso, creta e nei disegni resi quasi evanescenti per l’uso del bistro, come un linguaggio ‘antigrazioso’, deformante, allucinato, che scava per arrivare ad una sorta di ‘universalità espressiva’, ottenuta ‘riducendo’, anche grazie all’uso della monocromia.[6]
L’artista, che gestiva con il fratello Celeste un’azienda di marmi specializzata in arte funeraria a Tombetta, un quartiere di Verona, realizzò tra il 1916 e il 1925 alcuni significativi monumenti funebri per il Cimitero monumentale di Verona [7]
Tra il 1922 e il 1925 realizzò con la collaborazione del fratello e di Egisto Zago numerosi monumenti ai Caduti nella provincia di Verona. Tali opere “nulla hanno a che vedere con le linee semplici delle più celebri sculture di Prati come “Noviziato” o “Gioia claustrale”. Il motivo di tale distanza […] sta probabilmente nelle richieste della committenza e nella consapevolezza dell’artista della difficoltà dell’ambiente veronese di comprendere il suo singolarissimo linguaggio".[3]
Una volta emigrato “l'artista [recepì] gli stimoli delle avanguardie artistiche dell'America Latina e [mantenne] la predilezione per soggetti di umile estrazione sociale. Le figure hanno le membra inferiori ingigantite, gli sguardi dilatati e penetranti tuttavia lo stile sembra essersi ammorbidito rispetto alle opere giovanili”[8]
In Brasile “continuerà la sua carriera di scultore e di pittore, occupandosi prevalentemente di scultura cimiteriale: ‘opere fatte per i morti, vivendo sempre con l’illusione di farne per i vivi’" come scrive in una lettera a Fiumi.[6][9]
1920 - Venezia - XII Esposizione Internazionale d'Arte della città di Venezia
1922 - Berlino - Mostra futurista
1924 - Venezia - XIV Esposizione Internazionale d'Arte della città di Venezia
1918 - Verona - I, II, III Esposizione “Pro Assistenza Civica”
1918 - Torino - Esposizione delle Tre Venezie
1919 - Verona - Esposizione cispadana degli artisti soldati e congedati
1919 - Torino - Quadriennale d'arte nazionale
1920-1921 - Ginevra - Exposition Internationale d'Art Moderne[10]
1921 - Verona - XXXVII Esposizione d’arte della Società Belle Arti di Verona
1925 - Verona - Mostra nazionale umoristica
1926 - Padova - IV Esposizione d’arte delle Tre Venezie
1927 - São Paulo - Personale
1950 - Verona - Mostra di due secoli, Accademia Cignaroli e Scuola Brenzoni
1967 - Firenze - Palazzo Strozzi
1970 - São Paulo - Personale - Galeria do Teatro Itália
Gabriella Bologna, I monumenti ai Caduti di Eugenio Prati nella provincia di Verona, in Eroi e antieroi: la scultura a Verona nell’epoca della Grande guerra, a cura di Camilla Bertoni, Verona, Biblioteca Civica, Associazione culturale “M. Salazzari”, 2017, pp. 99-106
Claudia Petrucci, Eugenio Prati, in La pittura a Verona dal primo Ottocento a metà Novecento, a cura di Pierpaolo Brugnoli, II, Verona, Banca Popolare di Verona, 1986, pp. 386-388
Patrizia Nuzzo, Eugenio Prati, lo ‘spiralico’ di San Bernardino, in Eroi e antieroi: la scultura a Verona nell’epoca della grande guerra, a cura di Camilla Bertoni, Verona, Associazione Culturale Mario Salazzari, Biblioteca Civica, 2017, pp. 95-98
Laura Lorenzoni, Eugenio Prati, in La pittura nel Veneto. Il Novecento. Dizionario degli artisti, a cura di Nico Stringa, Milano, Electa, 2009, pp. 369-370
Lionello Fiumi, Esposizione d'arte moderna (Verona-Palazzo del Museo civico), “Pagine d'arte”, VI, 5, maggio 1918, p.62
Massimo Gaglione, Eugenio Prati, in Id., I giovani, Caserta, Tip. dell’Unione, 1918, pp.133–140.
Lionello Fiumi, La Cispadana di Verona, “Pagine d’arte”, VII, 9, set. 1919, p.79
Escultor Prati: sua obra no Brasil. Obras escultorais de arte funeraria monumental, [presentazione di Ascanio Del Mazza], São Paulo, Pocai, 1940. Full- text scaricabile dal sito Archivio scultura veronese dell’800 e del ‘900 ultimo accesso 18 maggio 2020 (In appendice sono riportate alcune recensione all’opera dell’artista: Lionello Fiumi: “L’Unione”, Caserta, 5 ago. 1917; “Humanitas”, Bari, 26 ago. 1917; “Pagine d’arte”, Milano, 15 mag. 1918 - Guglielmo Bonuzzi: “Humanitas”, Bari, 8 lug. 1917 - Massimo Gaglione: “La strada”, Firenze, apr. 1918 - Francesco Banterle: “Corriere del mattino”, Verona, 11 apr. 1918 - Alberto Neppi: “Gazzetta ferrarese”, Ferrara, 18 mag. 1918)
Lionello Fiumi, Eugenio Prati. Il mago di San Bernardino, “L’Ambrosiano”, 3 ott. 1942
Lionello Fiumi, Prati, il mago di San Bernardino, “L'Arena”, 12 ago. 1943
Lionello Fiumi, Vive nel lontano Brasile un grande scultore veneto, “Il Gazzettino” , 15 nov. 1949
Lionello Fiumi, Nel lontano Brasile vive un grande artista italiano, “Corriere tridentino”, 6 gen. 1950
Lionello Fiumi, Un artista italiano nel lontano Brasile, “Tripode”, feb. 1951, pp. 16-18
Manlio Sereni, Prati, gloria italiana all’estero, in “Realtà: rivista bimestrale di letteratura”, Napoli, a. 5, set.-ott. 1955, n. 29, pp. 10-12.
Catalogo della mostra: Verona anni Venti, a cura di Licisco Magagnato e Gian Paolo Marchi, Verona, Palazzo della Gran Guardia, lug.-ott. 1971, Verona, Società di belle arti, 1971. (Contiene: note biografiche a p. 35; alle tavv. 124-127 le sculture esposte nel 1971 con i nn. 155-158; riproduz. dei segg. cataloghi di mostre cui partecipò E.P.: Catalogo della prima esposizione d’arte, Museo Civico di Verona “Pro Assistenza Civica” , 7 aprile -10 maggio 1918: 18 disegni e 6 sculture (p. 45); Catalogo della seconda esposizione d’arte, Museo Civico di Verona “Pro Assistenza Civica” giugno-agosto 1918: 3 disegni a bistro (p. 47); Catalogo della terza esposizione d’arte, Museo Civico di Verona “Pro Assistenza Civica” , ottobre-dicembre 1918: 7 sculture; Catalogo della esposizione cispadana degli artisti soldati e congedati, Gran Guardia, Verona, 24 maggio-24 giugno 1919: 7 disegni a bistro, 3 pastelli, 1 gesso bronzato (pp. 55, 59); Catalogo della XXXVII Esposizione d’arte della Società Belle Arti di Verona, 1921, Gran Guardia, settembre 1921: 3 disegni a sanguigna (p. 62) e due sculture (p. 63)
Cavalcanti, Carlos, Dicionário brasileiro de artistas plásticos, v. III, Brasília, Instituto Nacional do Livro, 1973-1980.
Gilberto Altichieri, Diavoli di montagna deformi e stralunati, “L’Arena”, 7 dic. 1974, p. 3
Prati e seu mundo, prefácio P. M. Bardi, São Paulo, Museu de Arte de São Paulo Assis Chateaubriand, 1978, 118 p. (Il catalogo presenta in gran parte le opere pittoriche; biografia, bibliografia, critica e mostre alle pp. 117-119; in appendice il testo di alcune recensioni all’opera di Prati: Lionello Fiumi (“L’Unione”, Caserta, 5 ago. 1917); Massimo Gaglione (“La strada”, Firenze, apr. 1918); Marco Ettore Vitta (“L’Arena”, Verona, 22 dic. 1918); Walter Zanini (MAC, Museu de Arte Contemporanea da Universidade de Sao Paulo, 27 ott. 1974)
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Giancarlo Volpato, I grandi, in Cerro Veronese: un territorio e una comunità della Lessinia centrale, a cura di G.F. Viviani, Verona, Bi & Gi, 1985, pp. 258-266
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Di Genova, Giorgio. Storia dell'arte italiana del '900 per generazioni: generazione maestri storici, t. 1, Bologna, Bora, 1993, pp. 496-503
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Patrizia Nuzzo, Eugenio Prati, lo ‘spiralico’ di San Bernardino, in Eroi e antieroi: la scultura a Verona nell’epoca della grande guerra, a cura di Camilla Bertoni, Verona, Associazione Culturale Mario Salazzari, Biblioteca Civica, 2017, pp.95–98. Full-text accessibile a ultimo accesso 31 maggio 2020
Gabriella Bologna, I monumenti ai Caduti di Eugenio Prati nella provincia di Verona, in Eroi e antieroi: la scultura a Verona nell’epoca della Grande guerra, a cura di Camilla Bertoni, Verona, Biblioteca Civica, Associazione culturale “M. Salazzari”, 2017, pp.99–106. Full-text accessibile a: ultimo accesso 31 maggio 2020
Maddalena Basso - Camilla Bertoni, Il cimitero monumentale di Verona, Verona, Agec, 2019, pp.37–38, 44, 119, 122, 133-134
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Antologia della Diana, 1917-1918, Napoli, S. Morano , 1918 ultimo accesso 18 maggio 2020 (alle pp.132–134 ripr. fot. di tre sculture, le prime due con titolo “Noviziato” e “Gioia claustrale”)
ultimo accesso 18 maggio 2020 (ripr. fot. con didascalia di 42 sculture realizzate dall’artista; testo scaricabile in formato .pdf delle due pubblicazioni: Escultor Prati su obra in Brasil(1940) ed il piccolo catalogo della mostra personale tenuta a cerro Veronese nel 1995)
Catalogo dell’esposizione di Palazzo Pesaro, 1919, in Gli artisti di Ca’ Pesaro e le esposizioni del 1919 e del 1920, a cura di Stefania Portinari, Venezia , Ca' Foscari-Digital Publishing, 2018 (ripr. facs. dell’ed. Roma, Milano, Venezia, Bestetti & Tumminelli, 1919) ultimo accesso 18 maggio 2020 (in quell’occasione Prati espone 7 disegni numerati dal n. 230 al n. 236)
Giancarlo Volpato, Prati Eugenio, in Il condominio news, 26 luglio 2016 ultimo accesso 18 maggio 2020
Dicionário de artístas do Brasil ultimo accesso 18 maggio 2020 (per errore sono presentate 3 opere pittoriche realizzate dall’omonimo pittore Eugenio Prati, 1842-1907)
Pinacoteca do Estado de São PauloArchiviato il 5 giugno 2020 in Internet Archive. ultimo accesso 18 maggio 2020 (La Pinacoteca possiede 5 opere di Prati, 4 bronzi e un olio a tempera su tela)
Moyarte, Adão e Eva, escultura de Eugênio Prati, Centro de São Paulo, Pinacoteca do Estado ultimo accesso 18 maggio 2020 (ampia documentazione fotografica sulla scultura “Adão e Eva “ presso la Pinacoteca di Stato)
AGEC, Cimitero monumentale Verona ultimo accesso 18 maggio 2020
Congregazione Sacre stimmate, Confrades.com, Congregazione Sacre stimmate ultimo accesso 18 maggio 2020 (informazioni e ripr. fot. del progetto in gesso del “Monumento per don Gaspare Bertoni”, realizzato nel 1923 e collocato nella portineria dell’Istituto Stimate, che andò distrutto nel bombardamento di Verona del 6 aprile 1945. Prati iniziò la sua formazione artistica al Patronato operaio delle Stimate)
Julio Polli, Eugenio Prati e sua escultura no Cemitério Municipal de Jaú "Ana Rosa de Paula" , 28 luglio 2010 ultimo accesso 18 maggio 2020 (ripr. fot. di alcune sculture funerarie)
Glaucia Garcia, Eugênio Prati – Entre fotos e túmulos , in São Paulo Antiga , 16 marzo 2011 ultimo accesso 18 maggio 2020 (ripr. fot. di alcune sculture funerarie)
"Simon Bolívar" Eugênio Prati , in Esculturas e Monumentos em São Paulo , 18 febbraio 2008 ultimo accesso 18 maggio 2020 (dettagliata documentazione fotografica della scultura "Simon Bolívar"collocata nella Plaza Libertador Simon Bolivar a São Paulo)
Attilio G. Scolari, Monumento ai Caduti della grande guerra, San Martino Buon Albergo , 11 settembre 2011
ultimo accesso 18 maggio 2020 (dettagliata descrizione delle vicende legate alla edificazione del monumento, con ripr. fot., documenti e bibliografia)
Marcelo Dorador, Escultura do artista Eugênio Prati é inaugurada na Pinacoteca Prefeitura São Bernardo do Campo , 17 de Ago de 2010 ultimo accesso 18 maggio 2020 (art. relativo all’inaugurazione della scultura “Mãe” realizzata in gesso nel 1965 e ora fusa in bronzo viene esposta in forma permanente presso la Pinacoteca municipale di São Bernardo do Campo)