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romanzo scritto da Alexander Lernet-Holenia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Ero Jack Mortimer (Ich war Jack Mortimer) è un romanzo del 1933, dello scrittore viennese Alexander Lernet-Holenia.
Ero Jack Mortimer | |
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Titolo originale | Ich war Jack Mortimer |
Autore | Alexander Lernet-Holenia |
1ª ed. originale | 1933 |
1ª ed. italiana | 2010 |
Genere | Romanzo |
Sottogenere | Noir |
Lingua originale | tedesco |
Ambientazione | Austria, Novecento |
Personaggi | Ferdinand Sponer, Marie Fiala, contessina Marisabelle, Jack Mortimer, Jose' Montemayor, Winifred |
Protagonisti | Ferdinand Sponer |
Preceduto da | Jo und der Herr zu Pferde (1933) |
Seguito da | Die Standarte (1934) - Lo stendardo |
Siamo nell'autunno del 1930, Ferdinand Sponer ha trent'anni, una fidanzata, Marie Fiala, che lo ama, un lavoro da tassista nel centro di Vienna. Il padre era capitano di fanteria, morto lasciandolo privo di mezzi sufficienti per tenerlo lontano dalle stanze "in cui ristagna un odore greve di cibo e di stantio"[1], dove è costretto a vivere. Ma il giovane ha anche qualche freccia al suo arco: ha studiato un anno alla scuola dei cadetti dell'Imperial regio Esercito austro-ungarico, è alto, ha "occhi blu scuro che tendono al nero"[2], è abbastanza incosciente da innamorarsi a prima vista della contessina Marisabelle von Raschitz - così chiamata dal nome dell'arciduchessa Maria Isabella, e nipote dei conti Dünewald - dopo che questa, "con fare seducente aveva appoggiato un piede al predellino" del suo taxi nella Prinz Eugen-Strasse. Marisabelle ha "grandi occhi grigi, sotto l'orlo di una veletta e le spalle cinte da una stola di volpe", ma soprattutto il fascino di tutto ciò che, essendogli superiore, gli è interdetto: "Giacché un essere umano non è un pezzo di carne che se ne va in giro, mangia, beve, dorme e muore, un essere umano è ciò che è nella mente di quelli che ama o odia, comanda, offende, seduce, turba, possiede e tormenta"[3].
Marie Fiala, l'amante di sempre, gli ha già concesso tutto quello che poteva: "Si conoscevano troppo bene e ormai non avevano niente da dirsi. Lei in realtà lo amava e avrebbe avuto tantissime cose da raccontargli, ma non si può parlare a qualcuno che non ha più niente da dire. Anche lui, a onor del vero, la amava ancora, ma se ne era dimenticato. È la fine di un amore, quando un amore non riesce a finire". Così decide di seguire Marisabelle e di cercare di parlarle. Ci riesce un paio di volte fermandola per strada. Ha scoperto il suo indirizzo. Quando vi si reca, il fratello di lei, che l'accompagna, lo scaccia come un cane. Ferdinand non può far altro che subire e andarsene.
Jack Mortimer è un cittadino americano, nato a Chicago il 12 novembre 1899, celibe, viso ovale, occhi grigi, capelli castani - come Ferdinand scoprirà controllando il suo passaporto. Lo preleva alla stazione Westbahnhof, in una sera di pioggia. Ed è subito morto. Infatti, mentre lo sta accompagnando in taxi all'Hotel Bristol, dove vorrebbe alloggiare ed è probabilmente atteso, Jack Mortimer viene ucciso con tre colpi di pistola, esplosi in mezzo al traffico, da uno sconosciuto che si allontana senza farsi vedere. Da questo momento, il piano della vita di Ferdinand si inclina vertiginosamente. Quando scopre di avere un cadavere sul sedile posteriore e la macchina imbrattata di sangue, Ferdinand perde la testa. Pensa che lo accuseranno dell'omicidio. Si presenta al commissariato ma poi cambia idea.
Decide di aspettare la notte e - da una banchina abbandonata, sul Danubio - butta il corpo di Jack nel grande fiume, "che se lo porti in Ungheria". "Chi può sospettare d'altronde come l'orrore si annidi nella quotidianità, così vicino da poterlo toccare, invece che nei suburbi, nelle discariche, sotto i ponti, dove viene esiliato per una sorta di idea romantica e dove, in qualche misura, gli viene concesso il diritto di esistere? Chi sa, senza averlo provato in prima persona, che esso si compie tanto nella propria cerchia ristretta quanto altrove, forse dietro le finestre del vicino, dietro la porta della stanza accanto, nell'animo delle persone che ti sfiorano per strada, ovunque? Chi sa che il destino dell'orrore è quello di restare segreto, al riparo da ogni confessione? Che esso, nella maggior parte dei casi, è di natura privata: coloro che ne sono coinvolti tacciono come congiurati, e solo un caso fortuito può portarlo alla luce. Chi è consapevole di tutte le mostruosità che accadono? La polizia meno di tutti"[4].
Liberatosi del cadavere, Ferdinand lava la macchina alla meglio e si dirige verso casa, portando con sé le valigie di Mortimer. Quando arriva alla sua stanza, pensa che - se nessuno vedrà Mortimer al Bristol, dove lo aspettano per la sera - lo faranno cercare, e presto verrà identificata la macchina su cui è salito alla stazione. Decide di prenderne il posto, arriva all'albergo con gli abiti e il passaporto di Mortimer. Effettivamente è atteso, viene accompagnato alla sua stanza, servito e riverito da camerieri e fattorini. Entra nella mente dell'altro, o permette all'altro di entrare nella sua, perché nulla muore: "Cancellare dal mondo la sua morte era stata questione di poche ore. Disfarsi della vita di Mortimer, pereva all'improvviso un'impresa di cui non si vedeva la fine"[3]. Irrompe nella stanza di Ferdinand una donna: è Winifred, amante di Mortimer che in un parossismo isterico - riconosciute le valigie di Jack - lo accusa di averlo ucciso.
La scena cambia improvvisamente: siamo in Nuovo Messico, Stati Uniti del sud. Un charro, con altri mandriani canta una serenata alla bella Consuelo, che gli getta un fiore dalla terrazza: è Jose' Montemayor, forse pronipote di quel Montemayor che fu il boia di Massimiliano d'Austria, Imperatore del Messico per breve tempo[5]. Jose' ha il dono del canto, dal Nuovo Messico approda a New York e da qui a Parigi il passo è breve. Le sue canzoni fanno il giro del mondo. Fama, ricchezza e belle donne lo seguono. Ma lo segue anche Jack Mortimer, banchiere legato ai Gangster di Chicago, che ha una predilezione per le amanti di Montemayor. Consuelo è stata subito sua, Winifred, ora sposata con Montemayor, presto si è innamorata di lui. Per questo Mortimer ha seguito la coppia a Vienna. E infatti Montemayor - che aveva pedinato la moglie fino all'albergo - fa irruzione nella stanza di Ferdinand. Questi scappa, chiudendoli dentro.
Ora capisce quanto fosse assurdo il suo piano. E comunque, una volta scoperto da Montemayor, non potrà più spacciarsi per Mortimer. Ferdinand quindi va dalla fidanzata Marie e le chiede di recarsi a casa sua, per prendere qualche abito e i soldi che sono nel cassetto del tavolo. Fuggiranno in Slavonia. Marie non chiede di più, si reca a casa di Ferdinand ma qui trova la polizia che lo sta cercando. Corre per ore, finché riesce a seminare i poliziotti, sottraendosi alla cattura. Ferdinand che l'aspettava a casa di lei, non vedendola tornare, pensa che sia stata arrestata e cade in preda alla disperazione: "Ormai non era più Jack Mortimer, e nemmeno Spooner l'autista. Non era più nessuno"[6].
Vaga per le strade di Vienna, è notte fonda, giunge di fronte al palazzo della contessina Mariasabelle e decide di tentare l'impossibile: si fa aprire da una cameriera che sveglia la ragazza. Marisabelle, assonnata, viene alla porta e - vedendo Ferdinand sconvolto - lo guida di sopra, in un appartamento disabitato. "Non era più l'uomo invaghito di lei che l'aveva abbordata per strada ... Era solo un uomo, che il giorno dopo sarebbe stato assicurato alla giustizia e che si trovava ora davanti a lei per un motivo... davanti a un simile uomo, che le si avvicinava adorno della terribile aura del crimine, tutto in lei cedette: ritegno, decoro, educazione, classe"[7]. Marisabelle gli si concede.
Ferdinand, alle prime luci del mattino, ormai anestetizzato dalle tante emozioni, decide di costituirsi, lascia la donna addormentata e torna al Bristol. Qui lo attende una strana scena. Di fronte alla porta della stanza in cui aveva chiuso Montemayor e la moglie Winifred, trova una folla di reporter e poliziotti. Winifred, come una diva sotto i riflettori, sta raccontando la storia del suo amore per Mortimer e spiega che il marito le ha confessato di averlo ucciso sulla macchina di Ferdinand, per gelosia, con tre colpi di arma da fuoco. Per questo lei ha ucciso Montemayor, che effettivamente giace disteso, sul tappeto vicino al letto.
Ferdinand è scagionato, dovrà rispondere tutt'al più di occultamento di cadavere. Lascia l'albergo senza che nessuno lo noti, si reca al palazzo di Marisabelle. La sveglia, le racconta l'epilogo incredibilmente fortunato della vicenda, si aspetta che lei condivida la sua gioia. Ma la donna lo respinge, indignata, gli chiede come si permette di presentarsi in pieno giorno, in casa sua? Non si rende conto che la sta compromettendo? La scorsa notte si era concessa perché lo credeva perduto. Ma adesso cosa pensava? Che si sarebbero fidanzati? Ferdinand si dispera ma poi è costretto a capire. Se ne deve andare e la ringrazia lo stesso, per la notte passata con lui: "Ho dimenticato che avrei dovuto dimenticare". Torna da Marie che lo aspetta, con la busta dei soldi prelevati a casa. Tanta fedeltà lo commuove: "Ma cosa hai fatto?" chiese lei, tra i singhiozzi. Lui la baciò. "Forse non capirai" disse. "Ero solo in cerca della strada che porta a te. Ero Jack Mortimer"[7].
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