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Ernesto Simini (Scutari, 9 febbraio 1899 – Tobruch, 21 gennaio 1941) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.
Ernesto Simini | |
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Nascita | Scutari, 9 febbraio 1899 |
Morte | Tobruch, 21 gennaio 1941 |
Cause della morte | suicidio |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Reparto | 69º Reggimento fanteria "Sirte" |
Anni di servizio | 1922-1942 |
Grado | Capitano di complemento |
Guerre | Prima guerra mondiale Guerra di Spagna Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna di Albania Campagna del Nord Africa |
Battaglie | Battaglia del solstizio Battaglia di Vittorio Veneto Battaglia dell'Ebro |
Decorazioni | vedi qui |
Pubblicazioni | vedi qui |
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1] | |
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Nacque a Scutari d'Albania il 9 febbraio 1899, figlio di Giacinto e Maria Noia Lessi.[2] Uscito dalla Scuola allievi ufficiali di complemento di Caserta con il grado di aspirante, poco più che diciottenne, partecipò alle operazioni belliche nel corso della prima guerra mondiale i forza ai reparti di assalto VI e V.[2] Prestato poi servizio militare nel Regio Esercito per circa un anno nella 1ª Legione truppe albanesi in Albania, fu posto in congedo nel giugno 1920, decorato di una medaglia d'argento e una di bronzo al valor militare.[2] Conseguita la laurea in economia e commercio nell'Università di Bari, esercitò la libera professione divenendo noto anche nell'ambiente letterario come poeta e scrittore drammatico.[2] Promosso capitano dal 1º luglio 1936, l'anno dopo venne richiamato in servizio attivo a domanda e partì volontario per combattere nella guerra di Spagna, dove, assegnato ad un battaglione della Brigata "Frecce Azzurre", si segnalò al comando di una compagnia di fucilieri durante la battaglia dell'Ebro.[2] Rientrato in Italia decorato di una medaglia di bronzo e una croce di guerra al valor militare, alla vigilia dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, il 28 maggio 1940, venne richiamato in servizio e partì per la Tripolitania per raggiungere il 69º Reggimento fanteria della 61ª Divisione fanteria "Sirte".[2] Durante un combattimento nella vicinanze di Tobruch, il 21 gennaio 1941, rimasto ferito tre volte piuttosto che cadere prigioniero di guerra preferì suicidarsi.[2] Fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]
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