Eraclide di Taranto
architetto, militare e scienziato greco antico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Eraclide di Taranto (Taranto, fine III secolo a.C. – ...) è stato un architetto, militare e scienziato greco antico.
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Biografia
Riepilogo
Prospettiva
Di lui abbiamo un ritratto impietoso lasciatoci da Polibio, che lo descrive come terribile verso i deboli e adulatore dei potenti.[1] Discendeva da una famiglia povera dedita ad arti manuali e si distinse subito per il suo ingegno.
Si occupò della riparazione delle mura di Taranto sotto Annibale, ma venne accusato di tradimento e si rifugiò nel campo romano; però i romani ben presto si insospettirono, pensando che trattasse segretamente con Annibale e la guarnigione cartaginese, e nel 212 a.C. lo cacciarono.[2]
Dopo questo doppio tradimento, Eraclide lasciò l'Italia e si recò, verso il 204 a.C., alla corte di Filippo V di Macedonia. In questo periodo, riuscì a imbrogliare gli abitanti di Rodi, distruggendo il loro arsenale e bruciando gran parte della flotta; grazie a quest'impresa e alla sua abilità e astuzia riuscì a divenire un fidato consigliere di Filippo, convincendolo a sbarazzarsi di tutti coloro che si opponevano alle sue opinioni, e fece morire cinque dei membri del suo Consiglio di Stato.[3] Ma proprio per queste azioni e per la sua indecisa condotta di guerra contro la flotta dei Romani e dei loro alleati (199-198), Filippo si sbarazzò di Eraclide e lo rinchiuse in carcere; il suo destino finale è sconosciuto.
Opere
Ad Eraclide, secondo Ateneo di Naucrati,[4] è attribuita l'invenzione di una macchina da guerra, la sambuca, che venne usata da Marco Claudio Marcello nell'assedio di Siracusa.
Note
Collegamenti esterni
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