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Episodi di Neon Genesis Evangelion
lista di episodi Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Gli episodi di Neon Genesis Evangelion, serie televisiva anime sceneggiata da Hideaki Anno e realizzata dallo studio Gainax, sono in totale ventisei. La storia, ambientata nella futuristica città di Neo Tokyo-3 a distanza di quindici anni da una catastrofe di impatto planetario chiamata Second Impact, si incentra su Shinji Ikari, un ragazzo che viene reclutato dall'agenzia speciale Nerv per pilotare un mecha gigante noto con il nome Eva e combattere in questo modo, assieme agli altri piloti, contro dei misteriosi esseri chiamati angeli[1]. La serie venne trasmessa per la prima volta in Giappone sul canale TV Tokyo a partire dal 4 ottobre 1995 e si concluse il 27 marzo dell'anno successivo. Gli ultimi due episodi della serie originale, rei di aver lasciato numerosi misteri irrisolti, spinsero una folta schiera di appassionati a chiedere una conclusione cinematografica che desse una risposta definitiva ai numerosi interrogativi rimasti insoluti. Pertanto, nel 1997 Hideaki Anno e lo Studio Gainax realizzarono due lungometraggi animati che potessero soddisfare i dubbi e le aspettative degli ammiratori[2]: Death & Rebirth, composto da vari spezzoni tratti dai primi ventiquattro episodi della serie televisiva e da alcune sequenze inedite, e The End of Evangelion, diviso in due segmenti chiamati «episodio 25» ed «episodio 26».

La sigla di apertura di Neon Genesis Evangelion è Zankoku na tenshi no these (残酷な天使のテーゼ?, Zankoku na tenshi no teeze, lett. "La tesi dell'angelo crudele"), interpretata dalla cantante giapponese Yōko Takahashi. Il brano di chiusura è rappresentato dal successo pop del 1954 Fly Me to the Moon (lett. "Fammi volare fino alla Luna"), scritto da Bart Howard e interpretato dalle cantanti Claire, Megumi Hayashibara, Kotono Mitsuishi e Yūko Miyamura, le doppiatrici femminili dell'anime, in versioni differenti da episodio a episodio.
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Titoli
Riepilogo
Prospettiva

Ogni puntata di Neon Genesis Evangelion è fornita di due titoli, uno in lingua giapponese, e quindi tradotto e minimamente adattato per l'edizione italiana, l'altro in lingua inglese. Il primo appare sempre durante la prima parte dell'episodio, senza però avere una collocazione temporale fissa all'interno della puntata. Al contrario, la comparsa di questo titolo rimanda sempre ad una sua precisa collocazione e a un suo effetto scenico all'interno della dinamica della narrazione. Per questo motivo, i caratteri giapponesi che ne compongono la scrittura originale sono posizionati sullo schermo secondo una particolare disposizione grafico-spaziale, senza seguire uniformemente alcun senso di lettura convenzionale, e dimensioni ugualmente variabili fra di loro[3]. Il corrispettivo titolo in inglese fa la sua comparsa nell'istante esatto dell'inizio della seconda parte della puntata. Ad esempio, il titolo italiano o giapponese e il titolo inglese del primo episodio della serie, Angel Attack (lett. "L'attacco dell'angelo") sono l'uno la traduzione dell'altro, caso che però non si riscontra nel resto della serie, la cui maggioranza degli episodi presenta titoli dai significati completamente diversi[4].
Riferimenti culturali
Il titolo inglese dell'undicesima puntata della serie, The Day Tokyo-3 Stood Still, omaggia Ultimatum alla Terra[5][6], pellicola del 1951 il cui titolo originale è The Day the Earth Stood Still (lett. "il giorno in cui la Terra si fermò")[7][8]. Tuttavia, sembra che nella sceneggiatura originale venga riportato il titolo Panic in Geo Front[9]. Simili riferimenti possono essere rintracciati in diversi altri titoli, come nel caso del tredicesimo episodio, Lilliputian Hitcher, traducibile in lingua italiana come "nani interconnessi". Il nome fa riferimento al popolo dei lillipuziani, una razza fittizia apparsa nel romanzo fantastico I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift[10]. La sedicesima puntata, intitolata Malattia mortale, e poi, cita il celebre saggio La malattia mortale del filosofo danese Søren Kierkegaard[11]. Per Kierkegaard, la malattia mortale è la «disperazione» in tutte le sue varie forme[12][13]. Il titolo sembra far riferimento al personaggio di Shinji, che durante l'episodio affronta se stesso e incomincia a nutrire dubbi sulla propria esistenza[14]. Nel Kikakusho (企画書? lett. "proposta"), un documento pubblicato due anni prima della messa in onda della serie animata e contenente una sua breve presentazione, il titolo Malattia mortale, e poi è riferito al quattordicesimo episodio, in cui Shinji avrebbe imparato «cosa sono veramente l'angoscia e la disperazione»[15][16]. Anche il titolo del ventitreesimo episodio della serie avrebbe dovuto contenere un riferimento all'opera di Kierkegaard. Negli intenti iniziali, la puntata avrebbe dovuto intitolarsi La malattia che prosegue nella speranza, e oltre, ma durante la produzione di Neon Genesis Evangelion si decise di cambiare il titolo in Lacrime[17]. Altro riferimento filosofico è presente nel titolo inglese della quarta puntata, Hedhehog's Dilemma[18][19], esplicito riferimento al dilemma del porcospino, espressione appartenente alla terminologia tecnica della psicologia[20] che trae origine da un omonimo racconto pubblicato nel libro Parerga e paralipomena del filosofo tedesco Arthur Schopenhauer[21][22].
Il secondo titolo del diciottesimo episodio, Ambivalence, trae origine da un termine psichiatrico introdotto dallo psicoanalista svizzero Eugen Bleuler e riferito ad uno stato emotivo nel quale coesistono emozioni o atteggiamenti contraddittori all'interno dello stesso individuo[23][24]. Sembra che l'espressione «ambivalenza» possa riferirsi al conflitto interiore di Shinji, che, nel corso della puntata, riceve l'ordine di abbattere l'Eva-03, rifiutandosi però di combattere[25][26]. Ulteriore riferimento psicoanalitico è rintracciabile nella diciannovesima puntata, intitolata Introjection[27]. Il termine introiezione, coniato dal medico e psichiatra ungherese Sándor Ferenczi, indica un meccanismo psichico che contribuisce alla strutturazione dell'interiorità individuale attraverso il quale l'individuo, a livello inconscio e simbolico, trasferisce dentro di sé oggetti e aspetti del mondo esterno facendoli propri. Anche in questo caso sussiste un forte collegamento con le tematiche e l'intreccio narrativo della puntata. Il concetto si può riferire a Shinji, che nel corso dell'episodio matura una consapevolezza del proprio Io prima totalmente assente, e, dall'altra, all'Eva-01, che assorbe un motore energetico noto come elemento S²[28]. Simile citazione è presente nel titolo del ventesimo episodio, Weaving a story 2: Oral stage, esplicito riferimento al concetto di fase orale, formulato dal medico austriaco Sigmund Freud[29][30]. Il sottotitolo inglese della seconda puntata, The Beast, fa riferimento alla bestia del mare dell'Apocalisse di Giovanni[31]. Una citazione biblica del tutto analoga è rintracciabile nel ventiquattresimo episodio, The Beginning and the End, or "Knockin' on Heaven’s Door", che cita il versetto: «Io sono l'Alfa e l'Omega, il primo e l'ultimo, l'inizio e la fine» (22:13[32])[33][34].
Il sottotitolo inglese del venticinquesimo episodio, Do you love me?, è tratto da un omonimo libro del 1976 scritto dallo psichiatra scozzese Ronald David Laing, redatto come una conversazione tra individui non identificati. Pare che la puntata ne rielabori lo stile letterario[35]. Anche l'intestazione originale dell'ultima puntata della serie, La bestia che gridò AMore nel cuore del mondo, trae origine da un romanzo già esistente, The beast that shouted love at the heart of the world dello scrittore di fantascienza Harlan Ellison[36].
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Produzione
Riepilogo
Prospettiva
Lo studio Gainax incominciò a pianificare la serie nel luglio del 1993[37]. Il 20 settembre di quell'anno si tenne una riunione interna della Gainax intitolata «umanoide artificiale Evangelion», ma la produzione dei primi due episodi iniziò nel settembre del 1994[38] e si protrasse per diversi mesi[39]. Anche la fase di scrittura fu molto lunga; secondo Hideaki Anno, il copione del primo episodio fu completato solamente dopo sei mesi di lavoro[40]. Le prime due puntate furono proiettate in formato 16 millimetri davanti ad un pubblico di duecento persone durante il secondo festival della Gainax, tenutosi il 22 e il 23 luglio 1995. Benché il lavoro fosse ancora in uno stadio precoce, entrambi gli episodi furono accolti positivamente[41]. Il ruolo di regista delle due puntate iniziali fu ricoperto da Kazuya Tsurumaki, assistente alla regia di Neon Genesis Evangelion, affiancato da Hideaki Anno e da Masayuki, che si occuparono personalmente degli storyboard degli episodi[42]; come direttori d'animazione furono scelti Shunji Suzuki e Yu Honda[43]. Le sessioni di doppiaggio invece iniziarono il 27 marzo, circa sei mesi prima della messa in onda della serie. La produzione non fu costante e non seguì l'ordine cronologico degli eventi; a causa di alcune circostanze di forza maggiore, dopo i primi tre episodi fu prodotta la sesta puntata, a cui seguirono il quarto e il quinto episodio[44]. L'unica puntata in cui Hideaki Anno non contribuì alla stesura dei dialoghi e del soggetto fu la quarta, i cui storyboard furono realizzati dal regista Jun'ichi Satō[45]. Come sceneggiatore dell'episodio e della puntata immediatamente successiva fu scelto Akio Satsukawa, che collaborò all'ideazione e alla scrittura di numerosi altri episodi della serie[46][47].

Con il terzo e il quarto episodio, Hideaki Anno volle realizzare dei personaggi estremamente realistici e superare gli altri anime mecha, dando grande attenzione alla loro dimensione psicologica. A partire dall'ottavo episodio però si decise di inserire più scene di umorismo e di azione, dando meno spazio all'analisi psicologica dei personaggi[48]. Questa fase di produzione richiese più di quattro mesi di lavoro, di cui due furono impiegati per la realizzazione degli storyboard[40]. Come curatore degli storyboard dell'ottava e della nona puntata fu nominato Shinji Higuchi, noto per il carattere allegro e umoristico delle proprie opere[49][50]. Nella produzione di questo arco narrativo fu coinvolto lo studio d'animazione Ghibli, che collaborò alla realizzazione dei disegni dell'undicesimo episodio[51][52].
Gli ultimi episodi
Dal quattordicesimo e dal sedicesimo episodio della serie, in cui fu inserito un lungo flusso di coscienza di Shinji Ikari, il concept della serie cambiò bruscamente e si spostò in direzione introspettiva[53]. Secondo Hiroki Azuma, critico culturale che intervistò personalmente il regista, questo cambio di rotta fu frutto di una decisione presa durante la prima messa in onda e sulla base delle reazioni avute dai fan. Notando la loro chiusura al mondo, lo sceneggiatore decise di cambiare completamente l'atmosfera degli episodi successivi: «Gli appassionati accolsero Evangelion con grande entusiasmo. Hideaki Anno ha sostenuto di aver voluto cambiare l'intera struttura concettuale della serie dopo aver visto quest'accoglienza calorosa ma "autistica"»[54]. Questo netto cambiamento coincise con il suo accresciuto interesse per la psicologia e le malattie mentali[55].

Secondo il regista, durante la realizzazione degli ultimi episodi di Evangelion insorsero numerosi problemi di tempo a causa della «disastrosa» tabella di marcia[56]. La Tatsunoko e TV Tokyo non riuscirono a gestire adeguatamente il planning della serie, causando l'insoddisfazione e l'insofferenza di Hideaki Anno[57]. Le circostanze costrinsero la Gainax al riutilizzo di fotogrammi già utilizzati e ad una generale diminuzione della qualità delle animazioni. Nella seconda parte del quattordicesimo episodio furono inserite numerose sequenze realizzate e montate partendo da materiale fotografico raccolto dalle puntate precedenti[58]; il numero di materiale inedito fu così basso che si limitò a circa cinquecento fotogrammi[59]. Nella sedicesima puntata fu inserita un monologo interiore di Shinji e si decise di esprimere i suoi pensieri attraverso delle linee bianche che si muovono su uno sfondo di colore nero[60]. I tempi di produzione si fecero estremamente ridotti ed influenzarono molto la produzione degli episodi; la ventiquattresima puntata, scritta a quattro mani da Hideaki Anno e Akio Satsukawa, fu montata dall'assistente alla regia Masayuki in sole tre settimane[40]. A causa di limiti di tempo e numerosi altri problemi, il penultimo episodio non seguì la sceneggiatura originale, nonostante fosse già stata scritta e fosse effettivamente pronta per essere utilizzata[61][62]. Secondo Yūichirō Oguro, curatore di alcuni contenuti dell'edizione laserdisc di Neon Genesis Evangelion, nel gennaio del 1996 alcuni membri della Gainax gli spiegarono il contenuto degli ultimi due episodi della serie; secondo la loro spiegazione, il finale si sarebbe focalizzato su alcuni personaggi e sulle autentiche ragioni del Progetto per il perfezionamento[63]. In un'intervista di quell'anno, il regista affermò di aver accantonato la sceneggiatura originale della ventiseiesima ed ultima puntata della serie mentre si trovava nelle primissime fasi di sviluppo. I tempi di produzione erano così ridotti che rimasero solamente tre giorni per produrre l'ultima puntata. In un primo momento pensò di realizzare un episodio senza animazioni, fatto interamente di dialoghi, ma l'idea fu rifiutata e accantonata[64]. Tuttavia, in un'intervista risalente al 2013 Anno sostenne di aver realizzato l'episodio conclusivo seguendo effettivamente l'idea originale[65]. Simili dichiarazioni furono fatte da Toshimichi Ōtsuki, produttore di Neon Genesis Evangelion: «Credo che Anno volesse fare sul serio quel finale»[66]. Anche Yoshiyuki Sadamoto, character designer della serie, trovò le due puntate «soddisfacenti»; secondo Sadamoto, l'unico problema degli episodi risiederebbe nella mancanza di una connessione «immediatamente comprensibile» tra la ventiquattresima e la venticinquesima puntata: «Se fosse stata usata la sceneggiatura originale del penultimo episodio ci sarebbe stato un chiaro collegamento con i due episodi conclusivi»[62].
Secondo Toshio Okada — uno dei fondatori dello studio Gainax, conoscente e amico di vecchia data di Hideaki Anno — ai problemi di tempo si aggiunse anche la grande indecisione dello sceneggiatore, che rimandò all'ultimo la decisione finale[67]. Yoshiyuki Sadamoto, interrogato sulla «complessità filosofica» degli ultimi due episodi, sostenne di averla interpretata come il risultato della difficile situazione in cui si trovò il regista, sempre più stanco e sull'orlo della depressione[68]. Alcuni ipotizzarono una censura dovuta ad alcune lamentele alzate dall'Associazione Genitori e Insegnanti (PTA)[69][70], ma il regista non menzionò mai alcun tipo di censura, ribadendo fermamente l'intenzionalità artistica del risultato[71].
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Edizioni
Riepilogo
Prospettiva
Per l'uscita in home video di Neon Genesis Evangelion fu pubblicata una nuova versione director's cut degli episodi compresi fra il ventunesimo e il ventiquattresimo, riveduti e corretti e con l'aggiunta di diverse scene inedite[72]. Molte delle sequenze inedite furono prese da materiale introdotto nel segmento Death del lungometraggio Death and Rebirth[73]. Le aggiunte inserite nella versione director's cut furono prodotte per introdurre nuovi dettagli all'intreccio narrativo della serie o spiegarne alcuni misteri. Ad esempio, nel ventiquattresimo episodio fu aggiunta una scena in cui Kaworu Nagisa conversa con un'organizzazione chiamata Seele per chiarire al meglio la relazione fra gli angeli Adam e Lilith[74]. La pubblicazione avvenne in quattordici uscite in Laserdisc comprensive del finale cinematografico proposto nel film The End of Evangelion[75], più un quindicesimo volume chiamato Genesis 0:X, contenente le versioni originali del ventunesimo, del ventiduesimo, del ventitreesimo e del ventiquattresimo episodio[76]. Nel 1997 debuttò l'edizione in DVD, pubblicata a partire dal luglio di quell'anno per un totale di sette uscite[38]. Fra il novembre del 2000 e il giugno del 2001 furono pubblicati tre volumi in DVD per celebrare l'anno del Second Impact, noti con il nome di Second Impact Box, contenenti i ventisei episodi della serie animata più i due film Death(true)² e The End of Evangelion. Oltre ai due finali della serie, al terzo e ultimo volume della collezione fu inserito il videogioco Shin seiki Evangelion - Kōtetsu no girlfriend in omaggio[77]. Due anni più tardi, la Gainax pubblicò una nuova edizione della serie animata chiamata Renewal Edition[78]. A giugno del 2003 uscì un DVD box contenente tutti e ventisei gli episodi, sia in versione home video che televisiva, più il finale cinematografico del 1997[79][80]. Gli episodi sono stati poi raccolti in nove filmbook pubblicati dalla Kadokawa Shoten, contenenti, oltre alle puntate, informazioni, articoli e approfondimenti. Ai nove della serie originali la Kadokawa aggiunse altri due, contenenti i film Death e The End of Evangelion. I nove filmbook sono stati pubblicati in lingua italiana dalla Panini Comics dall'agosto del 1998 al maggio del 1999, più il volume di Death, uscito nel mese di giugno dello stesso anno.

Per l'edizione Renewal si introdussero alcuni radicali cambiamenti nel video e nell'audio della serie, ridisegnando da capo alcuni ambienti e masterizzando l'audio in formato 5.1[78][81], procedimento che richiese una grande quantità di tempo e che venne completato in quasi sei mesi di lavoro. Nella Renewal furono aggiunti alcuni dei dialoghi inediti contemplati nelle intenzioni iniziali di Hideaki Anno ma tagliati dalla registrazione stereo 2.0 perché ritenuti superflui o ridondanti. In altri casi si decise di includere annunci di stazione ferroviarie o del centro di comando della Nerv, brusii di sottofondo e altre aggiunte; fra tutti i membri del cast chiamati per la realizzazione delle battute l'unico doppiatore originale ad essere scelto fu Megumi Hayashibara, interprete originale di Rei Ayanami, per doppiare il supercomputer Magi[82]. Durante la realizzazione video vennero apportate diverse correzioni in digitale, ma alcune richiesero nuove riprese fatte partendo da cel ricolorate[81]. I negativi originali in 16 millimetri di alcune scene del sedicesimo episodio andarono perduti, ragion per cui il processo di telecinema delle scene fu effettuato da un integrativo 35 millimetri. In tutte queste fasi di lavorazione, Hideaki Anno e i suoi due assistenti, Masayuki e Kazuya Tsurumaki, presero parte ai processi volti al miglioramento della qualità del progetto[83].
Il 1º ottobre 2007 fu pubblicato un dvx box analogo all'edizione del 2003 chiamato Neon Genesis Evangelion DVD-box '07 Edition[84]. Per il ventesimo anniversario della serie, ad agosto del 2015 venne pubblicato un box di un'edizione in Blu-ray Disc con video masterizzato in versione HD[85], tutti e ventisei episodi in formato televisivo e director's cut, la prima versione home video del segmento Death, e i due film Death(true)² e The End of Evangelion[86].
Edizioni italiane

La prima edizione italiana di Neon Genesis Evangelion fu curata dalla Dynamic Italia. Il doppiaggio venne eseguito presso la Cooperativa Eddy Cortese sotto la direzione di Fabrizio Mazzotta (per i primi sei episodi) e Paolo Cortese (per i restanti venti)[87] e vide l'introduzione, con il dialoghista Gualtiero Cannarsi, della figura del cosiddetto "direttore artistico di produzione", un incaricato dalla casa editrice di sovrintendere a ogni singolo aspetto della localizzazione[88].
La serie fu distribuita in tredici VHS comprensivi degli episodi in versione director's cut e usciti fra il 1997[89] e il 2001[90]. A quella in VHS seguirono due edizioni in DVD a opera della Dynamic Italia e della Dynit. La prima, a cura della Dynamic, uscì nel 2002, priva degli episodi in versione director's cut. La seconda, pubblicata dalla Dynit e basata sulla Renewal Edition giapponese, uscì nel 2008 sotto la dicitura Platinum Edition[91][92]. L'anime venne trasmesso in televisione dal canale MTV: la serie completa, i cui primi due episodi comparvero nella maratona Robothon del 12 dicembre 2000, fu trasmessa a partire dal 2 ottobre 2001[93] e replicata più volte[94][95]. Neon Genesis Evangelion fu inoltre la prima serie animata giapponese a essere trasmessa in streaming legale su internet, gratuitamente e con doppiaggio italiano; a partire dal 26 aprile 2010 ogni lunedì fu pubblicato sul canale di YouTube della Dynit un nuovo episodio della versione Platinum, disponibile sulla piattaforma per due settimane[96]. In seguito gli episodi furono pubblicati senza limiti di tempo sulla web TV italiana Popcorn TV, venendo però eliminati qualche tempo dopo per la scadenza dei diritti[97].
Nel novembre del 2018 la piattaforma Netflix ha annunciato di aver acquisito i diritti per lo streaming della serie e dei due film conclusivi del 1997, prevedendo un'uscita su scala mondiale per la primavera del 2019[98], poi posticipata al 21 giugno[99]. La versione disponibile su Netflix presenta un nuovo doppiaggio, eseguito presso la VSI - Voice & Sound International di Roma. Per questa seconda edizione, dialoghi e direzione del doppiaggio sono nuovamente curati da Gualtiero Cannarsi e Fabrizio Mazzotta, mentre il cast vocale è stato quasi del tutto rinnovato[100]. Il nuovo adattamento dei dialoghi è andato incontro a diverse critiche per alcune scelte di traduzione e per la sintassi delle frasi, giudicate ampollose e difficilmente comprensibili. Il 28 giugno Netflix annuncia, a causa delle critiche ricevute, un nuovo doppiaggio italiano di Evangelion, con una revisione dell'attuale adattamento: la traccia audio corrispondente viene così rimossa dalla piattaforma streaming, rendendo la serie visibile in lingua italiana soltanto attraverso i sottotitoli. Il secondo ridoppiaggio italiano di Netflix viene pubblicato sulla piattaforma la mattina del 6 luglio 2020. Il nuovo doppiaggio, registrato nuovamente presso lo studio VSI di Roma, diretto da Roberto Stocchi su dialoghi italiani di Laura Cosenza, si avvale dello stesso cast del precedente.
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Stile e analisi
Riepilogo
Prospettiva

Secondo il critico culturale Hiroki Azuma, da un punto di vista prettamente stilistico e narrativo, Neon Genesis Evangelion può essere diviso in due parti. Nella prima parte, in cui sembra procedere come una tradizionale serie d'animazione fantascientifica, ciascuno dei personaggi principali è presentato sotto una luce essenzialmente positiva e i vari enigmi presentati dalla vicenda sembrano giungere ad una risoluzione[54]. Tuttavia, a partire dal sedicesimo episodio, la serie incomincia a perdere gli elementi di positività e leggerezza che caratterizzano le prime puntate, e ad allontanarsi a livello estetico e narrativo dall'animazione giapponese tradizionale[101]. La narrazione, oltre a essere molto più densa di contenuti, acquista maggiore rapidità[54], e invece di sciogliere tutti i nodi della trama, ne moltiplica i misteri[102].
A partire dalla seconda metà della serie, la tematica cardine di Neon Genesis Evangelion diventa l'interiorità umana[103], e vengono portate avanti numerose riflessioni sul tema della comunicazione interpersonale tramite diversi flussi di coscienza dei personaggi principali[2]. Ad esempio, nel quattordicesimo episodio è presente un lungo monologo poetico di Rei Ayanami[5], contrassegnato da una sequenza di parole e immagini apparentemente scollegate fra di loro[59]. Delle sequenze simili sono presenti, nel caso di Shinji, nel sedicesimo[12][13] e nel ventesimo episodio[104]. Questa tecnica narrativa raggiunge il suo culmine nelle ultime due puntate della serie, nelle quali la trama procede attraverso i dialoghi ed i monologhi interiori dei personaggi[35][103]. Pare che l'episodio conclusivo si svolga interamente nell'animo del protagonista, che si interroga sul valore della propria esistenza e sul suo rapporto con le altre persone[36].
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Lista episodi
Riepilogo
Prospettiva
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Accoglienza
Riepilogo
Prospettiva
Quando ho visto Evangelion per la prima volta (fino al quattordicesimo episodio) ho pensato che Hideaki Anno avesse realizzato tutto ciò che avrei voluto fare io. Mi sono sentito dispensato dal creare qualcosa, perché da quel momento in avanti ci avrebbe pensato Anno al posto mio. Ma a circa un mese dalla conclusione della serie televisiva ho iniziato a fare caso alle emozioni che aveva suscitato in me Evangelion. Non che il finale mi avesse deluso. Anzi, mi ero divertito un mondo. Ma avevo smesso di sentirla come un'opera definitiva. Sentivo il bisogno di creare qualcos'altro. |
Hiroki Endo[133] |
La prima messa in onda degli episodi riuscì a registrare una media del 7,1% di share[134]. L'episodio che registrò il più basso indice di ascolto fu il quattordicesimo, con uno share dello 0,9%[135]. La puntata conclusiva, andata in onda il 27 marzo 1996 su TV Tokyo, raggiunse un indice di ascolto pari al 10,3%[136], equivalente a circa dieci milioni di spettatori[137]. Nel 1997 la serie fu ritrasmessa in tarda serata, in una fascia oraria in cui anche un 2% di ascolto era ritenuto un ottimo indice, toccando il 5-6% di share[138][139]. Secondo la rivista specializzata Newtype, in seguito al grande successo delle repliche della serie ci fu un drastico aumento degli anime trasmessi in slot orari notturni; se nel 1996 c'era solamente una serie ad essere trasmessa in tarda serata, nel 1997 il loro numero salì a dodici, per poi raddoppiare l'anno seguente: «Eva ha rivoluzionato l'intera [sub]cultura otaku. [...] È stato l'inizio di qualcosa di completamente nuovo, a cui seguì una sfilza di titoli simili»[140]. In Australia fu trasmessa dalla SBS e riuscì ad ottenere ottimi indici di ascolto, superando così la serie South Park[141]. Alcune scene di sesso o di violenza presenti nel diciottesimo e nel ventesimo episodio della serie furono motivo di accese controversie[142][143], e le ultime due puntate delusero[144][145] molti appassionati, che le trovarono di difficile comprensione[146][147]. All'indomani della loro prima messa in onda, il pubblico si divise in due fazioni, tra chi elogiò gli episodi, credendo che fossero «profondi», e chi invece li criticò, pensando che il loro significato fosse solamente «apparente»[144]. Anche la carta stampata si interessò del caso; secondo il Mainichi Shinbun: «Quando il venticinquesimo episodio andò in onda, quasi tutti gli spettatori si sentirono traditi [...] Quando lo scrittore Eiji Ōtsuka inviò una lettera allo Yomiuri Shinbun lamentandosi del finale della serie, il dibattito diventò nazionale»[66].
L'edizione Laserdisc di Neon Genesis Evangelion infranse numerosi record di vendite nazionali[148], grazie a milioni di esemplari venduti[149]. Analogo risultato si registrò per l'edizione DVD, i cui introiti rimasero stabili anche a un decennio di distanza dalla prima messa in onda dello show[150]. Secondo il ricercatore italiano Guido Tavassi, alcune uscite della serie, che singolarmente prese raggiunsero le 50 000 copie vendute, sfiorarono le 75 000 unità: «Per rendersi conto delle dimensioni del fenomeno, si consideri che le uscite home video [di Evangelion] [...] [incassarono] il doppio o il triplo degli anime più venduti di sempre fino ad allora»[138]. Stando a quanto riferito da Tavassi nel suo libro Storia dell'animazione giapponese, Neon Genesis Evangelion ebbe un impatto di miliardi di yen sull'economia giapponese, contribuendo in maniera determinante alla diffusione del Digital Versatile Disc, il nuovo supporto ottico digitale che andò a sostituire il Laserdisc: «Difatti la nuova politica commerciale inaugurata della Gainax – presto seguita su questa strada da tutti i produttori – vedeva nel passaggio televisivo non più il punto di arrivo degli anime seriali, ma solo una sorta di vetrina, il trampolino di lancio per la vendita dell'edizione home video»[138].
Nel 1996, la rivista giapponese Animage chiese ai propri lettori quali fossero gli episodi più belli delle serie animate del momento; nell'occasione, cinque puntate di Neon Genesis Evangelion raggiunsero la top 20, fra le quali il nono episodio, che conquistò la seconda posizione[151]. Analogo risultato si registrò nell'anno successivo, in cui il loro numero salì ad otto; la ventiquattresima puntata raggiunse il primo posto e la ventesima il secondo[152]. Nel corso degli anni, l'emittente televisiva TV Asahi chiese in diversi sondaggi quali fossero le scene più significative della storia dell'animazione; la scena in cui «Rei Ayanami sorride a Shinji per la prima volta», presente nel sesto episodio di Neon Genesis Evangelion, riuscì a raggiungere la 14ª posizione, e quella del «suicidio di Rei» della ventitreesima puntata la 53ª[153]. Il sorriso di Rei riapparve in un'altra classifica dell'emittente, conquistando il 45º posto fra le scene più memorabili dell'animazione giapponese[154]; analogo risultato si registrò con il proponimento della stessa tipologia di sondaggio, occasione in cui «il primo incontro tra Shinji Ikari e Rei Ayanami» riuscì a conquistare il 16º posto[155]. Anche il «suicidio di Rei» riconquistò una posizione fra le varie classifiche di TV Asahi, in occasione di un sondaggio sulle «scene più toccanti dell'animazione giapponese» in cui conquistò il nono posto[156].
Critica
Marthin Theron di Anime News Network elogiò gli episodi centrali della serie animata e le «eccitanti e originali» scene di azione dell'undicesima e della dodicesima puntata[158]. Il suo collega Allen Divers riferì di aver apprezzato molto la parabola drammatica e la svolta introspettiva intrapresa nella seconda metà della serie, arrivando a dire che «i personaggi e la trama di Evangelion sarebbero capaci di complessare Sigmund Freud in persona»[159]. Di parere diametralmente opposto si dimostrò Kenneth Lee, secondo il quale gli episodi dal ventunesimo in poi sarebbero riusciti a «distruggere la bellezza» di una buona serie, lasciando delusi tutti gli spettatori[160]. Il sito Dorkly.com criticò aspramente le due puntate conclusive della serie, inserendole al primo posto fra i cinque finali più assurdi della storia dell'animazione giapponese e dicendo: «È il finale di merda che ha ridefinito tutti i finali di merda. [..] È un finale così assurdo che dovrebbero inventare una parola apposta per descriverlo»[161]. Analogo parere fu espresso da Capsulecomputers.com, che lo elesse «peggior finale dell'animazione nipponica»: «Entrambe le puntate sono state riempite di sciocchezze pseudo-filosofiche senza senso»[162]. Anche Honeyfeed si espresse sulla questione, sostenendo che: «Se avete il piacere di guardare questa straordinaria serie, dimenticatevi del finale»[163]. Ulteriori commenti negativi furono espressi dal sito Anime-planet.com, secondo il quale le ultime due puntate «hanno completamente rovinato la serie»: «Tutto l'intreccio narrativo viene gettato fuori della finestra per far posto ad un arthouse senza senso»[164]. Altrettanti furono i recensori che ne apprezzarono il contenuto e la profondità. Fra questi, Nick Creamer di Anime News Network, che lo decretò «miglior finale della storia dell'animazione giapponese»[165].
Lo scrittore italiano Andrea Fontana difese apertamente il finale originale rispetto alla controparte contenuta nel film The end of Evangelion, sostenendo la sua assoluta coerenza con le tematiche della serie e con il suo significato di fondo: «Il vero senso della serie è questo, sin dall'inizio. Notate come sin dalla prima puntata ogni particolare strabordi di significato»[166]. Jake Cleland di SBS Popasia elogiò entrambi i finali e sostenne di aver trovato gli ultimi due episodi «indimenticabili»: «È la più bella lezione di vita che Evangelion possa dare ai propri spettatori: la vita può essere confusa, addirittura terrificante, ma c'è grande gioia nell'essere vivi»[167]. Anche Pete Harcoff di Animecritic.com diede un giudizio favorevole e sostenne di aver apprezzato molto l'originalità e le riflessioni filosofiche proposte dalle due puntate[168].
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Note
Bibliografia
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