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vescovo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Epafra, in greco Ἐπαφρᾶς (... – Colossi, 80), fu vescovo di Colossi al tempo della predicazione di san Paolo. È venerato come santo.
Sant'Epafra di Colossi | |
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Statua di sant'Epafra, nella cappella Paolina, di Stefano Maderno | |
Vescovo, martire e discepolo di san Paolo | |
Nascita | ? |
Morte | Colossi, 80 |
Venerato da | Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi |
Santuario principale | Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma |
Ricorrenza | 19 luglio |
Attributi | palma del martirio |
Diffuse il Vangelo fra i suoi concittadini di Colossi (Colosessi 1,7[1]; 4,12[2]). Quando san Paolo era imprigionato a Roma, Epafra si recò da lui portando notizie positive della Chiesa di Colossi. Stette con Paolo a Roma e gli fu compagno nella prigionia (Filemone 1,23[3]). Paolo testimonia le sue preghiere per i Colossesi e il suo servizio alla Chiesa sia in patria sia a Laodicea e Hierapolis (Colossesi 4,12-13[4]).
È ritenuto il primo vescovo di Colossi e che abbia subito il martirio intorno all'anno 80.
Secondo Cesare Baronio Epafra sarebbe sepolto presso la basilica di Santa Maria Maggiore a Roma: le spoglie sarebbero state portate a Roma da monaci greci al tempo di Leone III Isaurico.
La memoria liturgica di sant'Epafra è celebrata il 19 luglio secondo il Martirologio Romano:
«Commemorazione di sant’Epafra, che a Colossi, a Laodicea e a Gerapoli molto lavorò per il Vangelo e da san Paolo Apostolo è chiamato carissimo collaboratore nel ministero, compagno di prigionia e fedele ministro di Cristo.»
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