Eobaatar è un genere di mammiferi estinti appartenenti all'ordine dei Multituberculata, famiglia Eobaataridae. I resti fossili provengono dal Cretaceo inferiore di Europa e Asia. Questi erbivori vissero durante l'era Mesozoica, conosciuta anche come "l'era dei dinosauri". Furono tra i rappresentanti più evoluti del sottordine informale dei "Plagiaulacida".

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Specie

Eobaatar magnus

Questa specie venne classificata da Kielan-Jaworowska , Dashzeveg e Trofimov nel 1987. Iresti consistono in un frammento di mandibola con denti rinvenuta negli strati della formazione Höövör presso Guchin Us, in Mongolia. Il suo teschio aveva una lunghezza approssimativa di tre centimetri.

Eobaatar hispanicus

Fu classificata da G. Hahn e R. Hahn nel 1992. I fossili scoperti consistono in un singolo dente ritrovato negli strati databili all'Hauteriviano - Barremiano (Cretaceo inferiore) di Galve, in Spagna.

Eobaatar pajaronensis

fu classificata da R. Hahn e G. Hahn nel 2001. I resti furono scoperti negli strati risalenti al Barremiano di Pié Pajarón, nella regione di Cuenca,. in Spagna[1].

«Due denti isolati sono qui descritti come Eobaatar? pajaronensis n. sp. provenienti dagli strati databili al Cretaceo (Barremiano) di Pié Pajarón, nella regione di Una, in Spagna. Sia p1 che p1 sono tricuspidi. La loro corona è allungata posteriormente, e la cuspide linguale posteriore è circondata da uno scalino ricurvo e convesso. Tale morfologia è sconosciuta tra i Plagiaulacida (Ameghino 1889)G. Hahn 1969. Quindi la nuova specie puù essere classificata solo provvisoriamente entro Eobaatar. La sua datazione stratigrafica è giustificata dalla presenza di anfibi e rettili (fossili guida).»

Eobaatar clemensi

Classificato da Sweetman nel 2009, e basato su due m1 e un I3 tentativamente assegnato a E. clemensi. Il nome si deve in onore del Professor William A. Clemens, un paleontologo che studiò i fossili di mammiferi del sud dell'Inghilterra. I suoi resti sono stati rinvenuti nelle Formazioni dell'Isola di Wight risalenti al Cretaceo inferiore.

«Autapomorfia: m1 con due cuspidi linguali a mezzaluna e tre cuspidi labiali. Somiglia a Bolodon osborni e E. magnus nel possedere una cuspide labiale comprendente una complessa struttura di solchi, creste e fosse. Il margine linguale è convesso, più corto del margine labiale. Differisce da Loxaulax e Janumys ma somiglia a E. magnus e Bolodon nell'avere due cuspidi linguali. Differisce da E. magnus nella mancanza di una suddivisione delle cuspidi mesolinguali. Si discosta da Bolodon ma somiglia a Eobaatar e Loxaulax nell'asimmetria della corona (meno asimmetrica in Bolodon). Differisce da Eobaatar ma somiglia a Loxaulax e Bolodon nel possedere tre cuspidi labiali.»

Descrizione

«Il p2, a forma di gancio, aveva una sola radice, mentre il p3 ne possedeva 2, e misurava in lunghezza neanche la metà del p4, quest'ultimo con otto o nove dentellature con creste e cuspide labiale. Sui molari inferiori, le cuspidi linguali erano a forma di falce, rivolte verso il centro, mentre le cuspidi della fila labiale erano rivolte posteriormente. Per i denti superiori, i P1, P2 e P3 con tre e quattro cuspidi, e P4 e P5 simili gli uni agli altri, con le file principali di cuspidi disposte a formare bordi taglienti. M1 con formula delle cuspidi 3:4:?. M2 relativamente largo, con un margine anteriore quasi diritto.[2]

Formula dentaria

Formula dentaria
Arcata superiore
2 5 0  ?  ? 0 5 2
2 4 0 1 1 0 4 2
Arcata inferiore
Eobaatar
1.Incisivi; 2.Canini; 3.Premolari; 4.Molari;

Etimologia

Il nome "Eobaatar" (dal Greco "ἠώς"= alba e dal Mongolo "baatar"= eroe) letteralmente significa "eroe dell'alba".

Tassonomia

Sottoclasse †Allotheria Marsh, 1880

Note

Bibliografia

Altri progetti

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