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scrittore, giornalista, poeta e traduttore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Enrico De Luca, detto Erri (Napoli, 20 maggio 1950), è uno scrittore, giornalista, poeta e traduttore italiano.
«Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca. Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle. Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.»
Il suo nomignolo, oltre che un diminutivo del suo vero nome, deriva anche da quello di suo zio Harry, di cui «Erri» è l'italianizzazione[1]. Completato il ciclo di studi al Liceo classico Umberto I, nel 1968, a diciotto anni, si recò a Roma dove aderì al GAOS (Gruppo di Agitazione Operai e Studenti), che confluì poi nella nascente Lotta Continua, del cui servizio d'ordine De Luca sarebbe diventato il responsabile nella Capitale.[2][3][4] Nel 1976, dopo lo scioglimento di Lotta Continua, lasciò la militanza politica, con ciò scegliendo fra l'altro di non aderire alla lotta armata e alla clandestinità.[5][2][3][6]
«Ho fatto il mestiere più antico del mondo. Non la prostituta, ma l'equivalente maschile, l'operaio, che vende il suo corpo da forza lavoro»
«I mestieri operai li cominciai nel '76 a Roma in cantiere, poi a Torino alla Fiat, ai Grandi motori, dove rimasi fino all'autunno del 1980, dopo i famosi 37 giorni. Poi la Francia e ancora cantieri. Erano gli anni dei pentiti... io non ho avuto storie con loro, ma mi allontanai per igiene personale. A Parigi sono rimasto fino alla fine del 1982, e poi sono andato in Africa, in Tanzania, da volontario non credente senza paga, con un' organizzazione cattolica che montava pale a vento. Lì mi ammalai di malaria e dissenteria, e mi rispedirono al mittente. In seguito trovai lavoro a Sigonella in una ditta italiana che lavorava per gli americani. Facevo il facchino, carico e scarico degli aerei. Poi ancora un cantiere a Milano finché, nel 1988 a Roma, una cooperativa formata da ex compagni di Lotta Continua mi prese a giornata. Ci sono rimasto fino al 1996, ero manovale, sturavo le fogne...[5]»
Dal 1993 al 1997, durante la guerra nella ex Jugoslavia, fece l'autista di convogli umanitari. Nel 1999 fu a Belgrado durante il periodo dei bombardamenti della NATO.[1][5]
Ha studiato da autodidatta diverse lingue, tra cui il russo, lo swahili, lo yiddish e l'ebraico antico, da cui tradusse alcuni libri della Bibbia. Lo scopo di quelle che ha chiamato “traduzioni di servizio" non era quello di fornire il testo biblico in lingua facile o elegante, ma di riprodurlo nella lingua più simile e più obbediente all'originale ebraico.[7][8]
La pubblicazione, come scrittore, del suo primo romanzo Non ora, non qui, una rievocazione della sua infanzia a Napoli, avvenne nel 1989[9], a quasi quarant'anni. Tradotto in francese, spagnolo, inglese e 30 altre lingue, tra il 1994 e il 2014 ha ricevuto il premio France Culture per Aceto, arcobaleno, il Premio Laure Bataillon per Tre cavalli, il Prix Femina étranger per Montedidio, il Premio Petrarca in Germania, Le Prix Européen de la Littérature a Strasburgo, il Premio Leteo in Spagna, il Premio Jean Monnet in Francia. Ha collaborato con articoli di opinione a diversi giornali (La Repubblica, Corriere della Sera, Il manifesto, Avvenire).
Nel 2003 ha fatto parte della giuria della 56ª edizione del Festival di Cannes, presieduta dal regista francese Patrice Chéreau, che ha assegnato la Palma d'oro per il miglior film a Elephant di Gus Van Sant. Il critico letterario del Corriere della Sera Giorgio De Rienzo in un articolo del 2009 lo ha definito "scrittore d'Italia del decennio".[10]
Ha scritto anche di montagna, della quale si è più volte definito un grande amante[1]. Fu suo padre, un anziano militare del corpo degli Alpini, a trasmettergli questa passione. È conosciuto nel mondo dell'alpinismo e dell'arrampicata sportiva. Nel 2002 è stato il primo ultracinquantenne a superare un 8b, alla Grotta dell'Arenauta di Gaeta (8b+).[11] Nel 2005 ha partecipato a una spedizione himalayana con l'amica Nives Meroi, esperienza narrata nel libro Sulla traccia di Nives. È amico e coetaneo di Mauro Corona, con il quale condivide sia la passione sportiva che quella letteraria. Nel 2014, è stato membro della giuria del Piolet d'Or, un premio francese di alpinismo[12].
Nel 2009, durante la presentazione di un libro dell'ex brigatista Barbara Balzerani, le parole con cui definì il periodo degli anni di piombo come una "piccola guerra civile" fecero discutere.[13] Si è dedicato al sociale e occupato anche delle tematiche dell'emigrazione.
Con la giornalista Chiara Sasso, Wu Ming 1, Ascanio Celestini, Claudio Calia, Simone Tufano, Zerocalcare, ha partecipato alla scrittura del libro Nemico pubblico. Oltre il tunnel dei media: una storia No Tav di cui ha scritto l'introduzione, a sostegno dei diritti degli abitanti del territorio della Val di Susa e delle loro istanze sostenute anche dal movimento No TAV. Per alcune frasi, contenute in un'intervista rilasciata il settembre 2013, contro i cantieri TAV[14] è stato rinviato a giudizio per istigazione a delinquere.[15] Il processo che vede come parti la LTF - Lyon Turin Ferroviaire S.A.S. che ha in appalto la costruzione della grande opera e lo scrittore, è iniziato il 28 gennaio 2015 e si è concluso il 19 ottobre dello stesso anno con l’assoluzione "perché il fatto non sussiste”.
Sul suo pamphlet, La parola contraria, ha spiegato le sue ragioni e ha sostenuto il diritto alla libertà di parola.[16][17] In sostegno a De Luca è stato anche firmato un appello di 65 personalità del cinema europeo tra cui Wim Wenders, Claudio Amendola, Mathieu Amalric, Constantin Costa-Gavras e Jacques Audiard;[18] in suo favore si sono impegnati anche il Presidente francese François Hollande che ha difeso lo scrittore raccogliendo una petizione sottoscritta anche da Salman Rushdie, Paul Auster [19] e molti altri come Alessandro Gassmann, Fiorella Mannoia, Luca Mercalli e Alex Zanotelli.[20] Il 19 ottobre 2015 è stato assolto perché il fatto non sussiste.[21][22]
Con la nipote Aurora ha portato in teatro uno spettacolo intitolato In viaggio con Aurora.[23][24] Ha scritto e prodotto diversi corti, documentari e film. “Il Turno di Notte lo fanno le stelle”, da lui scritto e interpretato, ha vinto nel 2013, il premio per il miglior corto al Tribeca Film Festival di New York. Ha scritto, prodotto e interpretato i documentari "Alberi Che Camminano" e "La Musica Provata". Nel 2015 ha partecipato con una testimonianza personale all'Archivio Vivo del progetto e documentario "Lunàdigas" ovvero delle donne senza figli di Nicoletta Nesler e Marilisa Piga. Nel 2019 figura tra i protagonisti del documentario Alé in cui racconta la sua esperienza di arrampicatore e "frequentatore di montagne", come si descrive lui stesso. Nello stesso anno ha co-prodotto il film "Happy Times", regia di Michael Mayer.
Vive nella campagna romana, a pochi chilometri dal Lago di Bracciano.[25]
Pacifista e contrario alle guerre in generale, come l'occupazione dell'Afghanistan nel 2001, fa opera di volontariato e sostiene il rifornimento di armi alla resistenza ucraina contro l'invasione russa del 2022.[26]
Nel 2011 ha creato la Fondazione Erri De Luca con finalità culturali e sociali,[27] attraverso gli strumenti comunicativi delle diverse discipline artistiche. Tra gli archivi culturali, messi a disposizione dalla fondazione per la consultazione, c'è anche quello del giornale Lotta Continua che è consultabile tramite web.[28]
Ha calcato le scene teatrali con Marco Paolini, Mario Brunello, Gianmaria Testa e Gabriele Mirabassi. Insieme a Gianmaria Testa e Gabriele Mirabassi ha portato per molti anni sulle scene il recital Chisciotte e gli invincibili, poi rinnovato con Chisciottimisti. Con la nipote Aurora De Luca ha portato in scena il recital In viaggio con Aurora. Con Sara Cianfriglia e Simone Gandolfo ha messo in scena In nome della madre sulla gravidanza di Miriam/Maria, tratto dal suo libro. Con Stefano Di Battista, Nicky Nicolai e altri musicisti è andato in scena con La musica provata, tratto dal libro con lo stesso titolo.
Scrive e interpreta con Isa Danieli il cortometraggio Di là dal vetro, regia di Andrea Di Bari. Scrive e partecipa al cortometraggio Il turno di notte lo fanno le stelle, regia di Edoardo Ponti. Scrive la sceneggiatura di Voce umana per Sophia Loren, traducendo il testo di Cocteau in napoletano, regia di Edoardo Ponti. Partecipa al cortometraggio Solo andata, regia di Alessandro Gassman. Scrive e partecipa al film per DVD La musica provata, regia di Emanuele Sana. Scrive e partecipa al documentario Alberi che camminano, regia di Mattia Colombo. Scrive la sceneggiatura del film breve Tu non c'eri, regia di Cosimo Damiano Damato con protagonisti Piero Pelù, Brenno Placido e Bianca Guaccero.
Ha co-prodotto nel 2018 il film "Happy Times", diretto da Michael Mayer, con protagonista, "Michael Aloni".
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