Elisabetta Temkina
presunta figlia illeggittima di Caterina II di Russia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Elisabetta Temkina, nota anche col patronimico di Grigorievna (russo: Елизавета Григорьевна Тёмкина, Elizaveta Grigoryevna Tyomkina; Mosca, 24 luglio 1775[1] – Mezhyhirya, 6 giugno 1854[2]), è stata una nobildonna russa, nota per essere la presunta figlia illegittima dell'imperatrice Caterina II di Russia e del suo amante Grigorij Aleksandrovič Potëmkin.
Elisabetta comparve neonata in casa Potëmkin nel 1775. La neonata fu subito ritenuta la figlia illegittima del capofamiglia, Grigorij Aleksandrovič Potëmkin, e di Caterina II, imperatrice di Russia, con cui si diceva che Potëmkin avesse una relazione e addirittura che avessero contratto un matrimonio segreto; di conseguenza alla neonata fu dato nome Elisabetta Grigorievna Temkina, col cognome derivato dal troncamento di "Potëmkin", com'era uso in Russia per i bambini illegittimi. Il matrimonio, e ancora più la parentela di Elisabetta, soprattutto la sua maternità, non sono provati storicamente e sono contestati da numerosi storici moderni, soprattutto perché Caterina non la riconobbe né si occupò di lei in altro modo, a differenza di quanto fece per il suo altro figlio illegittimo, Aleksej Bobrinsky, ma anche a causa della sua età avanzata, quarantacinque anni, al momento della nascita della bambina[3][4][5].
Poco dopo la nascita, Elisabetta fu affidata alla famiglia Samoilov, sotto la tutela di Alexander Nikolaevich Samoilov, un nipote di Potëmkin, nato da sua sorella Maria, il che suggerisce che fosse, malgrado le ambiguità delle sue parentele, effettivamente figlia di un Potëmkin. A partire dal 1780 fu istruita da Ivan Filippovich Beck, medico dei nipoti di Caterina, per poi completare la sua istruzione in collegio. Uscita da lì, il 10 aprile 1794 le venne donata la tenuta di Mezhyhirya, vicino a Kiev, e ampie terre nel circondario[6].
Il 4 giugno 1794, sposò Ivan Khristoforovich Kalageorgi, secondo maggiore e figlio di un ricco greco, Cristoforo Kalageorgi, che era stato insegnante di greco di Costantino, figlio di Paolo I, nel periodo in cui si progettava di ripristinare il trono bizantino, su cui avrebbe seduto proprio Costantino. Il piano non si concretizzò mai, ma i Kalageorgi rimasero in Russia, dove prosperarono, raggiungendo la carica di governatore di Kherson e Ekaterinoslav. Elisabetta e Ivan ebbero dieci figli, da cui discende il critico letterario e linguista Dmitry Ovsyaniko-Kulikovsky[6].
Nel 1797, Alexander Samoilov commissionò a Vladimir Borovikovsky un ritratto di Elisabetta come dono di nozze, che nel 1880 uno dei suoi figli, Costantino, cercò di vendere senza successo. Solo nel 1927, la vedova e il figlio di Costantino riuscirono a venderlo a un collezionista di Mosca, Ivan Evmenevich Tsvetkov, che nel 1925 lo donò alla Galleria statale Tretyakov, dov'è tuttora esposto. Dal ritratto fu tratta anche una miniatura che vedeva Elisabetta nelle vesti di Diana[7].
La coppia visse a Mezhyhirya, dove Elisabetta fu alternativamente descritta come viziata e "fuori controllo" e come una donna modesta e dedita ai figli[6].
Elisabetta morì il 6 giugno 1854, a settantotto anni[6].
Dal suo matrimonio, ebbe dieci figli:[8]
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