Duomo di Milazzo
Duomo di Milazzo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il duomo di Milazzo o duomo di Santo Stefano protomartire sorge in piazza Duomo a Milazzo. È la più grande delle chiese di Milazzo. Appartenente all'arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, vicariato di Milazzo sotto il patrocinio di san Francesco di Paola, arcipretura di Milazzo, parrocchia di Santo Stefano protomartire.
Duomo di Santo Stefano in Milazzo | |
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Cattedrale di Milazzo | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Località | Milazzo |
Coordinate | 38°13′22.74″N 15°14′29.53″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | Santo Stefano protomartire |
Arcidiocesi | Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela |
Inizio costruzione | 1937 (chiesa attuale) |
Il motto inciso sulla targa marmorea del campanile recita:
«Mentre le ore scoccano irreparabili, Tu cerca l'Eterno.»
Un vescovo di Mylae o Milae è attestato nel 680, la diocesi potrebbe essere anteriore al VII secolo.[1][2] Accomunata al destino di Tyndaris, Thermae, Tauromenion e Leontinoi, soppresse durante l'invasioni saracene in epoca araba e non più ripristinate in epoca normanna.
Escludendo le due diocesi di Mylae e di Thermae, un'ampia porzione di territorio costituito dal litorale settentrionale dell'isola sarebbe rimasto soggetto alle sole sedi di Hyccara, Panormus e Tyndaris. Le diocesi di Cephaloedium e Lipari sono soppresse per poi essere ripristinate durante il Regno normanno di Sicilia, le diocesi di Patti e quella di Santa Lucia del Mela saranno istituite rispettivamente in epoca normanna la prima, in epoca sveva la seconda.
Un'epistola di Papa Gregorio Magno del 603 menziona un vescovo di nome Exhilaratus residente presso Palermo. Poiché le cronotassi dei vescovi delle principali diocesi isolane dell'ultimo decennio del VI secolo sono consolidate e documentate, verosimilmente si giunge alla conclusione che il personaggio in questione sia da collocare in una delle due diocesi soppresse di Termini Imerese o di Milazzo.[3]
Di San Pappio o Pappiano venerato in Milazzo come San Papino non si hanno notizie certe.
La festività è fissata la prima domenica di agosto per celebrare il 3 agosto 1461, giorno della invenzione del santo Braccio.
Il progetto del nuovo edificio di culto è affidato all'architetto Francesco Valenti, il cui primitivo impianto, rivolto ad oriente, è in parte modificato dagli ingegneri Mario Pagano e Giovanni Crinò. Il duomo sorge sull'area ricavata dall'abbattimento del teatro comunale, risalente al settecento, e della primitiva chiesa dell'Addolorata. Sostituisce il duomo antico chiuso al culto in quanto gravemente danneggiato e vandalizzato durante la sanguinosa battaglia del 20 luglio 1860, scontro inserito tra le contese legate alla liberazione della Sicilia fra le truppe borboniche e garibaldine, la battaglia di Milazzo.
Il nuovo duomo è inaugurato il 27 dicembre 1953 da Guido Tonetti, arcivescovo coadiutore di Messina.
Nell'angolo sinistro il varco d'accesso alla Cappella del Santissimo Sacramento, il vano ospita un tabernacolo di stile rinascimentale. Un Crocifisso in legno e stucco d'autore ignoto, ridipinto nel 1961, sovrasta l'ingresso.
Nell'angolo destro è collocato il Fonte battesimale, manufatto rinascimentale del XV secolo proveniente dalla primitiva chiesa madre di Santa Maria. Alla parete dipinto su tela raffigurante la Natività, opera di Scipione Manni, opera proveniente dalla chiesa del Santissimo Salvatore. Sotto il cornicione la raffigurazione di San Giovanni Battista, sulla parete in corrispondenza della navata sinistra San Pietro apostolo, all'interno dell'abside il Battesimo nel fiume Giordano.
Di Antonello de Saliba nel presbiterio sono presenti altre tre opere: al centro l'Adorazione del Bambino e ai lati due piccoli dipinti raffiguranti san Rocco e san Tommaso d'Aquino.[5][6]
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