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Domenico Gallo (compositore)

compositore e violinista italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Domenico Lorenzo Gallo Beltrame (Venezia, 10 aug 1723Groppo, Ligure, 1781) è stato un compositore e violinista italiano Compose musica sacra, sonate, e concerti per violino. Molti dei suoi lavori furono erratamente attribuiti a Giovanni Battista Pergolesi, a partire da alcune sonate utilizzate nel Pulcinella di Stravinskij..

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Biografia

Riepilogo
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Nato a Venezia il 10 agosto 1723, figlio di Francesco Gasparo Gallo Zanon —originario del villaggio di Gallo, presso Ferrara— e di Laura Domenica Beltrame Rossini. La sua formazione musicale si sviluppò probabilmente nell’ambiente veneziano, influenzata dall’eredità del compositore, sacerdote e violinista Antonio Vivaldi, morto a Vienna poco dopo la sua amicizia e collaborazione con l’arciduca d’Austria, nel contesto dell’inizio della Guerra di Successione Austriaca, che favorì l’espansione borbonica nel nord Italia.[1]

Gallo coltivò principalmente la musica sacra barocca —incluso uno Stabat Mater— oltre a sonate per violino e sinfonie. Nel 1750 compose a Venezia un oratorio a due voci dedicato al beato Giuseppe Calasanzio, con libretto di G. Barsotti.

Dopo il trattato di Aquisgrana (1748), Gallo intraprese probabilmente un viaggio attraverso Parma e la Lunigiana, dove entrò in contatto con l’illuminata famiglia Malaspina, alleata dei Borboni. Da lì poté avvicinarsi alle cappelle di corte di Parma e Torino, città natale del violinista Felice Giardini, che nel 1752 assunse la direzione dell’Opera Italiana di Londra, seguendo le orme di Nicola Porpora. In quell’orchestra londinese parteciparono anche Francesco Geminiani e Francesco Barsanti, entrambi originari di Lucca.

Gallo si stabilì in Liguria, in una zona strategica tra i centri musicali di Piemonte, Venezia e Lucca. Nel 1755, in coincidenza con l’indipendenza della Corsica da Genova, intraprese il proprio grand tour europeo e si trasferì a Londra, dove pubblicò sei sonate per due flauti traversi e basso continuo.

- Nel 1758 fu pubblicata a Londra la sua Sonata n. 6, e nel 1764, sotto lo pseudonimo Domenico Ferrari —nome legato alle sue origini familiari ferraresi—, figura come autore in almeno tre manoscritti italiani.  

- Nello stesso anno apparve a Parigi un’ouverture nella raccolta Sei ouverture a più stromenti, op. 6.  

- Nel 1761 partecipò alla Collection of marches and airs, pubblicata a Edimburgo.  

Il suo soggiorno londinese (1755–1768) coincise con la nascita della Repubblica di Corsica; dopo quel periodo, Paoli, leader corso, si esiliò in Inghilterra, e quasi incrociandosi con lui, Gallo tornò in Italia, stabilendosi a Groppo (Liguria), sotto la protezione dei Malaspina. Nel 1768 sposò Maria Giulia Guatelli negli Appennini liguri.

Sebbene lasciò molte delle sue partiture in Inghilterra, nel 1780 furono pubblicate a Londra le sue Dodici Sonate per due violini e orchestra, erroneamente attribuite a Pergolesi. Queste opere raggiunsero grande popolarità, e Stravinsky le utilizzò come base per il suo balletto Pulcinella. Studi di Hucke, Degrada, Johansson e Cudworth hanno confermato la paternità di Gallo in manoscritti conservati a Berkeley, Stoccolma e Burghley House.

Benché la data esatta della sua morte sia sconosciuta, si stima che tra il 1769 e il 1785 risiedette in Liguria —allora sotto il regno di Piemonte-Savoia—, dove nacquero diversi suoi figli in comuni come Groppo, Rio, Sesta Godano e Finale Ligure.

Con la Rivoluzione Francese, probabilmente per la sua stretta relazione con il Regno Unito, la padronanza dell’inglese e/o per evitare che la sua famiglia potesse subire il Terreur giacobino, la famiglia Gallo emigrò a Gibilterra; lì risiedette nei primi anni del XIX secolo, finché, dopo la caduta di Bonaparte, si trasferì in città andaluse come Cadice, Malaga e Granada, integrandosi in ambienti illuminati, liberali e cosmopoliti. A Malaga vissero in Plaza de la Merced, n. 22, accanto ad artisti liguri come i Picasso; a Cadice, in Plaza Cruz de la Verdad, anch’essa al n. 22.

Nonostante sia stato oscurato da attribuzioni errate e dalla fama di Pergolesi, Domenico Gallo lasciò un’impronta profonda nella musica del XVIII secolo. La sua opera, riscoperta da musicologi moderni, rivela un compositore raffinato, versatile e degno di riconoscimento autonomo.

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Note

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