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diritti della comunità LGBT filippina Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
I cittadini LGBT delle Filippine possono tutelarsi ed affrontare legalmente eventuali atteggiamenti sociali discriminanti o che fossero di vera e propria persecuzione in quanto, tranne che nella capitale regionale a maggioranza musulmana Marawi, l'omosessualità è legale[1].
L'accettazione nei confronti delle persone omosessuali è via via aumentata nel corso degli anni, favorita anche da una maggior educazione sessuale, dall'aver iniziato ad affrontare questioni riguardanti l'identità di genere, oltre che per la crescente visibilità e l'attivismo politico della locale comunità LGBT[2].
I matrimoni tra persone dello stesso sesso non sono ancora legalmente riconosciuti[1]; l'adozione di bambini orfani da parte anche di coppie gay è invece permessa[3].
La comunità omosessuale è ampiamente visibile sia nei media che nel campo della moda e delle arti in genere[4].
I rapporti omosessuali tra adulti consenzienti svolti in privato non sono perseguibili, anche se una condotta sessuale troppo esplicita o aperte manifestazioni d'affetto svoltesi in pubblico possono ancora essere soggetti al reato di "grave scandalo" di cui parla l'Art 200 del codice in vigore a partire dal 1931, il quale vieta per l'appunto la pubblica espressione di atti che possono offendere il sentimento morale comune.
L'età del consenso è fissata per tutti a 12 anni: il contatto sessuale con minori di 18 anni, pur essendo consensuale, rimane reato se implica prostituzione o se è il risultato di una qualche forma di ricatto.
Le Filippine sono un paese a larghissima maggioranza cattolica, ma con anche un'ampia minoranza musulmana, fedi religiose che entrambe prevedono forti, chiari e radicali insegnamenti anti-omosessuali[5][6]. La conferenza episcopale del paese ha sempre espresso la propria ferma contrarietà nei riguardi della concessione di qualsiasi diritto civile ai gay[7][8].
Dichiarazioni a forti tinte omofobiche ottengono spesso l'attenzione dei media online, come quelle espresse da celebrità come Miriam Quiambao[9], Manny Pacquiao[10], e più recentemente l'articolo della giornalista Christine Bersola-Babao dal titolo "Essere gay"[11]. Il candidato al senato Eddie Villanueva, nonché leader religioso fondatore di un'autonoma chiesa cristiana, ha affermato d'esser contrario al matrimonio omosessuale in quanto ciò va contro gli eterni insegnamenti biblici[12].
L'orientamento sessuale o la religione professata non esentano alcun cittadino dallo svolgere il servizio militare, anche se alcune ricerche effettuate hanno sollevato la questione riguardante ragazzi apertamente gay perseguitati all'interno delle caserme e successivamente cacciati[13]. A partire dal 2009 è stato ufficialmente proibito qualsiasi atto discriminatorio nei confronti di gay, bisessuali o donne che desiderassero arruolarsi e servire all'interno delle forze armate, dopo che era stato tentato d'impedirne per legge il loro ingresso[14].
La legge elettorale nazionale riconosce ad alcune categorie svantaggiate, tra cui anziani, contadini e giovani lavoratori, il diritto di accedere ad un numero di seggi riservati alla Camera dei rappresentanti, il 20% del totale. Nel 1995-97 sono stati compiuti sforzi infruttuosi per riformare la legge in modo da includervi anche le persone LGBT; un sostenitore della riforma è stato l'allora presidente del Senato pro tempore Blas Ople[15].
Il primo partito politico filippino a comprendere anche i diritti LGBT nel proprio programma di governo è stato il partito d'azione dei cittadini Akbayan nel 1990, una formazione minore all'interno dello spettro parlamentare.
Principali avversari di qualsiasi legislazione che favorisca i diritti civili sono i membri del partito conservatore Lakas-CMD[16]: Rodolfo Biazon e Miriam Defensor Santiago sono stati fin dal 2006 i più strenui ed accesi avversari del riconoscimento dei matrimoni omosessuali effettuati all'estero[17].
La rappresentante del partito Akbayan, Risa Hontiveros ha lanciato più di una volta i suoi strali contro la miopia legislativa del governo, affermando che l'assenza di qualsiasi politica di tutela dei diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transgender, trattandoli quindi come cittadini di seconda classe, tradisce chiaramente l'omofobia dei suoi rappresentanti[18].
Le Filippine non hanno ancora firmato la dichiarazione delle Nazioni Unite che condanna senza mezzi termini qualsiasi forma di violenza, condanna, discriminazione, esclusione, stigmatizzazione e pregiudizio basato sull'orientamento sessuale e l'identità di genere.
L'Ang Ladlag è una nuova formazione politica progressista che ha come programma primario quello di combattere la discriminazione e le molestie rivolte contro le persone LGBT: nel 2009 la commissione filippina per le elezioni gli ha negato di partecipare alla competizione elettorale che doveva svolgersi la primavera seguente per motivi d'immoralità[19][20]. Un mese prima delle elezioni la Corte suprema ha annullato la sentenza permettendo al partito gay-friendly di concorrere liberamente alla tornata elettorale[21][22].
Le Filippine non offrono ancora alcun riconoscimento giuridico ai matrimoni omosessuali, alle unioni civili o ai benefici concessi alle coppie conviventi. Nel 2011 è stato presentato un disegno di legge con l'intento di modificare l'Art 26 del codice di famiglia per vietare qualsiasi tipo di matrimonio al di fuori di quello eterosessuale, finalizzato a bloccare il riconoscimento dei matrimoni omosessuali contratti all'estero[23][24][25].
Solo a partire dagli inizi degli anni 2000 il cinema filippino ha iniziato a trattare apertamente e senza inibizioni il tema dell'omosessualità maschile; tra i film che hanno avuto maggior riscontro di critica e pubblico abbiamo:
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