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La diocesi di Milevi (in latino Dioecesis Milevitana) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.
Milevi Sede vescovile titolare Dioecesis Milevitana Chiesa latina | |
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Arcivescovo titolare | Julien Kaboré |
Istituita | XVII secolo |
Stato | Algeria |
Diocesi soppressa di Milevi | |
Eretta | ? |
Soppressa | ? |
Dati dall'annuario pontificio | |
Sedi titolari cattoliche | |
Milevi, identificabile con Mila nella provincia omonima in Algeria, è un'antica sede episcopale della provincia romana di Numidia.
Sono diversi i vescovi conosciuti di questa diocesi africana. Poliano partecipò al concilio di Cartagine convocato il 1º settembre 256 da san Cipriano per discutere della questione relativa alla validità del battesimo amministrato dagli eretici, e figura al 13º posto nelle Sententiae episcoporum.[1] Nella seconda metà del IV secolo Milevi fu la sede episcopale di sant'Ottato, autore, verso il 366/367, di un'opera polemica, il Contra Parmenianum donatistam, nota anche con il titolo di De schismate donatistarum, o semplicemente di Libri Optati; quest'opera, inizialmente in sei libri, fu aumentata di un ulteriore libro dopo il 384.[2] Ottato è ricordato nel martirologio romano il 4 giugno con queste parole: «A Mila in Numidia, nell'odierna Algeria, commemorazione di sant'Ottato, vescovo, che con i suoi scritti contro l'eresia donatista sostenne l'universalità della Chiesa e il profondo bisogno di unità dei cristiani.»[3]
Nell'opera Contro le lettere di Petiliano,[4] sant'Agostino denuncia quei praepositi e ministri che si sono resi indegni con la loro iniquità e per questo sono stati deposti. Tra questi menziona Onorio di Milevi, ritenuto da molti autori come appartenente alla classe dei praepositi, ossia dei vescovi. Se questa interpretazione è corretta, Onorio fu vescovo di Milevi tra Ottato e Severo.[5]
Severo governò la Chiesa di Milevi dal 395 circa fino alla sua morte avvenuta nel 426, prima del 26 settembre. Fu concittadino e amico di sant'Agostino, con il quale ebbe un fitto scambio epistolare, ed anche con san Paolino di Nola, che ebbe modo di visitare in Italia. Severo è documentato in diverse assemblee africane di quel periodo: il concilio di Milevi del 27 agosto 402, il concilio di Cartagine del 22 agosto 408, la conferenza di Cartagine del 411, che dovette però ben presto abbandonare a causa di malattia.[6] A questa stessa conferenza prese parte il vescovo donatista di Milevi, Adeodato, che fece parte del gruppo di avvocati incaricati di prendere le difese del partito donatista.[7]
Dopo Adeodato, Morcelli aggiunge il vescovo Ottato II, che tuttavia appartiene alla diocesi di Vescera. Successivo vescovo noto di Milevi è Bennato, il cui nome figura al 114º posto nella lista dei vescovi della Numidia convocati a Cartagine dal re vandalo Unerico nel 484; Bennato, come tutti gli altri vescovi cattolici africani, fu condannato all'esilio.[8]
Infine Restituto fu tra i padri del secondo concilio di Costantinopoli nel 553.[9]
Milevi fu sede di diversi concili locali: uno donatista nel 397 e due cattolici nel 402 e 416.
Dal XVII secolo Milevi è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dal 29 giugno 2024 l'arcivescovo, titolo personale, titolare è Julien Kaboré, nunzio apostolico in Ghana.
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