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La diocesi di Eleuterna è una sede soppressa del patriarcato di Costantinopoli e una sede titolare della Chiesa cattolica (in latino: Dioecesis Eleuthernensis).
Eleuterna Sede vescovile titolare Dioecesis Eleuthernensis Patriarcato di Costantinopoli | |
---|---|
Resti della città di Eleuterna | |
Vescovo titolare | sede vacante |
Istituita | 1930 |
Stato | Grecia |
Regione | Creta |
Diocesi soppressa di Eleuterna | |
Suffraganea di | Gortina |
Eretta | ? |
Soppressa | ? |
Dati dall'annuario pontificio | |
Sedi titolari cattoliche | |
Durante la dominazione veneziana sull'isola, la sede era nota con il nome di diocesi di Milopotamo.
Eleuterna (o Eleftherna), le cui rovine si trovano a 25 km. a sud-est di Retimo nell'unità periferica omonima, è stata un'antica sede vescovile di Creta, suffraganea dell'arcidiocesi di Gortina. Di questa antica diocesi sono noti due vescovi nel primo millennio: Eufrate, che fu tra i padri del concilio di Calcedonia nel 451; ed Epifanio, che prese parte al secondo concilio niceno nel 787.
Nell'820 Creta fu conquistata dagli Arabi, che vi fondarono un emirato sopravvissuto fino al 961, quando l'isola venne ripresa dai Bizantini; questi restaurarono le strutture cristiane, che erano state soppresse durante il periodo arabo, e le antiche sedi vescovili. In questa fase della storia ecclesiastica dell'isola, l'antica sede di Eleuterna è nota con il nome antico, ma anche come "diocesi di Aulopotamo" o "diocesi di Milopotamo": la distruzione dell'antica città episcopale ad opera degli Arabi aveva infatti imposto la scelta di una nuova sede per i vescovi, la città di Mylopotamos, sempre all'interno del territorio dell'antica diocesi.[1]
Queste variazioni nel nome della diocesi sono ben documentate dalle Notitiae Episcopatuum del patriarcato di Costantinopoli: due Notitiae del IX secolo hanno il nome di Eleutherna, una Notitia del X secolo riporta il nome di Aulopotamo, mentre in una Notitia del XII secolo si trova il duplice titolo di "Eleuthera o Mylopotamos".[2]
Non sono noti vescovi del secondo periodo bizantino.
In seguito alla conquista veneziana dell'isola (1212), le diocesi greche esistenti furono amministrate dai vescovi di rito latino e sottomesse al metropolita latino dell'arcidiocesi di Candia. Anche a Milopotamo fu istituito un vescovato di rito latino, documentato per la prima volta con il vescovo Matteo menzionato in un atto del doge di Venezia Pietro Ziani del 1212.[3]
Dal 1543 al 1549 i vescovi di Milopotamo ressero anche la diocesi di Chirone.
La cattedrale di Milopotamo era dedicata a San Giovanni e fu rimaneggiata dal vescovo Giacomo Sureto nel 1568.[4] Nel 1609 aveva un capitolo composto da sette canonici. Essendo una diocesi rurale, i vescovi non vi avevano la residenza ed erano rappresentati da un vicario generale. Nel 1609, secondo i registri di Propaganda Fide, i fedeli latini della diocesi erano una quarantina.[5]
A Milopotamo è documentata anche l'esistenza di un monastero degli eremitani agostiniani, i quali nel 1539 rivolgevano una supplica al senato veneziano a favore del loro convento che aveva «patite grandissime ruine dalle armate turchesche».[6]
Nel 1604, con la bolla Ecclesiarum omnium di papa Clemente VIII[7], la diocesi di Arcadia su soppressa ed unita a quella di Milopotamo. Questa a sua volta fu soppressa nel 1641 e il suo territorio incorporato in quello della diocesi di Retimo.
Qualche anno dopo Creta fu conquistata dagli Ottomani: ebbero così fine tutte le strutture cattoliche dell'isola, mentre venne contestualmente restaurata la gerarchia greca. La sede di Milopotamo sussiste ancora oggi con il doppio titolo di "Retimo e Aulopotamo" e con sede a Retimo; nel 1962 è stata elevata al rango di metropolia.[8]
Alla fine del Settecento, la Santa Sede istituì la sede vescovile titolare Milopotamensis, titolo che si mantenne fino al 1930, quando fu mutato in Eleuthernensis; la sede è vacante dall'11 maggio 1969.
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