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Deviatore

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Deviatore
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Il deviatore, in elettrotecnica, è un particolare interruttore che invece di interrompere il flusso della corrente elettrica in un cavo elettrico, lo devia su un altro cavo. La versione più semplice è definito a una via. Esistono versioni multivia adatti a deviare più fili contemporaneamente.

Disambiguazione – Se stai cercando il dispositivo che cambia la sorgente d'alimentazione alimentando sempre gli stessi servizi, vedi commutatore.
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Deviatore (disambigua).
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Simbolo elettrico del deviatore
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Simbolo elettrico per il deviatore secondo lo standard IEC 60617[1]
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Simbolo elettrico del doppio deviatore secondo lo standard IEC 60617
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Caratteristiche elettriche dei deviatori

Riepilogo
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Simbolo elettrico del doppio deviatore

Valgono le stesse considerazioni relative agli interruttori:

  • Tensione nominale: è la massima tensione sopportabile tra i contatti in posizione aperta. È determinata anche in base all'isolamento del dispositivo rispetto all'ambiente esterno.
  • Corrente massima nominale: è la massima intensità di corrente elettrica che può attraversare il deviatore senza danneggiarlo in seguito al surriscaldamento prodotto per effetto Joule.
  • Corrente minima commutabile: a seconda del materiale che viene usato sui contatti si definisce la minima corrente e potenza commutabile in modo affidabile (generalmente per questi dispositivi si usano ricoperture dei contatti di scambio in oro)
  • Potere di interruzione: è la corrente massima che il dispositivo è in grado di interrompere. Per correnti superiori i contatti potrebbero non essere in grado di aprirsi.
  • Resistenza di contatto: massima resistenza tra i contatti chiusi (espressa generalmente in milliΩ).
  • Resistenza di isolamento: minima resistenza tra i contatti aperti (espressa generalmente in megaohm).
  • Rigidità dielettrica: massima tensione applicabile tra contatti aperti senza che si generino scariche elettriche.
  • Vita elettrica: minimo numero di cicli (chiusura e apertura dei contatti). Talvolta viene specificata anche una vita meccanica per dare un indice sulla robustezza meccanica del deviatore. Alcuni costruttori definiscono una “Vita elettromeccanica”.
  • Temperatura di lavoro: minima e massima temperatura ambiente in cui può operare il deviatore senza danneggiarsi.
  • Grado di protezione IP: indica il livello di protezione verso il contatto con oggetti o col corpo umano e contro l'acqua.
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Vari modelli di deviatori a una e più vie. Il secondo ha una lamella al posto della leva di attivazione e generalmente viene usato come fine corsa. Nella parte inferiore vi sono i tre contatti elettrici. Vi è un contatto comune (indicato generalmente con C) che a riposo chiude un contatto (detto NC: normalmente chiuso). La pressione della lamella determina l’apertura tra il comune C e il contatto NC e la chiusura tra C e il contatto chiamato NO: normalmente aperto
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Deviatori a più vie cortocircuitanti e non cortocircuitanti

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Prospettiva

Nei deviatori multivie vi sono due possibili situazioni transitorie quando si commuta da una posizione a un'altra. In alcuni deviatori si ha la connessione al nuovo contatto prima di interrompere la connessione al vecchio contatto. Questa condizione è indicata come Make-before-break (attiva prima di interrompere) o shorting (cortocircuitante). In questo modo si evita che tra ingresso e uscita vi sia un istante in cui il circuito di uscita risulti sconnesso. In altri deviatori si ha un istante in cui l'uscita risulta sconnessa nel momento della commutazione: deviatori ‘'break-before-make'’ (interrompi prima di attivare) o ‘' not-shorting'’ (non cortocircuitante). La scelta tra i due tipi di deviatori dipende dalla particolare applicazione: in alcuni circuiti può essere utile il primo caso ma in altri casi il breve cortocircuito tra gli ingressi può risultare molto dannoso.

Tabella riassuntiva dei deviatori:

Ulteriori informazioni Abbreviazione, Significato ...
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Distanza fra i contatti

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Due possibili alternative per il controllo di un carico da due posizioni diverse. La prima sembra la più conveniente in quanto permette di risparmiare un cavo.

La distanza tra i contatti per garantire l'isolamento dalla rete elettrica a 230 V (quando presente su uno dei contatti) deve essere di almeno 3 mm (Normativa di sicurezza). Qualora tale distanza non fosse rispettata sul deviatore viene riportata la lettera μ. In questo caso il deviatore non è idoneo a isolare in sicurezza l'utilizzatore dalla rete elettrica di alimentazione.

Come collegare un deviatore

Riepilogo
Prospettiva

Il deviatore deve essere sempre utilizzato assieme a un altro deviatore, perché in questo modo sarà possibile accendere un punto luce da 2 diverse postazioni. Al deviatore, avente sul retro tre entrate, devo far entrare sul morsetto con la lettera L la fase (colore nero); nel morsetto vicino è opportuno usare un filo di colore intermedio, come ad esempio il colore rosso. Faccio quindi partire dal morsetto numero 2 il filo di colore rosso che si va a collegare al rispettivo morsetto num 2 dell altro deviatore. Nell'ultimo morsetto utilizzo il filo di colore grigio e lo porto al deviatore nel corrispondente morsetto num 1. Ora passiamo vedere il secondo deviatore: abbiamo già occupato i morsetti num 1 e 2 ci resta il morsetto L. Da L parto con il filo bianco e lo collego a un'estremità della lampadina, quindi all'altra estremità collego il neutro (colore blu) o e chiudo il circuito al generatore di corrente.

Attivazione di carichi da due punti

Se si intende utilizzare degli interruttori in un impianto laddove sono invece necessari dei deviatori il risultato è che l'utilizzatore (lampadina, ecc.) bisognerà accenderlo da un punto e da lì spegnerlo. L'uso di deviatori permette di ovviare a questo inconveniente. Negli impianti elettrici ne vengono usati due quando si desidera accendere e spegnere una lampadina da due punti diversi dell'ambiente.

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Attivazione di un carico da tre punti. L’aggiunta di ogni altro punto di controllo richiede l’inserimento di un deviatore ‘’4-way’’
Ulteriori informazioni Off (spento), On (acceso) ...

Attivazione di carichi da più di due punti

Deviata in corto circuito

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Deviata in corto circuito, da evitare

Storicamente sono stati realizzati impianti con il sistema di deviata in corto circuito conosciuto anche come "all'americana" o "alla tedesca" o anche "Sistema Carter". In questo sistema il carico è collegato tra i contatti comuni dei due deviatori mentre su ogni contatto 'deviato', a entrambi gli estremi, entra una fase e un neutro. Questo sistema aveva il vantaggio di ridurre l'uso di cavo. Lo svantaggio principale è che esiste una posizione in cui, pur essendo la lampada spenta, i cavi entranti al portalampada sono entrambi sotto tensione. Questa situazione è molto pericolosa poiché talvolta parte dell'attacco della lampadina non viene coperto interamente dal portalampada e quindi toccandolo c'è il serio rischio di restare folgorati.

Uso di un relè

Quando i punti sono più di due, solitamente si adotta il sistema a relè (un relè particolare, adibito per questa funzione, che a ogni attivazione commuta un circuito: se chiuso lo apre e viceversa se aperto lo chiude. In elettronica digitale si definisce modo toggle. In questo caso si impiegano dispositivi chiamati pulsanti, costituiti da un contatto elettrico normalmente aperto (ON), il quale si chiude (attivando il relè) solo alla pressione del pulsante (che può essere anche un tasto).

Uso di invertitori (3 vie)

Se i punti di accensione sono tre o più vanno inseriti dei deviatori intermedi, comunemente denominati invertitori nell'impiantistica civile/domestica, del tipo 3 della figura, ‘'4-way'’, a seconda delle necessità:

Ulteriori informazioni Off (spento), On (acceso) ...
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Note

Voci correlate

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