In italiano il termine "detersivo" è spesso utilizzato per prodotti impiegati nella pulizia delle superfici dure (pavimenti, piatti, finestre) e dei tessuti, mentre con "detergente" si indicano in genere prodotti più delicati utilizzati per esempio per la pulizia del corpo.
Sebbene i moderni detergenti nascano molto indietro nel tempo, il loro utilizzo su vasta scala inizia solo dopo la Seconda guerra mondiale. Il sapone è stato per secoli l'unico detersivo/detergente utilizzato dall'uomo; il sapone però nulla ha a che vedere con i moderni detersivi e detergenti a base di tensioattivi. I primi detersivi crearono però grossi problemi di inquinamento in quanto la formulazione non prevedeva la biodegradabilità; alcuni componenti creavano inquinamento ambientale, come ad esempio il fosfato di sodio che favoriva l'eutrofizzazione e che fu sostituito nelle formulazioni dalle zeoliti[3][4][5].
I tensioattivi cationici riescono a legarsi a superfici con carica negativa, come le pareti dei batteri gram positivi, modificandone la permeabilità e portando alla morte del microrganismo[6][7].
I componenti principali di un detergente sono[8][9][10]:
tensioattivi per emulsionare lo sporco. In effetti le uniche sostanze che lavano.
Alcuni detergenti contengono sostanze chimiche nocive che possono avere un impatto negativo sull'ambiente se disperse in esso e alla salute se a contatto con determinate parti del corpo o se ingerite o inspirate, ad esempio[18][19][20][21]:
Fosfati, legati a malattie cardiovascolari (cuore) e osteoporosi. Queste tossine sono particolarmente dannose per l'ambiente marino se disperse nelle acque reflue del lavaggio. Alcuni Stati hanno inserito restrizioni di queste sostanze nei detergenti[22][23][24].
Candeggina, spesso usata per schiarire i bianchi, i suoi fumi tossici provocano distress respiratorio e al contatto con la pelle e gli occhi è in grado di provocare ustioni caustiche[25][26][27][28].
Formaldeide, una sostanza chimica solitamente associata alla conservazione dei cadaveri. Questo ingrediente tossico, classificato dall'EPA , è un probabile cancerogeno di classe B1[29][30][31].
Il diossano è un cancerogeno ed è noto per rappresentare un rischio di combustione. L'esposizione a questa tossina può danneggiare i reni, i polmoni, il sistema nervoso centrale, gli occhi, la pelle e la funzione respiratoria[21][33][34].
I nonilfenoli etossilati[43][44] (NPE), un composto organico di sintesi utilizzato come tensioattivo. Le preoccupazioni circa l'impatto ambientale di questo composto e simili sono aumentate a partire dal 1990, di conseguenza il commercio di questa classe di detergenti è stato limitato in Europa, e questi composti non si trovano più nei prodotti per bucato negli Stati Uniti[45][46].
Ammorbidenti[48][49][50], un preparato che si aggiunge al detersivo per rendere morbidi i tessuti nel bucato domestico, tipicamente durante il ciclo di risciacquo della lavatrice.
Ftalati[52][53], esteri dell'acido ftalico. Sono sostanze in genere poco solubili in acqua, molto solubili negli oli e poco volatili. In genere si presentano come liquidi incolori.
Enzimi[54][55]. Diversi detergenti contengono enzimi per velocizzare la degradazione delle proteine e dei lipidi che compongono le macchie.
Un altro possibile danno per l'ambiente può essere causato dalla dispersione dei packaging dei detergenti nell'ambiente.
Sul mercato sono presenti molti detersivi per lavatrice, ammorbidenti e prodotti correlati (smacchiatori, ecc.).
Detersivi per bucato
Capsule di detersivo liquido verde.
Istruzioni e informazioni su un'etichetta di detersivo.