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Derby italiano di trotto

corsa ippica italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Il Derby italiano di trotto è una corsa ippica dedicata ai trottatori di tre anni di età, maschi e femmine, allevati in Italia. È la vetrina più prestigiosa per i giovani cavalli del trotto italiano.

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Disambiguazione – Se stai cercando la corsa ippica per cavalli di tre anni d'età, vedi Derby italiano di galoppo.

Si è disputato a Roma all’Ippodromo di Villa Glori dalla sua istituzione, nel 1926, fino al 1959; poi, dal 1960 al 2012, si è corso, sempre a Roma, all'Ippodromo di Tor di Valle, fino alla chiusura di questo.

Dopo l'edizione 2013 disputata all'Ippodromo di Agnano, dal 2014 è stato trasferito, ancora a Roma, all’Ippodromo delle Capannelle. Nuovamente spostato ad Agnano nel 2018 e nel 2019 per lavori di adeguamento alle Capannelle, ha fatto finalmente ritorno a tale ultimo impianto per l’edizione 2020 e le successive.

Il record della corsa appartiene a Unicka (edizione 2016) con il tempo di 1.12.2 (guidatore: Pietro Gubellini), record poi uguagliato nel 2018 da Zlatan (guidatore: Giampaolo Minnucci).

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Origine del nome

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Il nome della corsa richiama una competizione per cavalli da galoppo di tre anni di età organizzata per la prima volta nel 1780 da un gruppo di nobili inglesi appassionati di ippica ed intitolata al proprietario della tenuta che aveva ospitato l’evento[1], Edward Smith-Stanley, XII conte di Derby (1752-1834).

Il Derby inglese si disputa annualmente all’Ippodromo di Epsom, a circa 6 km dal luogo originario delle prime edizioni della corsa e a circa 30 km dal centro di Londra. Dal 1780 non ne è stata mai saltata un’edizione, anche se negli anni dal 1915 al 1918 e dal 1940 al 1945, dati gli eventi bellici, la corsa fu spostata a Newmarket, nel Suffolk, a circa 100 km a Nord di Londra.

Il Derby è tutt’oggi considerato uno dei grandi eventi sportivi britannici e ha un ampio seguito di pubblico, sia in presenza che a livello mediatico, specie in televisione.

Il termine "Derby" è stato adottato nel tempo per denominare numerose grandi corse ippiche in tutto il mondo, sia di galoppo che di trotto, per sottolinearne il carattere di appuntamento cruciale nel calendario degli eventi sportivi del circuito. In particolare, si possono ricordare, oltre al Derby italiano di galoppo e al Derby italiano di trotto: il Derby svedese di trotto (Svenskt Travderby), disputato annualmente all’ippodromo Jägersro di Malmö, riservato ai quattro anni; il Derby neozelandese di trotto (New Zealand Derby), disputato annualmente all’ippodromo The Met di Addington e riservato ai tre anni; il Dayton Pacing, Distaff & Trotting Derby (tre corse, disputate annualmente in un'unica riunione, riservate ai cavalli dai quattro anni in su, rispettivamente ambiatori, ambiatrici e trottatori, che hanno luogo a Dayton, nell’Ohio, Stati Uniti); il Kentucky Derby (galoppo) che ha luogo, sempre con cadenza annuale, all'ippodromo Churchill Downs di Louisville (Kentucky, Stati Uniti).

Con la stessa valenza, volta a enfatizzare l’importanza di un evento sportivo periodico accostandolo al prototipo londinese, l’appellativo “Derby” è da tempo di uso comune, in Italia come in molti altri Paesi (ad esempio, in Gran Bretagna e in Spagna) per indicare le sfide fra due squadre, di calcio o di altri sport, della stessa città.

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Storia

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Origini

In Italia ad avvalersi per primo della denominazione “britannica” fu il settore del galoppo, che promosse nel 1884 il primo Derby destinato ai galoppatori di tre anni, che fu disputato all’Ippodromo delle Capannelle. Da allora la corsa è stata disputata annualmente, senza mai essere sospesa, neanche in periodo bellico.

Dovettero passare 42 anni perché analoga iniziativa venisse assunta anche per il settore del trotto: la prima edizione del “Derby Reale del Trotto” si ebbe infatti nel 1926, e fu disputata all’ippodromo romano di Villa Glori, sulla distanza dei 2000 metri e con una dotazione di 100.000 lire. Vinse un puledro di nome Malacoda con il tempo di 1.29.2 in pista da 800 metri.

Dal 1928 al 1932 la distanza venne portata a 2100 metri, e la corsa condusse alla ribalta i più famosi cavalli da trotto e driver dell’epoca. In termini cronometrici, le prestazioni di quegli anni non sono ovviamente paragonabili con quelle attuali, che riflettono il progressivo affinamento delle tecniche di allevamento e di allenamento dei cavalli: il miglior ragguaglio fu infatti quello ottenuto da Palla che vinse il Derby del 1927 in 1.26.

Negli anni ’30 il Derby cambiò ancora distanza e denominazione: i metri diventarono prima 2400 e poi 2500 e la corsa prese il nome di “Gran Premio del Re e Imperatore”.

Mentre i proprietari italiani si mettevano in luce in campo internazionale grazie ai successi degli importati Muscletone, Hazleton, De Sota, Prince Hall e Tara, anche il settore dell’allevamento conseguì notevoli progressi. Nel 1935 infatti, Aulo Gellio, guidato e allenato da Dino Fabbrucci, vinse il Derby alla media di 1.23.4 sui 2400 metri, prestazione che all’epoca destò notevole impressione, e resistette per ben 17 anni, sino all’affermazione di Dakota in 1.23.2 sui 2500 metri del Derby 1952.

Gli anni della guerra sconvolsero inevitabilmente anche la programmazione del Derby: l’ultima edizione tenuta a Roma fu vinta nel 1943 dal celebre Mistero, guidato da Ugo Bottoni, poi la corsa fu spostata a Milano, dove fu disputata nel 1944 e nel 1945 con il nome di “Gran Premio Allevamento”, e infine a Napoli, nel 1946, anno in cui ritrovò il nome di Derby.

Nel 1947, finalmente, il Nastro Azzurro tornò a Roma nella sua sede naturale e ritrovò la sua tradizionale collocazione della serata del 29 Giugno, festa dei santi Pietro e Paolo, patroni della città.[2]

Gli anni ’50 segnarono il primo avvio dato con l’autostart (1952) e conclusero l’epoca di Villa Glori, poiché l’ippodromo fu demolito per fare posto al nuovo Villaggio Olimpico.

Da Villa Glori a Tor di Valle (1960)

Nel 1960 la corsa si trasferisce sulla nuovissima pista da 1000 metri di Tor di Valle, all’interno di un impianto ampio e moderno costruito in prossimità dell’abitato di Roma in un’ansa del fiume Tevere a mezza via fra l’EUR (quartiere alla periferia Sud di Roma) e il litorale. Si corre sui 2100 metri, che diventeranno l’attuale distanza della corsa, con un intermezzo, dal 1968 al 1974, nel quale questa fu portata ai 2600 metri.

L’impianto di Tor di Valle fu il teatro della prima grande affermazione di Varenne, che vincendo inaspettatamente il Derby del 1998 vi ebbe la prima consacrazione in una carriera straordinaria che lo porterà ad essere considerato il più forte cavallo della storia del trotto mondiale.

Nuovo approdo all’Ippodromo delle Capannelle (2014)

Nel 2013, dopo 52 edizioni consecutive disputate all’Ippodromo di Tor di Valle, si apre una complicata fase di transizione, che vede disputare il Derby all’Ippodromo di Agnano (2013), poi a quello delle Capannelle (2014, 2015, 2016[3] e 2017), nuovamente ad Agnano (2018 e 2019), e infine, dopo ulteriori lavori di adeguamento, ancora alle Capannelle (2020).

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