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politico statunitense Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
David Brydie Mitchell (Muthill, 22 ottobre 1766 – Milledgeville, 22 aprile 1837) è stato un politico statunitense di origine scozzese.
David B. Mitchell | |
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27º Governatore della Georgia | |
Durata mandato | 10 novembre 1809 – 5 novembre 1813 |
Predecessore | Jared Irwin |
Successore | Peter Early |
Durata mandato | 20 novembre 1815 – 4 marzo 1817 |
Predecessore | Peter Early |
Successore | William Rabun |
Sindaco di Savannah | |
Durata mandato | 1801 – 1803 |
Dati generali | |
Partito politico | Democratico-Repubblicano |
Professione | Avvocato Giudice Militare |
David B. Mitchell | |
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Nascita | Muthill, 22 ottobre 1766 |
Morte | Milledgeville, 22 aprile 1837 |
Cause della morte | Cause naturali |
Luogo di sepoltura | Memory Hill Cemetery (Milledgeville) |
Dati militari | |
Paese servito | Stati Uniti |
Forza armata | Milizia della Georgia |
Grado | Maggior Generale |
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Servi come governatore della Georgia per due mandati non consecutivi.
Nacque a Muthill, in Scozia, nel 1766, da John Henry Mitchell ed Annie Brydie.[1] Nel 1782, alla morte dello zio David Brydie, proprietario terriero nelle Americhe, il sedicenne Mitchell emigrò a Savannah per reclamare l'eredità familiare. Affascinato dalla nuova nazione degli Stati Uniti, decise di stabilirvisi permanentemente per studiare legge e diventare avvocato. Si sposò con Jane Mills nel 1792 ed ebbe numerosi figli.[1][2]
Entrato a far parte della milizia della Georgia, nel 1806 ne divenne maggior generale.[1]
Ammiratore di Thomas Jefferson e James Jackson, nel 1794 decise di entrare in politica nelle file del Partito Democratico-Repubblicano. Dopo aver ricoperto cariche statali minori, nel 1801 divenne sindaco di Savannah.[1][2] Durante il suo mandato uccise in duello William Hunter, un politico rivale appartenente al Partito Federalista, e l'esperienza lo convinse ad opporsi alla pratica dei duelli.[2]
Nel 1809 riuscì a sconfiggere il governatore uscente Jared Irwin, facendosi eleggere al suo posto dall'Assemblea georgiana per 61 voti a 41.[1][2] Durante il suo primo mandato favorì l'abolizione dei duelli in Georgia e rafforzò le finanze e le infrastrutture dello Stato, ancora in gran parte rurale.[1] Rieletto nel 1811 sempre sconfiggendo Irwin, l'approssimarsi della guerra con la Gran Bretagna lo spinse a rafforzare le difese della Georgia, e allo scoppio delle ostilità dispose il sequestro di tutte le navi inglesi ancorate nei porti statali.[1]
Non fu candidato alla rielezione nel 1813, ma venne chiamato a sostituire Peter Early appena due anni più tardi.[1][2] Durante il suo secondo mandato rese navigabili i fiumi Savannah e Oconee e dispose aiuti finanziari alla neonata Università della Georgia.[1]
Nel 1817 rassegnò anticipatamente le dimissioni da governatore della Georgia per diventare agente indiano presso i Creek dietro nomina di James Madison,[2] per succedere a Benjamin Hawkins.[1] Per i successivi quattro anni Mitchell riuscì a rafforzare le relazioni con i nativi americani, riportando la calma sulla turbolenta frontiera georgiana.[1]
Nel 1821 tuttavia scoppiò un grosso scandalo che lo coinvolgeva. Nel 1808 il governo statunitense aveva disposto l'abolizione della tratta degli schiavi, tuttavia molte navi negriere avevano continuato ad importarli e venderli illegalmente sfruttando funzionari conniventi. Emerse che Mitchell era proprio uno di questi, favorendone il transito dalla Georgia fino in Alabama, attraverso i territori dei Creek. Lo scandalo costrinse il presidente James Monroe a rimuoverlo dall'incarico, e per difendersi Mitchell pubblicò un pamphlet a sua discolpa.[1]
Ritiratosi a vita privata per alcuni anni, nel 1828 riprese la sua carriera giudiziaria, per poi tornare nel governo statale nel 1836. Morì l'anno successivo nel capoluogo Milledgeville, venendovi sepolto.[1][2]
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