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critico letterario e docente italiano (1921-1997) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Dario Puccini (Roma, 5 gennaio 1921 – Roma, 5 marzo 1997) è stato un ispanista, traduttore e critico letterario italiano, uno dei massimi studiosi italiani di letteratura spagnola e ispano-americana.
Era figlio dello scrittore Mario Puccini e fratello dei registi Gianni Puccini e Massimo Mida[1].
Aderì alla Resistenza romana e fu arrestato nel 1942 dalla polizia fascista[2].
Ispanista, fu docente universitario a Cagliari e alla Sapienza - Università di Roma. Nel 1956 firmò il Manifesto dei 101 contro l'invasione sovietica in Ungheria. Tradusse in italiano e curò le opere di poeti e scrittori spagnoli e latinoamericani; da Pablo Neruda a Octavio Paz, da Nicolás Guillén a Jorge Amado, da Manuel Scorza a Gabriel García Márquez, da Jorge Luis Borges a Rafael Alberti, di cui fu molto amico.
Fondò nel 1980 e diresse la rivista Letterature d'America.
Sposò Stefania Piccinato, figlia dell'architetto Luigi e anch'essa docente universitaria e studiosa di letteratura angloamericana, dalla quale ebbe i figli Andrea e Lorenzo.
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