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calciatore e dirigente sportivo italiano (1939-2012) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Dante Micheli (Mantova, 18 febbraio 1939 – Mantova, 10 giugno 2012) è stato un calciatore e dirigente sportivo italiano, di ruolo centrocampista.
Dante Micheli | ||||||||||||||||||||||
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Nazionalità | Italia | |||||||||||||||||||||
Altezza | 178 cm | |||||||||||||||||||||
Peso | 78 kg | |||||||||||||||||||||
Calcio | ||||||||||||||||||||||
Ruolo | Centrocampista | |||||||||||||||||||||
Termine carriera | 1973 | |||||||||||||||||||||
Carriera | ||||||||||||||||||||||
Giovanili | ||||||||||||||||||||||
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Squadre di club1 | ||||||||||||||||||||||
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Nazionale | ||||||||||||||||||||||
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1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||||||||||||||||||||||
Per la sua fisionomia era soprannominato Pampurio[1] o Dantel[2]. È scomparso nel 2012 all'età di 73 anni[3].
Impostato in gioventù come attaccante (ala o centravanti)[2][3], nel corso degli anni ha trovato la sua collocazione tattica come mediano o mezzala[1][2][4], senza rinunciare a spingersi in zona d'attacco[1]. Sul finire di carriera ha ulteriormente arretrato il proprio raggio d'azione, venendo spesso impiegato in difesa o con compiti di marcatura a centrocampo[5].
Figlio d'arte[1] (il padre era stato calciatore negli anni Trenta[3]), inizia a giocare nel Sant'Egidio, piccola società mantovana[1][3]. Nel 1955, insieme a diversi compagni di squadra, viene acquistato dal Mantova, allenato da Edmondo Fabbri e partecipante al campionato di IV Serie. Pur essendo appena sedicenne, diventa subito titolare, impiegato prevalentemente come ala[1][2]; contribuisce con 29 reti in tre stagioni all'ammissione alla Campionato Interregionale 1957-1958, e quindi alla promozione in Serie C nel 1958.
Nel campionato 1958-1959 Fabbri gli cambia collocazione tattica, spostandolo al ruolo di mediano[2]: nonostante l'arretramento in campo, realizza 9 reti in campionato, ed è tra i titolari del vittorioso spareggio-promozione contro il Siena[2].
Notato dagli osservatori di Paolo Mazza[1], nel 1959 passa alla SPAL, con cui esordisce in Serie A ventenne, il 20 settembre 1959. A Ferrara disputa una stagione da titolare, contribuendo al quinto posto finale dei ferraresi (miglior piazzamento della storia del club), e al termine del campionato Mazza lo cede alla Fiorentina[1]. In maglia viola viene utilizzato come rincalzo a centrocampo, in alternativa a Renato Benaglia e Claudio Rimbaldo[4]; disputa 14 partite di campionato, realizzando un unico gol sul campo del Bologna nonostante fosse stato vittima di un infortunio nei primi minuti di gioco[4]. In quella stessa annata vince la Coppa Italia e Coppa delle Coppe[6], facendo parte dei cosiddetti "Leoni di Ibrox"[7].
Dopo un anno in viola, nell'ottobre 1961 torna alla SPAL, inizialmente in prestito[8], e vi gioca altri tre campionati, ritrovando il posto da titolare. Nella Coppa Italia 1961-1962 realizza 3 reti, risultando il capocannoniere della competizione[9]; va a segno anche nella finale, persa contro il Napoli per 2-1[1].
Nel 1964, dopo la retrocessione della SPAL, Micheli resta in Serie A passando al Foggia, appena promosso nella massima serie. Vi rimane per tre campionati da titolare, fino alla retrocessione del 1967[10], disputando anche alcune partite amichevoli in prestito al Milan, nell'estate 1966[11]; nel campionato 1966-1967 realizza 7 reti, record personale, risultando il secondo miglior marcatore della squadra dietro Vincenzo Traspedini. Nel novembre 1967, nel corso del mercato di riparazione, fa ritorno al Mantova[2], impegnato nella lotta per non retrocedere dalla Serie A[12]. La stagione si conclude con la caduta in Serie B dei virgiliani, e Micheli rimane a Mantova, con i galloni di capitano[13]. Nel campionato di Serie B 1970-1971 contribuisce, da difensore, all'ultima promozione del Mantova in Serie A; nella stagione successiva viene inizialmente accantonato, nell'ambito di una politica di svecchiamento della squadra[12][14], ma già nelle prime partite viene reintegrato nella rosa dei titolari[12]. La stagione tuttavia non è fortunata, e si conclude con la retrocessione; Micheli rimane in forza al Mantova anche nel campionato 1972-1973, prima di chiudere la propria carriera agonistica a 34 anni.
In carriera ha totalizzato complessivamente 256 presenze e 26 reti in Serie A e 119 presenze e 4 reti in Serie B. Con 260 partite nel Mantova è il terzo giocatore più presente della storia del club, dopo Mirko Bellodi e Nicola Lampugnani[2].
Ha giocato una partita in Nazionale giovanile, il 2 novembre 1960 a Newcastle contro l'Inghilterra (1-1)[15].
Lasciato il calcio giocato, inizia la carriera di dirigente in riva al Mincio, ricoprendo il ruolo di direttore sportivo[6]; dopo una parentesi alla Triestina, nella stagione 1977-1978[6], torna a Mantova a partire dalla stagione 1978-1979, durante la quale subentra a Nardino Previdi[16]. Vi rimane fino al 1982, operando in condizioni economiche spesso sfavorevoli[16][17], fino alle dimissioni rassegnate al termine del campionato 1981-1982[18]. In seguito ricoprirà lo stesso incarico nel Piacenza, durante la stagione 1982-1983[19]; anche in questo caso lascia la società a causa delle difficoltà economiche seguite alla retrocessione in Serie C2[20].
Negli anni successivi collabora con Genoa, Avellino, Spezia[21] e Fiorentina[6]; dopo aver subito un intervento al cuore nel 1985, diventa direttore generale del Cagliari[6], e l'anno successivo passa all'Udinese[22]. Nel 1994 torna al Mantova, all'indomani del fallimento e della ripartenza dall'Eccellenza[6], occupandosi della ricostruzione della squadra e del vivaio in qualità di responsabile del settore giovanile[6][23].
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