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poeta, romanziere e saggista italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Dante Maffia (Roseto Capo Spulico, 17 gennaio 1946) è un poeta, romanziere e saggista italiano.
È nato in Calabria e vive a Roma. Ha scritto opere in lingua italiana e in vernacolo calabrese tradotte in Numerose lingue.[1]
Esordisce nel 1974 pubblicando la raccolta di versi, Il leone non mangia l'erba, con la prefazione di Aldo Palazzeschi.[senza fonte] Le sue successive prove poetiche gli hanno portato la stima di grandi nomi, come Mario Luzi, Giorgio Caproni, Giacinto Spagnoletti, Natalia Ginzburg e Dario Bellezza (suo intimo amico). A lungo si è dedicato alla ricerca e all'insegnamento nell'ambito della cattedra di letteratura italiana del prof. Luigi Reina, presso l'Università di Salerno.
Ha fondato riviste letterarie di prestigio come "Il Policordo", e diretto "Polimnia". Come critico letterario ha collaborato inoltre col quotidiano "Paese Sera".
Il suo lavoro più importante è Il romanzo di Tommaso Campanella, del 1996 Premio Stresa 1997, Il suo ultimo romanzo si intitola Il poeta e lo spazzino, edito da Mursia e prefato da Walter Veltroni.
Dal 2013 è Presidente del Premio Vittoriano Esposito di Celano (Aq).[2] Presiede anche altri concorsi letterari, come il premio dedicato a Giosuè Carducci e intitolato Dal Tirreno allo Jonio.[3]
Nel 2004 Carlo Azeglio Ciampi lo ha insignito della medaglia d'oro alla cultura della Presidenza della Repubblica.
Lo scrittore è stato candidato al Premio Nobel dalla Regione Calabria.[4][5]
Il 10 dicembre 2010 presso Palazzo Chigi a Roma, Dante Maffia viene insignito da Gianni Letta del Premio Giacomo Matteotti per la Letteratura Italiana.[3]
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