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storico greco antico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Ctesia di Cnido, figlio di Ctesioco[1] (in greco antico: Κτησίας?, Ktēsías; Cnido, 440 a.C.? – dopo il 397 a.C.?), è stato uno storico greco antico, appartenente alla famiglia degli Asclepiadi.
Ctesia sarebbe nato intorno agli anni 440 a.C. Educato a Cnido e divenuto medico della corporazione degli Asclepiadi[2], fu catturato e inviato in Persia come prigioniero di guerra[3]. Ricevuto da Artaserse II Mnemone (405/4-359/8) per le sue capacità mediche, divenne medico di corte del Gran re e fu in ottimi rapporti con Parisatide, madre di Artaserse[4].
In qualità di medico di corte, fu a Cunassa, nella battaglia del 401 a.C., dove curò il sovrano per una ferita inflittagli dal fratello Ciro[5].
Tra il 399 ed il 397 Ctesia, come greco, fece da intermediario tra il re e Conone di Atene, che all'epoca comandava una flotta persiana nell'Egeo agli ordini di Evagora I, re di Cipro[6] e fu inviato da Cipro e Cnido a negoziare con Sparta nel 397, ma fu catturato a Rodi senza aver ottenuto nulla.
Dopo questa data, si stabilì nella nativa Cnido, dove continuò la pratica medica e scrisse le proprie opere. Si ignora, comunque, la data della sua morte.
La più importante e citata delle opere di Ctesia si intitolava Persiká, una storia del Medio Oriente dalla fondazione dell'impero assiro ad opera del leggendario Nino all'ottavo anno di regno di Artaserse II[7]. L'opera constava di 23 libri[8], di cui i primi sei coprivano la storia precedente a quella persiana: 1-3 riguardavano gli Assiri, 4-6 i Medi, ragion per cui questa prima sezione girava con il titolo Assyriaká[9]. Di questa sezione resta un lungo compendio in Diodoro Siculo, che la usò per i primi 35 capitoli del suo secondo libro, mentre della seconda parte resta un dettagliato sommario di Fozio nella sua Biblioteca (cod. 72), da cui si comprende che i libri VII-XI riguardavano Ciro il Grande, seguito da Cambise II e dal colpo di Stato del falso Smerdi (XII-XIII), cui seguivano Dario (XIV) e il figlio Serse (XV). Nei libri XVI-XVIII si parlava di Artaserse I Macrochir e di Dario II, mentre i libri dal XIX al XXII concernevano Artaserse II. L'ultimo libro conteneva dati ben precisi, come la lista delle distanze tra Efeso e la Battriana, nonché una cronologia dei sovrani d'Asia dai leggendari Nino e Semiramide fino ad Artaserse.
A complemento della storia persiana stavano gli Indikà, opera in un libro unico, preservata in epitome da Fozio, nello stesso codice dell'opera maggiore. Partendo dalle dimensioni del fiume Indo e dalla registrazione demografica, Ctesia descriveva accuratamente la flora e la fauna indiana; nonostante l'inclusione di storie paradossali su tigri con volti umani (manticore) e tribù di cinocefali, è un interessante documento sull'India pre-alessandrina.
Probabilmente con lo stesso scopo di complemento era l'opera Perì tôn katà ten Asían phórōn ('Sui tributi dell'Asia'), citata due volte da Ateneo[10] e che forse includeva liste di tutti i tributi che giungevano a Persepoli dalle diverse satrapie dell'Impero.
Infine, di tipo geografico doveva essere la Períodos, in tre libri, testimoniata da citazioni isolate in scolii e lessici[11].
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