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termine che nel linguaggio corrente indica un grave reato ma che nell'ordinamento italiano, al contrario che in altri, non ha significato giuridico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il crimine (dal latino crimen, 'decisione giudiziaria', poi 'accusa' e, infine, 'reato'; derivato dal verbo cernĕre, 'distinguere, decidere'), nel diritto penale di vari ordinamenti di civil law, è un reato appartenente alla categoria di maggiore gravità, tra le due o tre nelle quali si dividono i reati.
Il soggetto che pone in essere tali attività viene detto criminale.
Il diritto romano originario non conosceva la distinzione tra reato e illecito civile: solo nel periodo repubblicano, infatti, la figura del delictum, l'illecito civile, si differenziò dal crimen (al plurale crimina), il reato. Inizialmente la competenza ad accertare e punire i crimina spettava al popolo riunito nei comizi centuriati, in seguito fu attribuita a speciali giurie, le quaestiones perpetuae che, in epoca imperiale, furono via via soppiantate dalla cognitio extra ordinem. I crimina potevano essere puniti con la morte, l'interdictio aqua et igni (che comportava l'allontanamento perpetuo dal territorio romano), i lavori forzati (damnatio ad metalla e damnatio in opus publicum), la confisca totale o parziale del patrimonio (publicatio bonorum) oppure, nei casi meno gravi, con una pena pecuniaria.
La classificazione tripartita dei reati in crimini, delitti e contravvenzioni risale alle codificazioni napoleoniche e, più precisamente, al Code d'instruction criminelle del 1808 e al Code penal del 1810; è stata poi adottata da molti altri ordinamenti di civil law, tra i quali quello italiano con il codice penale del 1865.
Nell'ordinamento italiano, poiché la categoria non è stata ripresa né dal Codice Zanardelli del 1889 né dal codice penale vigente, il termine "crimine" non ha più un significato giuridico, ma è rimasto nel linguaggio corrente per indicare genericamente un grave reato.
Il criterio di classificazione è basato sulla pena: le pene vengono distinte in criminali, correzionali e di polizia e i reati puniti con le medesime vengono classificati rispettivamente come crimini, delitti e contravvenzioni. In seguito, però, taluni ordinamenti hanno eliminato la categoria dei crimini, facendola confluire in quella dei delitti (così nei codici penali vigenti di Italia, Spagna e Paesi Bassi). In Francia e altri ordinamenti che hanno mantenuto la categoria (come il Belgio) la competenza a giudicare i crimini spetta alla corte d'assise.
In certi ordinamenti (ad esempio, in Germania) i crimini si contrappongono ai delitti, in altri (ad esempio, in Francia, Svizzera e Belgio) a delitti e contravvenzioni, mentre in altri ancora (ad esempio, in Italia e Spagna) non c'è questa categoria e i reati più gravi rientrano tra i delitti, contrapposti alle contravvenzioni (faltas in spagnolo).
Negli ordinamenti di common law il crime è, invece, un qualsiasi reato, così come lo era il crimen nel diritto romano e lo è il crime nell'ordinamento portoghese e in quello brasiliano.
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