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Cops - una banda di poliziotti è una serie televisiva italiana in 4 episodi prodotta da Sky Cinema e distribuita sulla piattaforma omonima. La prima stagione è stata diffusa dal 14 dicembre 2020;[1] la seconda stagione è andata in onda dal 6 al 13 dicembre 2021.
Cops - una banda di poliziotti | |
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Francesco Mandelli e Claudio Bisio in una scena nel primo episodio | |
Paese | Italia |
Anno | 2020-2021 |
Formato | serie TV |
Genere | commedia, poliziesco |
Stagioni | 2 |
Episodi | 4 |
Durata | 90 min (episodio) |
Lingua originale | italiano |
Rapporto | 16:9 |
Crediti | |
Regia | Luca Miniero |
Interpreti e personaggi | |
| |
Casa di produzione | Sky Cinema |
Prima visione | |
Dal | 14 dicembre 2020 |
Al | 13 dicembre 2021 |
Rete televisiva | Sky Cinema Uno |
Al commissariato della città immaginaria di Apulia ci sono quattro agenti: l'agente scelto Benedetto Starace, un poliziotto esaltato che parla spesso in inglese e che assume modi da poliziotto americano, l'assistente Nicola Gargiulo, detto Nicola o'sicc, l’ispettrice Maria Crocifissa Cercola, sposati con due figli piccoli che spesso si stuzzicano a vicenda, e Tommaso, un giovane poliziotto omosessuale. A loro si aggiunge Cinardi, il nuovo commissario di Apulia.
La città è da anni libera dal crimine, e per tale motivo arriva un’emissaria da Roma, il commissario Margherita Nardelli (della quale Cinardi si innamora), che consegna un premio al commissariato. Subito dopo, però, viene comunicato agli agenti che per tale motivo il commissariato verrà chiuso. Uno degli agenti racconta al commissario che vent’anni fa la città era nelle grinfie di Zu Tore, un criminale che decapitò il vecchio commissario ma che decise di scomparire dopo che gli apparve in sogno San Giuseppe da Copertino che lo ammonì e gli disse di smetterla con il crimine; dopo questa vicenda, Apulia fu libera dal crimine.
Per evitare la chiusura del commissariato, quindi, gli agenti in servizio presso il commissariato decideranno di commettere apposta dei reati: all’inizio, sono reati leggeri, come rubare un dentifricio al salumiere, piegare i tergicristalli alle volanti, tagliare il lucchetto ad una serranda. Non ritenendo tali sforzi sufficienti, però, i cinque decidono di dare fuoco al chiosco dei panini di Tonino, dove vanno spesso a pranzare gli agenti. Il gesto infatti non era programmato, ma a causa di un errore dello stesso Cinardi, le fiamme hanno avvolto anche il chiosco.
La notizia si diffonde immediatamente anche sui media: torna l’emissaria di Roma, con lo scopo di aiutare nella conduzione dell’indagine. A questo punto gli agenti capiscono di dover impedire che si scopra che sono stati loro stessi (coordinati da Cinardi) a ordire il tutto: inizierà quindi una serie interminabile di tentativi più o meno goffi di mascherare l’accaduto, simulando una sparatoria tra i boschi e arrivando anche a distruggere il computer sul quale era memorizzato il video del rogo (nel quale era visibile chiaramente il commissario Cinardi).
Tonino è però in possesso del video e decide di vendicarsi rapendo il commissario e portandolo in un casolare fuori da Apulia: a questo punto gli rivelerà di essere Zu Tore e di volergli far fare la stessa fine del suo predecessore, ferendolo al collo. I suoi sottoposti, durante una finta irruzione in casa di Tonino, capiscono che Cinardi è in pericolo e, avvalendosi del cane di Tonino, riescono a raggiungere il casolare in cui si trovano i due. Gli agenti (tranne Nardelli) fanno irruzione e, dopo essere stati a loro volta rapiti, stringono con lui un accordo: in cambio di qualche reato di tanto in tanto per tenere aperto il commissariato, gli agenti si impegnano a coprire Zu Tore.
Durante una festa al commissariato, il commissario Nardelli annuncia di essere stata definitivamente trasferita ad Apulia per seguire le indagini su Zu Tore, nello sconforto totale degli altri agenti. Come prima azione, Nardelli si fa inviare le foto segnaletiche da Roma, nonché quelle invecchiate (dato che le ultime risalivano a trent’anni prima), che vengono però sostituite da delle foto invecchiate di Antonino Cannavacciuolo. Da qui, quindi, Cinardi andrà ad avvertire Tonino di scomparire, il quale inizialmente si rifiuta, ma poi collabora fingendo la morte e allestendo, con la complicità degli agenti, la sua camera ardente.
A causa del mancato arresto di Zu Tore, il commissario Nardelli annuncia di essere stata obbligata al trasferimento a Canicattì. Poco dopo, però, viene scoperto un giro di droga ad Apulia. Viene arrestato un ragazzo, che durante l’interrogatorio si sente male e viene portato d’urgenza in ospedale, così come altri giovani della zona. Il giro di droga è gestito da una delle persone che è andata alla finta camera ardente di Zu Tore, Anaconda, boss della droga, che fa inoltre mettere della droga nel chiosco di Tonino per incolparlo.
In seguito, Tonino, scoperto l'inganno di Anaconda compiuto ai suoi danni, decide di vendicarsi e si reca al ristorante del boss, dove tenta di ucciderlo; ma proprio in quel momento intervengono gli agenti che arrestano Tonino in quanto in possesso di arma da fuoco. Nardelli ha intanto scoperto tutta la faccenda dei finti crimini e dell'apparente morte di Zu Tore. Poco dopo Nicola tenta di infiltrarsi nel locale di Anaconda, e nonostante l'iniziale successo, viene licenziato dopo essere stato scoperto.
Grazie alla signora Pestalozzi, gli agenti scoprono che la droga spacciata ad Apulia era nascosta in delle innocue statuette dei Santi; così pedinano il camioncino che trasporta le statuette e arrivano nel luogo dove Anaconda ed i suoi complici preparano le statuette. Dopo una lunga sparatoria ed in seguito alla fuga degli scagnozzi di Anaconda, quest'ultimo arriva e punta il suo revolver contro Cinardi, ed il commissario risponde prontamente, ma la sua pistola è scarica. Fortunatamente Benny, che aveva casualmente in mano un AK-47, spara una raffica di colpi ferendo Anaconda e distruggendo la statua di Padre Pio, da cui esce molta cocaina, così Anaconda viene arrestato, mentre Cinardi non viene tratto in arresto siccome Nardelli non ha inviato alla questura il rapporto che lo incriminava.
La vicenda si conclude con la liberazione di Zu Tore e la partenza di Margherita verso Roma, dove ha ottenuto un incarico prestigioso.[1]
Ad Apulia viene aggredito il parroco e sembra anche essere scomparsa la Santa Croce. Nella seconda ed ultima puntata invece è stato ucciso il visconte di Apulia. Gli agenti devono indagare.
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