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posizione etica ed economica di tipo liberale Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il conservatorismo progressista è un'ideologia politica trasversale affine al conservatorismo liberale e al conservatorismo sociale, impegnata a raccogliere e a soddisfare istanze progressiste e del liberalismo sociale[1].
Oltre a incarnare posizioni liberali su diritti civili e riforme sociali, si propone di garantire una protezione e sicurezza sociale per i cittadini (con un moderato welfare state), onde combattere efficacemente la povertà e ridurre la criminalità, oltre a misure economiche finalizzate ad una significativa redistribuzione della ricchezza e la regolazione del mercato nell'interesse di produttori e consumatori, a metà fra il laissez-faire ed il radicalismo britannico[2].
Questa ideologia è stata "creata" sulla base delle idee del primo ministro inglese del XIX secolo Benjamin Disraeli[2], a metà tra Tory e Whig, come già fu nella prassi politica di William Pitt il Giovane.
La dottrina sociale della Chiesa esposta nella Rerum Novarum (1891) è stata da taluni identificata come una forma molto moderata di conservatorismo progressista dell'epoca[3].
Fuori dai paesi anglosassoni, il cancelliere tedesco Leo von Caprivi è stato avvicinato al conservatorismo progressista[4], così come l'esperienza del liberale italiano Giovanni Giolitti è ancora oggi ritenuta parte integrante di questi concetti, sia per le sincere aperture ai cattolici (Patto Gentiloni) e ai nazionalisti con la guerra coloniale di Libia, sia per l'attenzione rivolta ai socialisti, che cercò di attrarre in orbita governativa al fine di sottrarre le masse operaie alle ideologie rivoluzionarie del massimalismo[5][6][7][8].
Altri sostenitori di questa ideologia furono diversi primi ministri britannici conservatori: Stanley Baldwin, Neville Chamberlain, Winston Churchill, Harold Macmillan[9] e, più recentemente, anche David Cameron, che si è identificato nel conservatorismo uninazionale di Disraeli, e nel suo mandato è stato progressista soprattutto sui temi sociali, come il matrimonio omosessuale e la sanità pubblica ma anche nel suo sostegno all'europeismo e all'economia keynesiana piuttosto che al neoliberismo.[10] Negli USA, uno dei maggiori esponenti di questa dottrina fu il presidente Theodore Roosevelt[11]. Successivamente, tale ideologia fu anche ripresa da William Howard Taft, nonostante la sua opposizione a Roosevelt[11], e da Dwight D. Eisenhower, che si definì un "conservatore progressista", nonostante fosse anche un sostenitore del liberal-conservatorismo[12], e alcuni liberal del Partito Repubblicano come Fiorello LaGuardia, sindaco di New York negli anni '30 e '40.
Il principale partito che è stato portatore di questa ideologia fu il Partito Conservatore Progressista del Canada, confluito nel 2003 assieme all'Alleanza Canadese nel Partito Conservatore del Canada, che si richiama parzialmente al conservatorismo progressista.
Oltre a Cameron in Gran Bretagna, a livello europeo di anni recenti, si può considerare conservatore progressista anche l'ex cancelliera tedesca Angela Merkel[13] dell'Unione Cristiano-Democratica di Germania.
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