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Il Comitato unitario delle Isole linguistiche storiche germaniche in Italia (in tedesco Einheitskomitee der historischen deutschen Sprachinseln in Italien) è una associazione costituita a Luserna/Lusérn (TN) il 25 maggio 2002 con lo scopo di promuovere la lingua e cultura delle isole linguistiche germanofone [più correttamente (art. 2, comma 1, della Legge 15 dicembre 1999, n. 482, recante "Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche"[1]): "delle popolazioni germaniche"] del Piemonte, della Valle d'Aosta, del Trentino, del Veneto e del Friuli Venezia Giulia[2].
Il Comitato unitario è - come da Statuto - composto dai rappresentanti delle (15) comunità promotrici e dai rappresentanti delle associazioni ed enti delle comunità di lingua e cultura di origine germanica storica in Italia, degli enti locali e delle associazioni ed enti che hanno come scopo principale la tutela e la promozione delle minoranze linguistiche, con sede sia in Italia che all'estero da ammettersi secondo i criteri e le modalità previsti dallo Statuto.[3][4] Promotore e primo coordinatore (corrispondente a presidente) è stato l'allora sindaco di Luserna e presidente del Centro Documentazione Luserna - Dokumentationszentrum Lusern[5] Luigi Nicolussi Castellan.[6][7]
Il Comitato costituisce un organismo di coordinamento e di proposta ai sensi dell'art. 3, comma 3, della citata Legge 15 dicembre 1999, n. 482, recante "Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche"[1] e relativo Regolamento di attuazione.[8]. Il Consiglio di Coordinamento (organo esecutivo) viene rinnovato ogni 3 anni. Il Comitato è finanziato con le quote delle associazioni aderenti, da donazioni, dalle entrate per attività (pubblicazioni), da contributi di enti pubblici (in particolare della Regione Trentino-Alto Adige e della Provincia autonoma di Bolzano e di enti privati (in particolare della Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano / Stiftung Südtiroler Sparkasse). Compito principale del Comitato è quello di tutelare e promuovere la lingua e la cultura delle comunità storiche germaniche con i mezzi ritenuti più idonei, anche in collaborazione con altri enti, associazioni e persone in Italia ed in Europa. È obiettivo del Comitato stesso perseguire la piena attuazione della normativa statale[1] ed internazionale[9][10] riguardante la tutela delle minoranze linguistiche.
L’azione del Comitato unitario si è, nelle varie sedi, estrinsecata con il seguente enunciato:
"Il Comitato unitario si pone quale entità di rappresentante della società civile [della cui particolare specie – comunità linguistiche storiche germaniche - il Comitato unitario è espressione di rete, così come localmente sono espressioni della società civile le singole comunità] i cui membri sono legati da una comune cultura, da somiglianza se non comunanza di costumi, modi di pensare, di sentire e di agire, accompagnata da un sentimento d’appartenenza forte e condiviso"”.[11][12]
In relazione al regime di controllo dell'attuazione previste dalla Convenzione europea, artt. 24-26,[9] vedasi la Risoluzione del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, dd. 5 luglio 2017, sull’attuazione della Convenzione per la protezione delle minoranze nazionali da parte dell’Italia, IV ciclo di monitoraggio[13], resa a seguito della IV Opinione sull'Italia del Comitato Consultivo del CoE sulla Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali.[14][15]
In detta Risoluzione, tra le 'Raccomandazioni da seguire nell’immediato' constano:
* migliorare l’accesso delle persone appartenenti alle minoranze nazionali, comprese quelle numericamente inferiori ai programmi radio televisivi di particolare interesse per loro, continuare a fornire sostegno ad uno sviluppo sostenibile dei media della carta stampata pubblicati nelle lingue delle minoranze linguistiche;[13]
* fornire adeguati finanziamenti all’insegnamento delle e nelle lingue delle minoranze nazionali ed assicurare una appropriata presenza di insegnanti qualificati e dotazione di manuali scolastici; riservare particolare attenzione ai bisogni delle persone appartenenti alle minoranze numericamente inferiori.[13]
e, tra le 'Altre raccomandazioni', consta:
* aumentare il finanziamento di progetti volti a mantenere e sviluppare il patrimonio culturale [nel testo ufficiale in lingua inglese: 'cultural heritage' ('eredità culturale')[11]] delle minoranze linguistiche; riservare particolare attenzione ai bisogni effettivi delle persone appartenenti alle minoranze numericamente inferiori.[13][16]
Il 22 novembre 2017 il Comitato unitario ha partecipato, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per Affari regionali e le autonomie, al convegno “La diversità linguistica in Italia: un patrimonio europeo”, con deposito di propri contributi[17]. Il Convegno - come in invito - è stato qualificato: "evento particolarmente importante che riattiva la Conferenza delle Minoranze linguistiche, Regioni ed Enti locali già costituita nel 2001 con il compito di dare maggiore visibilità e una rispondenza più adeguata alle esigenze di tutela delle minoranze stesse, monitorare lo stato delle singole minoranze linguistiche ed effettuare una analisi sull'applicazione della Legge 15 dicembre 1999 n. 482, a 18 anni dall'entrata in vigore".[18] Nel periodo gennaio-aprile 2018 il Comitato (così come le comunità aderenti) è stato attivamente impegnato nell'azione "Minority SafePack Initiative (in sigla: MSPI) - Un milione di firme per la diversità in Europa" (iniziativa popolare di cittadini europei) cui ha dato significativo impulso il FUEN/FUEV[19][20]. La XVI assemblea del Comitato si è tenuta nei giorni 1-3 giugno 2018 in Ponte di Formazza / Pumatt (VCO), ospiti della Walserverein Pomatt[21].
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