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danzatrice italiana, prima ballerina della Scala Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Claudina Cucchi (detta anche La Couqui[1]; Monza, 6 marzo 1834 – Milano, 8 marzo 1913) è stata una ballerina italiana.
Di famiglia agiata, all'età di sette anni vide per la prima volta Fanny Cerrito, evento che la convinse a diventare una ballerina.[2] Allieva di Carlo Blasis alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala, debuttò tredicenne al Teatro della Cannobiana.[1] Di lei si innamorò il sessantenne conte Federico Strassoldo quand'ella aveva solo quindici anni. La famiglia Cucchi tuttavia riuscì a dissuaderlo, e il conte morì pochi anni dopo di malinconia.[3]
Dotata di una buona elasticità, il suo stile era particolarmente elegante e grazioso.[4] Fu ballerina emerita in numerose opere di Giovanni Casati, quali Vasco da Gama, L'orfanella, Edvige di Polonia e Shakespeare, quest'ultima il successo più grande della sua carriera. Apparve all'Opera di Parigi nel 1855 nel divertissement de I vespri siciliani di Giuseppe Verdi, e l'anno successivo in Le Corsaire di Joseph Mazilier. Nel 1864 fu tra le prime ballerine de La contessa d'Egmont di Giuseppe Rota, e l'anno dopo debuttò in Russia in Giselle di Marius Petipa, il quale la diresse anche in Caterina ed Esmeralda.[1]
Per una tournée in Brasile le furono offerti 10.000 franchi al mese più viaggi e altri benefici, un trattamento che all'epoca si rivelò inferiore solo a quello della già nota Fanny Elssler.[5] Sposò il conte Zemo.[6]
Dopo il ritiro dalle scene si dedicò all'insegnamento.[7] Scrisse le sue memorie nel suo Venti anni di palcoscenico.[8] Morì in povertà al Pio Albergo Trivulzio di Milano, dopo aver scialacquato tutti i suoi averi.[1]
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